3 - Frammenti di Cuore

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<<Ok, ragazzo. Calmati e spiega cosa è successo precisamente>>

A parlare era stato un agente di polizia sulla cinquantina e dai baffetti grigi. Era seduto su un divano, rivolto ad un ragazzo seduto a sua volta su una poltrona. Quest'utimo era palesemente scosso: tremava, ogni tanto sembrava singhiozzasse, la sua mano sinistra era affondata dentro il bracciolo, la destra stretta al cuore come se esso avesse potuto balzare via. Pareva confuso.

Egli era Kevin.

<<Io... Ciralyn...>> mormorò poi senza riuscire ad articolare un discorso.

Durante la notte i cittadini di Smeraldopoli avevano chiamato in massa la polizia in seguito all'avvenimento che Kevin stava per raccontare e gli agenti erano accorsi sul posto dopo circa una mezz'oretta.

<<Dimmi tutto>> insistè il poliziotto.

Il giovane prese un bel respiro, come meglio poteva, ebbe un flashback della scena avvenuta soltanto un paio d'ore prima, ed iniziò a raccontare con voce tremante.

~ ~ ~

Ciralyn aveva l'abitudine di dormire lasciandosi abbracciare dal proprio padrone come un peluche. Quella notte non era stata da meno. Adorava poter riposarsi dopo una giornata di lavoro come il lunedì.

Non poteva immaginare che non avrebbe dovuto preoccuparsi del resto della settimana.

Mentre veniva cullata dal continuo sollevarsi ed abbassarsi del caldo petto del ragazzo, un rumore di vetri che si infrangono la fece sobbalzare. Kevin non aveva sentito nulla. Il suo sonno era così pesante che lei credeva non lo potesse svegliare nemmeno un bombardamento.

Sentì una voce dire: "E questa sarebbe la tua idea?" e un'altra rispondere: "Ha funzionato, no?".
Allarmata, l'Eevee iniziò a scuotere il suo amico e a sussurrargli dei preoccupati "Vee" nell'orecchio.

<<Cosa vuoi, Cir--->> tentò di protestare l'assonnato ragazzo, ma la zampa della Pokémon si posò sulla sua bocca e serrò dietro le labbra ogni altra parola in uscita.

《Zitto, per l'amor del cielo!》bisbigliò. lei nel suo linguaggio.

Senza levare la zampa dalla bocca dell'amico, si mise davanti alla propria quella libera e cercò di imitare un "Shh" umano, per di più quasi riuscendoci.
Kevin capì che qualcosa non andava affatto.

<<Seguimi>> disse semplicemente sottovoce alzandosi con delicatezza dal letto.

Ciralyn annuì ed obbedì.
Il ragazzo rabbrividì quando, scendendo le scale, udì anch'egli le voci di coloro che erano penetrati in casa sua. Non aveva preso nessuna arma per difendersi o attaccare. Non che avesse chissà cosa a dire il vero, ma se ne pentì amaramente.

Un lampo improvisso rivelò due ombre nascoste nell'oscurità. Ne seguì un potente tuono.

L'Eevee saltò al petto dell'amico, lasciando che le sue braccia la stringessero sopra il suo cuore pulsante, fin troppo pulsante.

Kevin scese ancora. Il buio era totale a causa dell'assenza della luna e delle stelle. Quando giunse in fondo all'ultimo gradino, tastò il muro alla ricerca dell'interuttore della luce.

Lo trovò, ma sopra di esso... c'era già un'altra mano.

Il giovane indietteggiò cacciando un urlo spaventato, poi la mano non sua accesse la luce. Quando le sue pupille si restrinsero abituandosi alla nuova luminosità, vide il proprietario della mano: un uomo sui venticinque anni interamente ricoperto di abiti neri, berretto compreso, con una "R" rossa sul petto. Alle sue spalle ce n'era un altro.

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