Capitolo 1: il solito locale

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"Evan ti prego, l'ultima volta ho passato una nottata stupenda. Ti chiedo solo di venire con me anche stasera"
"Josh sai che sto passando un periodo un po' così…" La sua voce era piuttosto debole e il tono era insicuro, come se nemmeno lui sapesse davvero quale fosse il problema.
"Senti Evan, sai che sei l'unico che può farlo… sono il tuo migliore amico non fare lo stronzo" Le sue parole erano solo una strategica leccata di culo. Evan lo sapeva bene ma cedette e alzando gli occhi disse " Va bene ma questa è l'ultima volta che ti aiuto. Per il disturbo il primo giro lo offri tu. Passo a prenderti alle 10". 
Josh accettò le condizioni dell'amico e concluse la chiamata tirando un sospiro di sollievo.

I due scesero dalla Camaro di Evan indossando una camicia bianca di seta, una sottile cravatta nera, un paio di pantaloni neri e scarpe eleganti. 

Evan tirò una spallata a Josh mentre camminavano verso il locale "Certo che sei ritardato, potevi almeno scegliere un papillon invece di copiarmi come sempre". Josh aggrottò le sopracciglia lievemente mantenendo quella di destra sollevata rispetto all'altra e con le labbra appositamente socchiuse, guardò Evan dritto negli occhi e prima di scoppiare a ridere scimmiottò il suo tono di voce "Senti, non iniziare a rompere"

Entrarono nel locale salutando il possente buttafuori che ricambiò con un lieve cenno della testa. All'interno l'aria era già irrespirabile, la musica regnava sovrana e le prede erano innumerevoli. Josh si avvicinò al barista che vedendolo chiese "Ciao Josh, il solito?" Il ragazzo annuì e si accostò al bancone appoggiandosi di schiena. Iniziò a scrutare l'ambiente e mise gli occhi su un gruppo di giovani ragazze sedute sui divanetti. Il barista intanto aveva finito di preparare i due Black Russian. Josh li prese e raggiunse Evan che stava parlando con il Dj. Passò il drink al compagno e gli disse sorridendo  "Potrei aver trovato l'obbiettivo della serata". Evan gli fece un cenno interrogativo e Josh indicò con lo sguardo i divanetti che aveva adocchiato poco prima. Evan scosse la testa " sei il solito, vedi un paio di bionde e perdi il senno". Bevve metà del suo drink e si incamminò verso le ragazze. Evan era un bel ragazzo, slanciato, asciutto, non particolarmente muscoloso ma di bell'aspetto, capelli castano scuri che portava sempre spettinati e occhi neri, come la pece. Josh subito dietro di lui era leggermente più basso ma più muscoloso, i suoi capelli biondi erano ben pettinati e andavano a braccetto con i suoi stupendi occhi azzurri. La coppia si avvicinò alle ragazze e iniziò ad attaccare bottone.

Qualche minuto dopo i due avevano inquadrato le giovani donne, Hannah, Samanta e Zoe. Josh aveva puntato spudoratamente Samanta perché rispecchiava il suo tipo ideale : bionda, formosa ma sopratutto.. stupida. Evan invece era attratto da Zoe, una ragazza rossa di capelli e golosa di… attenzioni. Mentre venivano fatte le dovute presentazioni Evan non si fece sfuggire nemmeno un dettaglio della loro comunicazione non verbale. Il giovane stava studiando psicologia all'università e aveva già scritto innumerevoli tesi riguardanti lo splendido lavoro di Paul Ekman. Riconoscere le microespressioni era la sua specialità e sfruttava questa abilità a suo vantaggio. Prima di approcciare le ragazze Evan aveva notato subito l'atteggiamento di Hannah. Mentre le sue amiche si dimostravano aperte e disponibili lei era un po più chiusa in se stessa. Rimaneva seduta a gambe strette, controllava spesso il cellulare e non distoglieva mai lo sguardo dalle sue compagne. Dopo qualche minuto e un'altro Black Russian Evan decise che era arrivato il momento di scaldare un po la situazione, si alzò in piedi e sorridendo tese la mano a Zoe "Ti va di ballare?". La ragazza non esitò due volte e accettò l'invito sorridendo a sua volta e sollevando le sopracciglia per una frazione di secondo. -Sorpresa sincera- pensò Evan -poca autostima o è solo piacevolmente sorpresa dell'invito?-. I due si incamminarono verso la pista da ballo e iniziarono a danzare a ritmo di musica. Lei non interrompeva mai il contatto visivo e tendeva a diminuire progressivamente lo spazio interpersonale. - Buon segno, vediamo cosa succede ora- Evan si avvicinò sorridendo e le mise le mani sui fianchi accompagnandone il movimento armonioso. Zoe continuò a ballare e si girò dando le spalle al suo partner di ballo per poter avvicinare il suo culo sodo al ventre del giovane. Evan sorrise guardando Josh che stava ancora parlando seduto sui divanetti….

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