Un soffio leggero carezzava mollemente il volto deturpato del vecchio. L'occhio sano scrutava con ingordigia il paesaggio circostante, alla ricerca di qualcosa che avrebbe dovuto dare senso alla sua miserabile vita. L'attacco era stato concordato da tempo; eppure nessuna nave veleggiava all'orizzonte, pronta ad abbattersi con siffatta violenza su quella rigogliosa terra.
Il cuore batteva con ritmo cadenzato sul suo fragile petto; il respiro, a tratti represso, rivelava la condizione di chi teme di non udire altro suono se non il proprio, e un rivolo di sudore discendeva con inarrestabile frenesia lungo il volto emaciato, inumidendo fastidiosamente le labbra screpolate.
Le stesse labbra che avevano condannato il suo popolo ad una morte atroce. Ghilad, uno dei cinque Capi Supremi, aveva tradito i suoi stessi fratelli abbracciando una causa a lui estranea. Una causa che avrebbe portato alla morte innumerevoli innocenti, colpevoli solo di esser nati nella più bella tra le isole. Kernonos.
In una notte tanto particolare quanto mistica, quando la popolazione, all'unanime, porgeva gli ossequi alla calura estiva e si preparava al gelido inverno, Ghilad presenziava al cospetto dei Druti, pronto ad offrire la sua vita e quella dei suoi conterranei in cambio di una posizione di rilievo nella nuova amministrazione che si sarebbe istituita con la disfatta della città di Almas.
Pensieri di decisioni passate iniziarono a vorticare nella sua mente e, il vecchio, appoggiandosi meglio al bastone, prese a frugare insistentemente in una delle tasche interne del mantello finché, da queste, ne uscì una grossa pipa, finemente intagliata. Un dono ricevuto anni addietro dai ricchi capi di Aithne, in visita ufficiale a Kernonos per il Belheim, simbolo di rigenerazione e rinascita dopo la lunga oscurità invernale. Il vecchio navigò con la mente in cerca di ricordi ormai fuggevoli, assaporando con delizia momenti di gloria passati. Con notevole dimestichezza, accese il piccolo arnese, aspirandone lentamente l'amarognola miscela e tossendo di tanto in tanto a causa del suo stesso catarro. Si sedette dunque sulla punta del precipizio, lasciando le gambe penzolanti nel vuoto, e attese.
"Non hanno tenuto fede alla promessa. Dovevano giungere al calar del Sole, ma di loro non vi è traccia. Mai fidarsi dei Khonnak" pensò, quando il Sole stava già svanendo ad occidente e, rigettando una nube di fumo grigio, si rialzò con il solo ausilio del bastone. Il volto crucciato rifletteva come uno specchio il suo stato d'animo e l'incomodo a cui le circostanze attuali lo stavano sottoponendo.
Già in procinto di muovere i primi passi giù per il pendio, udì, in lontananza, un rullo di tamburi il quale aumentava di minuto in minuto, fino a trasformarsi in un distinto ed incessante rombo. Nel volto dell'ignobile apparve un ghigno compiaciuto ed una fragorosa risata proruppe dai polmoni avvizziti, mischiandosi alla tosse. Si piegò in avanti, quasi inginocchiato, la mano stretta attorno all'appoggio mentre, tra un'imprecazione ed uno sputo, tentava maldestramente di ricomporsi.
Grosse imbarcazioni solcavano impetuose le profonde acque del Mar dei Venti; possenti e fieri, i loro capitani gridavano ordini che venivano poi ripetuti dai secondi, affinché tutti udissero distintamente i comandi. Vele rosse come il sangue erano spiegate al vento e il superbo vessillo di Ogmah era ormai visibile dalle coste argentate. Il serpente, dalle grosse fauci spalancate, troneggiava in tutta la sua alterigia avvinghiandosi ad una spada dall'elsa dorata, bramoso di sangue.
"È giunta la fine dunque" ansimò il traditore, sorprendendosi delle parole appena pronunciate. Il suo corpo venne scosso da inaspettati tremolii ed il suo cuore, ormai ghermito da paura e oscurità, sussultò con veemenza; per pochi attimi, il vecchio Ghilad provò compassione per l'infausta sorte a cui il suo popolo era destinato; avvertì un senso di rimorso: una fitta allo stomaco che quasi gli impediva di respirare. Tuttavia, col passare degli anni, non avrebbe più ricordato una simile emozione.
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Phàsia - le Isole della Tempesta #VINCITORE WATTYS2016 [IN REVISIONE]
FantasiI tradimenti comportano sempre conseguenze irreversibili. Le Isole della Tempesta sono dominate da un popolo rozzo e brutale, dedito all'arte della guerra e del combattimento. Il loro unico credo? La spada. Gli abitanti di Kernonos, privati della lo...