GITA AL LAGO (prima parte)

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Si svegliò che l'auto era ferma in una radura (PIGRONA SVEGLIA SIAMO ARRIVATI) Shadow le solleticava il naso con una ciocca di capelli, aprì gli occhi di scatto (QUANTO TEMPO HO DORMITO) si guardò intorno, preoccupata non sapeva dov'era (UN ORETTA) in auto non c'era più nessuno (MI SONO PERSA TUTTO IL PANORAMA) non si preoccupava del panorama ma del fatto che si trovava in compagnia di nove persone che conosceva da poco in chissà quale luogo del pianeta, si rese conto di essere in una situazione alquanto preoccupante, scesa dall'auto e si diede un occhiata intorno, il rifugio in realtà era un ranch molto grande la struttura principale era stata ristrutturata e ampliata, alberi di castagno e salici creavano delle zone d'ombra un laghetto poco lontano era il rifugio di anatre che sguazzavano allegramente rinfrescandosi dal sole cocente (QUESTO POSTO E MAGNIFICO) (GRAZIE, VIENI ENTRIAMO) Shadow prese i bagagli dal cofano (MI SONO PERSA TUTTO IL VIAGGIO E LA BELLEZZA DEL PANORAMA ) si era persa anche tutto quello che si erano detti e le raccomandazioni che Shadow aveva fatto agli altri.
In casa le ragazze stavano sistemando le borse e gli zaini (VIENI NAT TI FACCIO VEDERE LA TUA CAMERA) seguì Patricia al piano di sopra che si apriva in un lungo corridoio, si fermò davanti ad una delle tante porte (SPERO CHE TI PIACCIA DI SOLITO QUI NON CI DORME NESSUNO, TUTTA TUA) era gratificante sapere che non doveva dividere la camera (MOLTO CARINA DAVVERO) ( SISTEMA LE TUE COSE POI VIENI GIÙ) (OK GRAZIE ) Patricia chiuse la porta lasciandola sola, la camera è semplice ma accogliente, sistemate le sue cose nell'armadio scese giu erano tutti nella grande cucina intorno al enorme tavolo e le innumerevoli sedie (ALLORA COSA NE PENSI DEL NOSTRO RIFUGIO) Adam l'accolse con una tazza di caffè fumante ( Ė UN POSTO BELLISSIMO E CI SIAMO ARRIVATI SANI E SALVI) risero tutti (NAT DICCI UN PÒ DI TE DOVE VIVEVI PRIMA DI VENIRE A LONG POND?) Tia si mise seduta sul piano di lavoro della cucina, aveva fatto delle domande a Shadow, lui invece non le aveva chiesto niente (SONO NATA E CRESCIUTA A BEN AVON NELLA CONTEA DI ALLEGHERY, IN PENNSYLVANIA, FINITA L'UNIVERSITÀ SONO VENUTA QUI PER IL PRATICANTATO, QUESTA È LA PRIMA VOLTA CHE SONO COSÌ LONTANA DA CASA, SONO FIGLIA UNICA E FORSE È PER QUESTO CHE MIA MADRE MI FIATA SEMPRE SUL COLLO, CHE ALTRO DIRE HO VENTIDUE ANNI...E NON SO...) Chad era divertito (TIA SEI SODDISFATTA L'HAI TORCHIATA PERBENE...AGENTE DI POLIZIA A RAPPORTO...SI SIGNORE) Cetàn si mise sull'attenti come un soldato, facendo ridere tutti (HEI NAT SEMBRAVA CHE STESSI RISPONDENDO AD UN INTERROGATORIO) ripensando a tutte le domande che aveva fatto a Shadow doveva riconoscere che anche lei lo aveva torchiato per bene, Shadow le si mise accanto e le strinse la mano intrecciando le dita ( SEI UN POLIZIOTTO) continuarono a ridere, aveva frainteso, Tia si girò di scatto fulminando Cetàn con un occhiata (SE FOSSI UN POLIZIOTTO ARRESTEREI TUTTI QUELLI CHE NON VENGONO NEL MIO NEGOZIO) Nat fù subito interessata (CHE GENERE DI NEGOZIO HAI ?) Tia le spiegò che aveva uno di quei piccoli minimarket di paese, vendeva un pò di tutto dagli alimenti ai casalinghi, e l'artigianato locale, ma quelli erano articoli che vendeva solo a giugno e dicembre, gli unici mesi dell'anno in cui la riserva ospitava turisti, era tutto molto interessante per lei, quando si trattava di fare shopping era imbattibile (VERRÒ DI SICURO) (DONNE CHE FANNO SHOPPING...HO I BRIVIDI) Adam fece finta di essere scosso da brividi di terrore, Shadow le lasciò la mano (MITAKUYE-OYASIN) tutti fischiarono facendo un baccano assordante, non sapeva il significato ma di sicuro era qualcosa di esaltante, i ragazzi uscirono di corsa lasciando solo le ragazze e una grande quantità di tazze da lavare, Shadow era l'unico rimasto in cucina (CI VEDIAMO DOPO ) incurante della grande quantità di occhi che lo osservavano la baciò infilandole la lingua tra le labbra socchiuse, scivolando nel piacere della sua bocca accarezzandone la lingua morbida, la strinse per i fianchi attirandola a se, resasi conto che stavano dando spettacolo lo respinse a malincuore (IPUTAKE WAKALYAPI) andò via lasciandola cosi su due piedi, le ragazze le sorrisero (CAZZO NAT UN BACIO DA TOGLIERE IL FIATO) Tia scese dal piano della cucina (SIETE MOLTO MOOOOOLTO COINVOLTI) era imbarazzante in quel momento lo avrebbe volentieri strangolato (COS'HA DETTO?) Patricia rise (HA DETTO - BACIO AL CAFFÈ-) arrossì come una scolaretta, si unì alle ragazze e insieme ripulirono la cucina (NAT VATTI A PREPARARE, NOI ABBIAMO GIA TUTTO PRONTO) Haster aveva sistemato tutte le sedie (PREPARARMI PER COSA?) (ANDIAMO SU AL LAGO, MAYA HA PREPARATO I CESTI PER IL PICK-NIK, I RAGAZZI SONO ANDATI A PREPARARE I CAVALLI, DOBBIAMO SBRIGARCI) le disse Lyn (PENSAVO FOSSE QUI IL LAGO) Patricia si aggiunse alla loro conversazione (IL LAGO E A UN'ORA DA QUI CI ANDIAMO A CAVALLO) (E MEGLIO SE METTI UN PAIO DI JEANS, STARAI PIÙ COMODA) anche Tia si unì a loro (OK VADO A CAMBIARMI) (METTI IL COSTUME, SE NON CE L'HAI DIMMELO TI DÒ UNO DEI MIEI) le urlò dietro Haster (L'HO PORTATO IL COSTUME) andò di sopra, subito trovò la sua camera, frugò nell'armadio prese il costume andò in bagno, non vedeva l'ora di fare una nuotata rinfrescante per combattere il caldo asfissiante, messo il costume decise di restare con il vestitino che aveva messo quella mattina, uscita dal bagno si trovò faccia a faccia con Shadow comodamente scasciato sul comò (ACCIDENTI MI HAI FATTO...) non poteva dirgli -mi hai fatto paura- perché faceva tutt'altro che paura (SCUSAMI HO BUSSATO, NON AI SENTITO) (ERO IN BAGNO HO MESSO IL COSTUME) lui si era cambiato ed era schifosamente bello, una canotta bianca metteva in evidenza le spalle possenti i pettorali scolpiti e le braccia muscolose solcate da evidenti vene, un paio di jeans sbiaditi, i capelli sciolti gli toccavano la fibbia dei pantaloni, era l'unico ad avere i capelli così lunghi, era rimasta ferma a fissarlo con la mano sulla maniglia della porta (SAREBBE MEGLIO METTERE UN PANTALONE PER ANDARE A CAVALLO) (FA CALDO CON I PANTALONI...) non riusci a finire la frase Shadow scattò inchiodandola con le spalle al muro (IYOTIYEWAKIYE) parole sfiorate sulle labbra, le mani poggiate al muro per tenerla prigioniera, la bocca catturò le sue labbra in un bacio lento morbido, risvegliando un calore che li avvolse, le mani di Nat gli sfiorarono le spalle lasciando tracce di fuoco sui pettorali e giù sugli addominali, un semplice tocco che lo fece infiammare, un desiderio selvaggio l'impeto di divorarla di schiacciarla al muro, toccarlo era una sensazione essenziale che le annebbiava la mente, non c'era più traccia dei baci dolci e teneri, le lasciò le labbra per tracciare una scia di baci sul collo delicato mordendole selvaggiamente la spalla, il piacere di un desiderio sconosciuto si addensava nel ventre facendola rabbrividire, con le mani le sfiorava il corpo esile fino a stringerle i seni turgidi, i capezzoli duri come sassolini lo mandarono fuori di testa baciandole e mordendole il labbro, pizzicandole i capezzoli, un delirio che si irradiava in tutto il corpo, lo strattonò tirandoselo addosso ancora di più strusciando con l'inguine sulla sua granitica erezione, Shadow innarcò la schiena schiacciandola contro il muro dandogli quello che chiedeva, il desiderio gli bruciava dentro e che non riusciva più a contenere lasciandogli solo la smania cocente di prenderla li subito, pensò di distenderla sul comò, di penetrarla a fondo fino a sfondarla per placare la loro sete di passione, la mano scese sempre più giù fino a sfiorare il fiore della sua femminilità, lo slip del costume era bagnato dal suo desiderio, volevano entrambi la stessa cosa, perché cazzo aspettare, scostò il lembo di tessuto per sfiorare la sua carne calda e bagnata, la sentì gemere si muoveva sotto la sua mano cercando di placare quella sensazione incontrollata, la penetrò con un dito lei innarcò la schiena andandogli incontro, anche tra le cosce Nat era piccola e stretta, ma bagnata e avvolgente, un dolore improvviso cazzo le aveva morso la spalla, stavano delirando doveva darsi una calmata, più facile a dirsi che a farsi, Nat frugava con le mani impaziente cercando di slacciare la fibbia dei pantaloni, con movimenti costanti a tratti lenti e poi selvaggi si torturavano a vicenda, Shadow le cercò la bocca affondando la lingua tra le labbra avido di dissetarsi con i suoi gemiti, ormai priva di volontà Nat rispondeva solo alle sensazioni che si diffondevano nel corpo, tirò fuori il dito bagnato dai suoi umori, continuò a stuzzicarle il clitoide disegnando piccoli cerchi sempre più stretti fino al nocciolo pulsante, pizzicandolo stringendolo quel tanto per farla innarcare, per poi continuare con piccoli cerchi, a Nat girava la testa le mani tremanti non riuscivano ad obbedirle, Shadow le si inginocchiò tra le cosce, troppo sorpresa per capire confusa dalle scariche di adrenalina che la scombussolavano, le abbassò con decisione lo slip del costume, si caricò la gamba destra sulla spalla affondando il naso tra i soffici peli del pube, resasi conto Nat cercò di fermarlo facendo leva sulla testa, iniziò a tirargli i capelli, alzò la testa i loro occhi si incontrano, il suo raggio di luna con le guance arrossate dal desiderio rigate da lacrime, gli occhi lucidi grandi d'argento puro, le labbra gonfie per i baci i morsi selvaggi ( MITAWA) il suo muro così lo aveva chiamato la prima volta che si erano scontrati, bello da morire con quell'aria da tenebroso, gli occhi neri profondi (TI ODIO QUANDO NON CAPISCO COSA DICI) era li inginocchiato con la sua gamba in spalla i capelli come un manto, si leccò il labbro carnoso (MIA) con le dita iniziò dinuovo ad accarezzarla tra le cosce fino ad infilarle dinuovo un dito dentro, Nat chiuse gli occhi e si poggiò con la testa al muro, sicura che non avrebbe retto ancora per molto, le sembrava di soffocare travolta da spasmi, Shadow tolse la mano e lei senti un senso di vuoto subito colmato dalla sua bocca facendola fremere leccava mordeva, si fermava lasciandola nell'agonia dell'attesa, soffiando tra le pieghe della sua carne bollente, per poi continuare a titillare e succhiare, il guizzo della lingua il fiato caldo la bruciavano conducendola in un mondo lontano dove non c'era il peso del corpo, dove si fluttuava leggeri, il corpo incontrollato animato solo da spasmi che crescevano facendola dimenare i fianchi, Shadow continuava a torturarla con affondi di lingua, con entrambe le mani la scopri ancora di più, mordendo il nocciolo pulsante del suo essere donna, catapultandola in un vortice, un esplosione dei sensi, brividi le si irradiarono in tutto il corpo facendole toccare vette inimmaginabili, alzò lo sguardo sul suo volto per coglierne l'estasi, con la mano continuava ad accarezzarla per accompagnarla fino alla fine, gli occhi appannati dal delirio i denti conficcati nel labbro gonfio , per lui era semplicemente meravigliosa, Nat svuotò i polmoni con un urlo liberatorio, lui le fù subito accanto le coprì la bocca con le sue labbra ingoiando i suoi gemiti, le gambe non la reggevano, il suo bacio la sua bocca avevano ora un sapore diverso, il suo sapore, stava scivolando spiaccicata al muro Shadow la prese reggendola sotto le braccia (STAI BENE?) con la vista annebbiata da tante lucine cercava di mettere a fuoco il volto perplesso di Shadow (MI GIRA LA TESTA) si aggrappò al comò per riacquistare l'equilibrio le diede una mano a sistemare lo slip gli tirò giù il vestitino, lei non lo guardava e lui si sarebbe volentieri preso a cazzotti da solo le sembrava così piccola e indifesa, ma cazzo quando partiva era una belva, gli bruciava il cuoio capelluto (GUARDAMI E DIMMI CHE STAI BENE) la prese per il mento alzandole di scatto la testa (PERCHE L'HAI FATTO) a guardarlo bene era sotto sopra anche lui, la canotta alzata e stropicciata scopriva gli addominali scolpiti, una parte del tatuaggio spariva nei box, la fibbia dei pantaloni slacciata e l'evidente protuberanza della sua erezzione, alzò lo sguardo aveva i capelli scompigliati, Shadow cercò di darsi una sistemata allacciandosi i pantaloni (NON PENSARE PERCHE L'HO FATTO VOGLIO...) il suono di un cellulare lo azzittì, era il suo, lo prese dalla tasca posteriore dei pantaloni (DOVE SEI ? QUI SIAMO PRONTI) imprecò mentalmente (DACCI...DAMMI DUE MINUTI JOHN) lo senti ridere (DACCI...LA DICE LUNGA) chiuse la telefonata sbuffando come un toro incazzato (VA IN BAGNO...HAI BISOGNO DI LAVARTI LA FACCIA) era imbarazzante a dirsi ma aveva davvero bisogno di lavarsi -cazzo cazzo- era imbarazzante anche per lei solo pensare di scendere giù e fare finta di niente ora, lo vide sparire in bagno chiudendo la porta dietro di sé, sentiva il rumore dell'acqua scorrere nel lavandino, incominciò a piangere come una creatina coprendosi il volto con le mani, non si riconosceva più, era arrivata in città il martedì sera, stava a sabato mattina chiusa in una camera con un metro e novanta di maschio che le faceva perdere il senno ad un merto di distanza, stravolta per quello che era successo tirò su con il naso asciugandosi il viso con le mani (TIENI) alzò lo sguardo Shadow aveva un espressione indecifrabile tra il dispiaciuto e l'incazzato, le diede un fazzolettino di carta (MI DISPIACE NAT NON CREDEVO DI...) si asciugò gli occhi ( NON E COLPA TUA, SAREI DOVUTA RESTARE A CASA, NON SO COSA MI SIA PASSATO PER LA TESTA A VENIRE QUI, COLPA MIA) e dopo questa lui accusò il colpo come un pugno nello stomaco (VA IN BAGNO, ANCHE TU HAI BISOGNO DI DARTI UNA SISTEMATA, TOGLITI QUEL VESTITINO...TI ASPETTO GIÙ) si legò i capelli e aprì la finestra (CHE FAI?) la fulminò con uno sguardo freddo e distaccato (SCENDO DALLA FINESTRA E FACCIO IL GIRO, SEMBRERÀ CHE VENGO DALLE STALLE, TU SISTEMATI E SCENDI TRANQUILLAMENTE...JOHN È MUTO COME UN PESCE) immaginava che prima di andare via lui l'avrebbe abbracciata, chissà forse stretta per rassicurarla, invece lo vide fare un balzo fuori dalla finestra, corse per affacciarsi, era atterrato con grazia di un felino, calcolò che era ad un altezza di quattro metri o forse più, con lui lontano Nat riacquistò la lucidità per ragionare meglio, corse in bagno per darsi una rinfrescata, decise di tenersi il vestitino, lo lasciò con le mani in certi punti era stropicciato, chi si credeva di essere per darle ordini in quel modo, cosa dire, cosa fare e come vestirsi, genitori amici e insegnanti, se Shadow pensava di aggiungersi alla lista o sostituirli si sbagliava di grosso.
Giù erano tutti pronti e stavano aspettando, non si guardò intorno per non incrociare lo sguardo di John (FORZA NAT DATTI UNA MOSSA) Haster montava un cavallo macchiato  bianco e marrone (MI DISPIACE DELUDERTI MA NON SO ANDARE A CAVALLO) con la coda dell'occhio notò l'assenza di Shadow  (NON PREOCCUPARTI TI INSEGNERÀ CETÀN) (SI COSÌ TI RITROVERAI IN OSPEDALE PRIMA DI LUNEDI) (EHI JOHN INSEGNALE TU AD ANDARE A CAVALLO) le battute si sprecavano tra
John Adam e Cetàn  ( NON DARGLI RETTA NAT, JOHN SI CHIAMA CAVALLO CHE CORRE...IL NOME E TUTTO UN PROGRAMMA) Patricia smontò da cavallo con facilità  (NON PENSARLI, TI AIUTO IO) legò il suo cavallo alla staccionata e ne slegò uno poco distante  (VIENI TI AIUTO IO) i ragazzi osservavano con curiosità  (METTI IL PIEDE SINISTRO QUI, QUESTA SI CHIAMA STAFFA, SERVE PER AIUTARTI A MONTARE IN SELLA E PER POGGIARE I PIEDI QUANDO SARAI IN GROPPA, DAI VIENI) scese i pochi gradini del portico e si avvicinò lentamente (SEI SICURA SONO CADUTA UNA VOLTA HO  PAURA NON VOGLIO RIPETERE L'ESPERIENZA) l'amica le fece cenno di avvicinarsi, e fece cenno ai ragazzi di non fare baccano (PERCHE QUESTO SILENZIO) Patricia parlò a voce bassa con un tono calmo (NON SEI L'UNICA AD ESSERE  SPAVENTATA LEI NON TI CONOSCE) Nat si girò verso le stalle, vide Shadow in groppa ad un cavallo nero sghizzato da minuscole macchioline bianche, sembrava quasi un cielo stellato (LASCIA PERDERE PATRICIA CI PENSO IO) per tutta risposta Patricia gli voltò le spalle indignata  (SONO NATA E CRESCIUTA IN QUESTE TERRE COME TE E SONO IN GRADO QUANTO TE AD INSEGNARLE A MONTARE UN CAVALLO, NON SONO UN INCAPACE) montò sul suo cavallo con una facilità e una destrezza che non mettevano in dubbio le sue parole ( NON HO DETTO QUESTO, LA TUA LEZIONE DI EQUITAZIONE LA FARAI DOPO, ORA È MEGLIO ANDARE) smontò dal cavallo si avvicinò a Nat  (FORZA SALI...GIRATI E METTI IL PIEDE QUI) i suoi modi erano bruschi e spazzientiti, lei si allontanò di qualche passo notando che il cavallo si era agitato e nutriva (NON CI PENSO PROPRIO SEI AMMATTITO, MEGLIO PATRICIA) il suo volto era una maschera di rabbia (IYOTIYEWAKIYE NAJU) lo aveva borbottato tra i denti, lo aveva sentito (TI ODIO) quelle parole arrivarono alle  sue orecchie Shadow la prese perse peso e la issò sulla sella, i ragazzi erano abbastanza distanti da non sentire il loro battibecco  (POVERO ME STÒ IMPAZZENDO, SODDISFATTA?) (NO HO PAURA) le mise i piedi nelle staffe (TI AVEVO DETTO DI TOGLIERE QUESTO VESTITO, TI SI VEDONO LE COSCE) (NON ME NE FREGA NIENTE DELLE COSCE, SE DOPO SONO IN COSTUME SI VEDRÀ ANCHE TUTTO IL RESTO, HO PAURA CAZZO...) (REGITI AL POMO DELLA SELLA, TENGO IO LE BRIGLIE) montò abile e scattante sul suo cavallo, appena incominciò a muovere i primi passi Nat fù presa dal panico, percorrevano un sentiero che via via andava inoltrandosi nella boscaglia, i cavalli procedevano a passo regolare e tranquillo, le sembrava di stare su una barca tutto quell'ondeggiare le faceva girare la testa, Shadow non le parlava e non le rivolgeva neanche uno sguardo, decise di ignorarlo completamente anche se con la mente andava a ripercorre quello che era successo, e alle sensazioni che lui le aveva scatenato, emozioni mai provate, in breve si abituò al ritmo di marcia, respirava a pieni polmoni si lasciò catturare dalla bellezza del bosco l'aria fresca e pulita, i raggi del sole penetravano tra la fitta vegetazione irradiando fasci di luce dai colori brillanti, John fece un fischio e Shadow rispose con un altro fischio, spronò il cavallo ad accelerare il passo, dovette reggersi più forte per non cadere, si sentiva stupida incapace di non guardarlo ma non poteva negare che  stava in quella situazione doveva incolpare se stessa, si ritrovò accanto ad Haster  (TI STAI DIVERTENDO?) (INSOMMA PENSAVO FOSSE  PEGGIO) Shadow approfittò della loro vicinanza per credere ad Haster le briglie del cavallo di Nat, senza dire una parola si allontanò per raggiungere John  che era mi molto più avanti, (ARRABBIATO?) si voltò a guardare l'amica (CREDO, ANCHE SE NON SÒ PERCHÉ) alle loro spalle sopragiunse Tia  (FORSE PERCHÉ NON HAI MESSO I PANTALONI) le lancio un chiaro sguardo alle cosce, solo guardandosi si rese conto che era  praticamente in mutande anche se era lo slip del costume era comunque molto scoperta, cercò di tirare giù l'orlo del vestito troppo imbarazzata per rispondere lasciò cadere la conversazione tra di loro, Shadow e John erano ad una ventina di metri più avanti se poteva si sarebbe volentieri  trasformata in uccellino per ascoltare cosa si stavano dicendo, sicura che stavano parlando di quello che era successo in camera poco prima, al campus aveva già sentito ragazzi scambiarsi delle conferenze e sbandierare ai quattro venti le loro avventure amorose magari montando anche la cosa con aneddoti inventati, stava incominciando ad appuntare una lista di - questa me la paghi - continuarono ad inoltrarsi nella fitta boscaglia, gli si erano appiccicate le  cosce e i glutei alla sella il continuo dondolarsi e lo sfregamento gli stavano procurando escoriazioni, iniziate come un fastidio ora erano diventate dolorose, sperava  di arrivare al lago al più presto.

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