CAPITOLO 12: CASTAGNE

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Detestava quel posto.

Tante casette in legno, che perlopiù proponevano bevande alcoliche, panini puzzolenti o inutili manufatti di artigianato montano, invase da troppe persone con cui sentiva di non avere nulla in comune.

Ci era passato per necessità, facendosi largo a spallate tra gente alticcia e urlatori molesti.

Se avesse trovato un parcheggio decente, avrebbe aggirato il centro dall'esterno, godendosi il freddo pungente, il rumore del fiume e il fruscio delle foglie mosse dal vento, ma purtroppo oggi non era giornata.

Quando la vide in lontananza, attratto da Lei come brillasse di luce in mezzo a quella marea di corpi, sentì, suo malgrado, il cuore accelerare.

Era passato parecchio tempo. Si era sforzato di non pensare più a Lei, e pareva esserci riuscito.

Non l'aveva cercata, non aveva affogato il ricordo di Lei in altre cose o corpi che non avevano il suo profumo, sapore, consistenza.

Come ce ne fosse un motivo, bisogno, ragione.

Si avvicinò abbastanza da vederla per intero.

Era ingrassata. Non tanto, ma i lineamenti erano più morbidi di come ricordava.

Era vestita completamente di nero, elegante in un cappotto troppo leggero per proteggerla dal gelo umido della sera.

Ascoltava, disinteressata e distratta, i discorsi del gruppetto di amici tra cui per fortuna non riconobbe l'Altro, tenendo in mano una cicca con le mani livide di freddo.

Troppe persone ammassate intorno al fungo non le permettevano di avvicinarsi e scaldarsi.

Decise di andarsene senza salutarla. Sarebbe stato ulteriormente inopportuno e fuori luogo.

Si voltò, e camminò in direzione opposta.

"Ehi, ciao!"

La voce alle sue spalle lo bloccò.

"Ciao." La guardò interdetto.

"Scappi senza nemmeno salutare adesso?", fece Lei sorridendo, con appena una punta di disagio.

Lui sorrise sghembo, non trovando nulla di meglio.

"Scusa... come stai?"

"Bene, tu?" rispose.

"Benone anch'io."

Erano distaccati, imbarazzati, come ci fosse qualcosa di sospeso e non detto, chiuso troppo in fretta e in malo modo, tra loro.

Si guardavano, incerti sul cosa dire, sul se dirlo, sul come dirlo.

Lei pensava che avrebbe potuto non averlo rincorso, Lui si sforzava di trovare almeno una parte da recitare.

"Stai tremando... è meglio se ci prendiamo una cioccolata al coperto, che dici?"

"Eh, magari!", rispose Lei, grata.

Salutò in fretta il gruppetto e si avviò dietro di Lui che si faceva strada tra le persone.

La portò in un bar piccolo e intimo, con un bel caldo e una discreta selezione di cioccolate e infusi.

Lei si levò in cappotto, e rimase con un maglione grigio scuro che non ne variava di molto la scala cromatica.

Lui la trovò in qualche modo spenta da quell'insieme.

Elegante, bellissima, ma.

Cercava un dettaglio di colore, quel qualcosa che aveva sempre, quel qualcosa che era Lei, quel qualcosa che forse vedeva solamente Lui, quel qualcosa che forse invece si era perso, quel qualcosa che forse non c'era mai stato davvero.

LE CASTAGNE HANNO LA FORMA DI UN CUOREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora