Il 6 settembre alle 06:00 del mattino, io e mio padre ci mettemmo in viaggio.
Contrariamente al viaggio precedente, non cantammo, non parlammo, non ridemmo.
Sapevamo entrambi che, da quel giorno le nostre vite sarebbero cambiate, che avremmo smesso di vivere in simbiosi.
Arrivammo di fronte quella che sarebbe stata la mia nuova casa poco più tardi di mezzogiorno.
La mia amica, nonché futura coinquilina, era già lì da qualche giorno. La chiamai quando eravamo a 5 minuti da casa. Quando ci vide arrivare ci venne incontro e poco dopo arrivò anche il nostro amico e coinquilino.
Portammo in casa le valigie e tutto ciò che era mio.
Pranzammo parlando del più e del meno e dopo pranzo mio padre si mise in viaggio per fare rientro a casa.
Piansi tanto quel pomeriggio.
Forse fu in quel momento che, presi consapevolezza della strada che avevo appena intrapreso e mi resi conto che non sarebbe stato facile.
Nei primi giorni sembrai una disadattata. Non conoscevo le strade, non conoscevo gli autobus, non conoscevo i vicini e neppure dove fosse il supermercato più vicino.
Ero in una città che non era la mia, con persone che non conoscevo, luoghi che non avevo mai visto, un accento che neanche lontanamente somigliava a quello della mia gente e con dei ritmi di vita che sembravano quasi assurdi.
Ma non ci misi poi tanto ad abituarmi a quella vita.
Imparai ben presto a muovermi in metropolitana, ad esplorare posti nuovi. Imparai a fare lunghe passeggiate a villa Borghese, a raggiungere piazza di Spagna dalle vie secondarie, a leggere un buon libro immersa nel verde di Villa Torlonia. Imparai a memoria i negozi di Via del Corso e in Via dei Babbuini mi innamorai follemente di un negozio di scarpe che divenne il mio appuntamento fisso ogni qualvolta mi trovavo da quelle parti. Imparai a convivere con la fretta, con chi era perennemente in ritardo e allora ai semafori cominciava a suonare come se fosse indemoniato.
Imparai a non dare confidenza agli sconosciuti, e ben presto frequentando l'università mi feci il mio giro di amici.
La mia nuova vita mi piaceva.
Seguivo le lezioni ogni mattina, mi fermavo in biblioteca per studiare, preparavo gli esami, ma riuscivo a ritagliarmi anche il tempo per divertirmi.
Il weekend era dedicato alle serate in disco o alle passeggiate a Trastevere.
Non avevo nostalgia. Mi sentivo ormai a casa mia.
Sentivo solo la mancanza costante della mia famiglia. Ma questo era più che normale in fondo.
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Malinconia Puttana
Romance27 anni. Una grande ossessione e poi un grande amore. Anzi, il grande amore.