You've got the love I need to see me through

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Gaia's POV

"Casaaaaa" esulto, togliendomi gli stivaletti con la delicatezza di un elefante e buttandomi sul divano, che non mi è mai sembrato così comodo come ora.

"Aamooor" dice mia madre, guardandomi sorridendo. E' stanca anche lei, ma fiera, e la cosa mi gratifica in un modo che non so nemmeno spiegare. 

Siamo partite stamattina presto per Milano, per questioni di lavoro. Mi suona ancora strano dire che faccio qualcosa "per lavoro". Ci sono momenti in cui tutto è così naturale e io mi sento totalmente a mio agio e in grado e altri in cui mi sembra di avere le spalle ancora troppo fragili per reggere certe responsabilità, specie non collegate strettamente alla musica. Ma continuo a dirmi che è normale: non voglio lasciarmi paralizzare da paranoie inutili, devo essere focalizzata. Ho rivisto anche Faustelli, è stato come rivedere un papà. Il fatto che ci sarà anche lui a seguirmi in prima persona nella lavorazione dell'album mi rassicura.

Mi tolgo gli innumerevoli strati che mi avvolgevano e vado in cucina alla ricerca di qualcosa di dolce. Trovo la metà di quella che doveva essere una brioche al cioccolato prima che Fri o la Gio la mangiucchiassero tutta e abbandonassero nel sacchettino di carta. Non è molto, ma è tutto quello che c'è. Con questo magro bottino, salgo su in camera, mi chiudo la porta alle spalle e mi sdraio sul letto. Mi sto godendo casa mia in questi giorni e soprattutto facendo docce eterne! Lo sguardo vaga attorno distrattamente e vedo che, abbandonato sulla scrivania, c'è il mio telefono di X Factor, la scatola dei ricordi, come la chiamavamo ogni tanto tra di noi. Non ho ancora avuto tempo di riaccenderlo , allora mi alzo, recupero il caricatore, lo attacco vicino al letto e torno a sdraiarmi, con il telefono in mano. Vado sulla galleria e inizio a scorrere tra le foto: sembra una vita fa e allo stesso tempo ogni ricordo è estremamente vivido. Mi sposto sui video. Alcuni li so praticamente a memoria da quante volte li ho riguardati nel loft: io che insegno a ballare la samba a Rosh con scarsi risultati, l'ultimo round della partita di ping pong passata alla storia tra Jiggy e Marco dei Les Enfants con tutto il loft a fare il tifo, io e Da che cantiamo in accappatoio. Continuo a scorrere, alla ricerca di uno degli ultimi di noi finalisti tutti insieme, quando un'icona attira la mia attenzione: la faccia di Rosh in primo piano e tutto attorno uno sfondo indefinito. Non ricordo di averlo girato io , per cui incuriosita clicco su.

"Ciao Gaiuuuu" dice una Rosh, in primo piano. "Aspetta, che mi siedo". Segue un vorticare confuso della telecamera, con Rosh in sottofondo che sposta cose. "Ok, ce l'ho fatta, ci sono" Riconosco la sala musica del loft e lei seduta a terra. "Eh nulla, volevo riprendermi mentre provavo Animal , ma ho sbagliato telefono...per cui farò un video, in cui ti dirò cose a caso" se la ride tra sè "Ahhh, come sono simpiii". "In realtà c'è solo una cosa che devo dirti...puzziiiiii". Continua a ridacchiare "Però ti voglio bene lo stesso" dice, avvicinandosi all'obiettivo e mandando un bacino "Lo ssssai, lo ssaaaai" aggiunge, imitando Jiggy. Rido divertita, con un moto di tenerezza nel vederla così. "Oook, sto dicendo solo cose senza senso, per cui chiuderò qui" continua, alzandosi e regalando alla telecamera un primo piano delle sue tette. "Booobs" dice divertita, probabilmente rendendosi conto dell'accaduto. "Torno a provare...Ciao Gaaaaaa! E....bacini stellariii" conclude, ridendo.

Chiudo tutto e torno con la mente alla seconda settimana nel loft


"Ciao a tutti"

"Ciaoo, grazie"

"Ciaoooo"

"Grazie, buona serataa"

I ragazzi della produzione vanno via dopo aver finito di toglierci gli ultimi microfoni e impacchettato videocamere e attrezzatura varia.

Si sono appena concluse le assegnazioni e come ogni volta dopo che le telecamere  escono di scena dal loft, c'è uno strano clima: chi più chi meno, siamo ancora tutti un po'ingessati, calati nella parte e con quella specie di ansia da prestazione addosso che hai quando sai di essere osservato.  Non è facile rimanere naturali con un microfono collegato e le telecamere da tutte le parti. Abbiamo imparato a conoscere tutti i  tecnici e i membri della produzione, vera ossatura del programma, e per quanto siano facce familiari e presenza molto discrete, è comunque innaturale averli attorno in certi momenti. Ma ci stiamo facendo l'abitudine. Solitamente, il momento post assegnazioni porta un'energia strana. E' come se tutti dovessero metabolizzare la sfida, concentrarsi su questo nuovo impegno e non sempre si tratta di qualcosa di cui sei entusiasta al 100%, per cui ci sono umori eterogenei che riempiono l'aria rendendola quasi più densa. Vedo Rosh seduta sul divano in sala, con il computer davanti e le cuffie. Ci siamo scambiate solo qualche parola veloce dopo che Fedez e Fausto sono andati via: si è subito isolata e la sua preoccupazione è palpabile. Siamo alla seconda settimana, ma so già di cosa è capace. Ho una considerazione di lei come artista che è alle stelle e sono sicura, sicurissima, che farà un' ottima performance. Vorrei avvicinarmi e rassicurarla, facendo in modo che veda la situazione con la stessa convinzione che ho io , ma conosco benissimo le paranoie da prestazione e il bisogno di solitudine di certi momenti, per cui lascio stare e raggiungo Cate sul divano. Strimpelliamo un po' con la chitarra: suonare mi fa stare bene e poi sto imparando tantissimo, da tutti. Con la coda dell'occhio vedo Rosh togliersi le cuffie, spegnere il computer e alzarsi andando verso la camera. "Ehi Cate, vado ad ascoltarmi il pezzo che mi sta già salendo un po' d'ansia", "Sì, adesso inizio anche io" mi dice un po' pensierosa. "Dai, tranquilla, ci lavori su, andrà benissimo" le dico sorridendole e lasciandole un bacio sulla guancia. Poi poggio la chitarra e raggiungo Rosh in camera.

...To the moon and backDove le storie prendono vita. Scoprilo ora