La notte passò velocemente tra i vari piani d'azione e le scaramucce di Khonnak novizi; all'alba, Lusat venne convocato per discutere assieme agli altri Druti gli ultimi termini del conflitto e, dopo aver concordato che il piano di Aghìas fosse ineccepibile, ognuno di loro andò a prepararsi; Aghìas sarebbe partito, accompagnato dalla sua scorta personale, alla volta di Porto Torrente, prima che il sole fosse alto in cielo mentre gli altri due generali avrebbero aspettato l'ausilio delle tenebre per raggiungere il punto pattuito. Gli uomini di Lusat e Gòven si occuparono di scaricare tutte le armi necessarie dalle imbarcazioni e quelli di Aghìas sistemarono doni e gioielli di varia fattura in una nave di dimensioni più ridotte, al fine di evitare sospetti.
Mezzodì era quasi alle porte quando Aghìas prese congedo dai due compagni d'arme e fratelli: «è giunta l'ora; in meno di un'ora approderemo sulle terre di Almas; che Elkennar ci protegga», esclamò, battendosi con vigore il pugno destro sul petto.
Gli altri due seguirono il suo esempio e, senza più voltarsi, si affrettarono a disporre gli ultimi preparativi prima della guerra.
Aghìas venne accolto ad Almas come il più caro tra gli amici; nessuna ombra di sfiducia o timore veleggiava sui loro sguardi limpidi: Ghilad aveva detto il vero, nessuno sospettava della condotta di Ogmah.
Il suo ingresso in città fu accompagnato da una folla in visibilio, attratta dalle mille ricchezze che i suoi carri contenevano. Venne fatto accomodare in una piccola villa, una volta proprietà del traditore Ghilad e gli furono concessi tutti gli onori che si riservano a venerandi ospiti. Aghìas però, non si fece abbindolare dalla gentilezza che il popolo pacifico di Almas gli offriva; accettò di buon grado tutte le cure ma restò vigile; nella sua dimora si affaccendavano un numero non indifferente di Khonnak, pronti a riferirgli ogni novità.
Il nervosismo lo assalì quando, a poche ore dalla cena indetta in suo onore, nessun soldato aveva ancora avuto notizia delle due guardie designate da Ghilad di chiudere l'armamentario e di evitare che un numero ingente di guardie si accavalcasse sulle mura cittadine. «È ridicolo!», sbottò, rivolgendosi a un Khonnak con il capo chino, «vi porto con me perché vi ritengo i migliori e voi mi ripagate con una nube di fumo e niente più!»
«Mio signore, Aghìas», azzardò il suo interlocutore che però venne subito ripreso.
«Non sono disposto ad ascoltare vane giustificazioni. Tu e i tuoi avete un'ora di tempo per trovarmi quei maledettissimi uomini e portarmeli qui senza dare nell'occhio!», vociò impettito, scacciando con la mano una serva in procinto di sciacquare il suo corpo possente. Si sollevò senza distogliere lo sguardo dal suo sottoposto e allungò il braccio in direzione della serva che subito si affaccendò nel passargli un telo asciutto con cui coprire le sue nudità. «Ci siamo intesi?».
«Sì, signore», replicò il Khonnak, battendosi rapidamente il pugno sul petto e prendendo congedo, seguito da un gruppo di guerrieri.
Aghìas scosse la testa esausto poi, rivolgendo le sue attenzioni alla serva, la tirò a sé, cercando conforto nel suo abbraccio.
A Lusat il fato non riservava la stessa sorte: nessuna donna, pronta a cingerlo fra le sue braccia, gli si parava davanti. Solo acqua fetida e un puzzo insopportabile. I guerrieri, spossati dalla marcia in direzione della fogna, si accingevano ad attraversare il lungo condotto che li avrebbe protetti da occhi indiscreti.
«Per di qua!», ordinò bruto il Capo Supremo, imprecando contro la melma che lo sommergeva fino all'inguine. «Maledetto, sporco traditore!», disse, lanciando un'occhiata carica d'odio all'ignavo che, per tutta risposta, si si strinse nelle spalle, desiderando esser risucchiato all'istante dal lerciume. «Non poteva essere utile per una buona volta, no! Il massimo che è in grado di offrire è un bagno in questa fetida e angusta galleria! Fosse stato per me, vecchio, ti avrei tolto la vita all'istante! La tua fortuna è che mio fratello si sia fatto abbindolare dalle tue false promesse!», continuò imperterrito e, se non fosse stato zittito da un gesto secco da parte di Gòven, avrebbe continuato nei suoi improperi ancora a lungo.
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Phàsia - le Isole della Tempesta #VINCITORE WATTYS2016 [IN REVISIONE]
FantasiI tradimenti comportano sempre conseguenze irreversibili. Le Isole della Tempesta sono dominate da un popolo rozzo e brutale, dedito all'arte della guerra e del combattimento. Il loro unico credo? La spada. Gli abitanti di Kernonos, privati della lo...