CAPITOLO 2: CORAZZE

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La notò immediatamente, tra le centinaia di persone in giro per il centro, incantata e persa di fronte ad una vetrina.

Da qualche minuto avvertiva una corrente sulla nuca, un formicolio leggero, e si chiedeva cosa fosse.

Ancora quell'elettricità strana, quella scossa lieve che gli provocava la presenza di Lei, quasi fossero interconnessi, in un qualche modo che non sapeva spiegarsi.

Non la vedeva da diverso tempo, ormai.

Lei non l'aveva più cercato, com'era scontato aspettarsi; Lui, obbedendo ad un codice non scritto, aveva fatto altrettanto.

La osservò da lontano, mentre si avvicinava, cercando ancora una volta, come faceva sempre, di rubarle dettagli, pezzi di mosaico da collezionare e rimettere poi insieme lontano da Lei.

Indossava pantaloni neri, con la gamba che scendeva larga e la slanciava. Una giacca, lunga, femminile, e una camicia, insolitamente bianca.

I tacchi, di certo inadatti ai sampietrini del centro ma perfetti in quell'insieme, la rendevano elegante.

Era bella, come mai l'aveva vista finora, se non nelle foto che metteva su Instagram.

Questo lo rese timido, e, per un attimo, lo fece desistere dall'avvicinarla.

Lui era quasi ben vestito oggi, tra l'altro, in giacca addirittura – la prima cosa che aveva trovato nell'armadio e che poteva, bene o male, adattarsi alla stagione – in quel suo stile che, in qualche modo, gli stava bene addosso e lo valorizzava - in un certo qual modo parlando, si intende -, pur essendo al massimo un punkabbestia chic, a volerne dare una definizione.

Sarebbe stato molto meglio con addosso qualcosa di più sobrio, o deciso, o elegante, o anche casual, se solo l'avesse saputo indossare; ma, semplicemente, non ne era capace, e questa consapevolezza gli stava pesando addosso fino quasi a schiacciarlo.

Si ricordò però che si trattava solo di un "Ciao", alla ragazza che aveva visto nuda l'ultima volta che si erano incontrati; si sarebbe potuto anche fare, si disse.

Pensò però bene di avvicinarsi, e uscirsene con un: "Credo che quel completino sia un po' troppo per le sue forme, signorina. Io sceglierei l'altro."

Se quella squinternata della sua migliore amica fosse stata li, Lui non avrebbe fatto in tempo a battere le palpebre senza ritrovarsi un cazzotto tra le costole mentre, contemporaneamente, lo avrebbe incenerito con lo sguardo.

Gliel'aveva detto milioni di volte: "Non fare il simpatico. Non fare il figo. Non fare il sostenuto. E soprattutto, non fare mai, mai, mai, per nessun motivo battute sulle tette di una donna. Sono tutte cose che non sei capace, proprio assolutamente in grado, di fare."

La risposta infatti non si fece attendere, e Lei, inviperita, si girò verso di Lui.

Stava per sbraitargli in faccia, quando lo riconobbe, e le parole gli morirono in gola.

Dopo un secondo di smarrimento, sorrise.

"Ma vaffancuuuuulo!".

"Bonjour anche a te, stella!"

Lei lo abbracciò, leggera, istintiva, e lo baciò sulla guancia.

Lui inalò la piccola nuvola di profumo che le usciva dal collo, rubandole anche quella.

"Caffè?" disse Lui.

"Dai!" disse Lei.

"Dove?"

"Vieni!"

Si incamminarono affiancati per il viale, rimanendo per un po' in silenzio.

Lui era ancora in soggezione nel vederla così, anche se, una parte di se, in quel continuo rubarle e collezionarle dettagli, momenti e odori, riteneva che quella che gli camminava accanto fosse una sorta di scultura, un qualcosa di bello nato ripulendo nel tempo qualcosa di ben più grezzo e informe.

LE CASTAGNE HANNO LA FORMA DI UN CUOREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora