Phoenix, 11/10/13
"Puoi soltanto risalire dopo che hai toccato il fondo."
Ahh tutte stronzate, le solite frasi.
Continui ad andare sempre più giù, ti perdi, finché superi il fondo, e a quel punto é troppo tardi per risalire in superficie.
VanessaA volte mi capita di voler tornare indietro con la mente, di voler ricordare i miei pensieri, le mie aspirazioni, i miei sogni e i miei incubi in quello che definisco, il "periodo buio" della mia vita.
A quei tempi, spesso e volentieri, entravo singhiozzante nella mia piccola cameretta, il mio rifugio, mi sedevo alla scrivania, la penna toccava il foglio e rimanevo stregata dalla magia dell'inchiostro, dal suo potere.
Fu in quei momenti che il rap mi incatenò a sé, da allora non riuscii più a farne a meno. Scrissi parole, rime, versi, strofe, pagine e pagine, senza mai fermarmi.
Ricordo che scrivere mi permetteva di calmare tutta la rabbia e il dolore che provavo, ero agli inizi.
Scrivevo per trattenere le lacrime, avevo giurato a me stessa che non ne avrei più versata mezza; non si meritava le mie lacrime, io valevo di più.Non mi limitavo solo a scrivere; rappavo e cantavo anche, ma essendo rischioso lo facevo in totale solitudine o in presenza di mia madre per rallegrarla.
Diceva sempre che sembravo un angelo e che cantando le miglioravo la giornata, diceva: "il sole splende per te, il mondo è tuo, prendilo!" con un sorriso, diceva che la forza per sorridere la trovava in me, diceva che io ero tutto ciò di cui aveva bisogno.
Ora non c'è più, e nessuno mi guarderà mai al suo stesso modo.Così, con questi pensieri, mi preparavo per la battle; spesso ho la testa fra le nuvole e sono sovrappensiero, proprio per questo, quel giorno, vista la disattenzione, stavo rischiando di bruciarmi con la piastra per capelli.
Dopo aver lisciato i capelli a sufficienza, passai al trucco. Non mi è mai piaciuto esagerare con i cosmetici, anche perché costano troppo, perciò opto sempre per un po' di mascara e un leggero tocco di lipgloss, scegliendo la tinta ideale per far risaltare le mie lentiggini, sparse qua e là su naso e guance.
Superato questo passaggio, restava l'ostacolo più grande: scegliere i vestiti.
Provai diversi capi e vari abbinamenti, ma la mia scelta, come ogni volta, ricadde sulle felpe, ne presi una della D&C shoes, la indossai velocemente, chiusi la zip dei miei skinny jeans preferiti e uscii di casa.Gli altri mi stavano già aspettando da un po'. "Scusate, sapete che la puntualità..." dissi dispiaciuta, ma Anselmo mi interruppe subito.
"Sisi, ne siamo consapevoli ma ahora (ora) andiamo o iniziano senza di te. Ci farai le tue scuse dopo, offrendoci la pizza con i soldi della tua vincita, Reina" disse ridendo e nel contempo iniziando a camminare velocemente per raggiungere la nuova Mercedes.
I miei ragazzi, la gang 'Drunk Demons', e quelli del nostro quartiere mi chiamavano 'Reina del beat' (ovvero regina del beat in spagnolo, molti di loro, infatti, sono colombiani o latini) proprio perché vincevo praticamente sempre alle gare di freestyle."Ehi stronzetto! Non ho ancora vinto, non mettermi pressione..
È quella?!" Completai la frase indicando la vettura."Mmm, un piccolo regalo" rispose ironico Manuel
"Cavolo, siete proprio dei cazzoni" dissi divertita
Raggiunta l'automobile, mi sedetti sul sedile del conducente, pronta a sfrecciare per le strade di Phoenix, e uscii dal parcheggio delle grigie case popolari.
Girai in Street Ave, e presi l'uscita S 1 per poi svoltare a destra e spostarmi su una piccola strada provinciale, verso i quartieri più malfamati e isolati della città.
Nel frattempo i ragazzi sparavano parole a raffica, per farmi esercitare, e io, utilizzandole, creavo rime o strofe intere.Fortunatamente, grazie alla mia guida spericolata, arrivammo con dieci minuti d'anticipo.
L'ansia si faceva sentire, mani sudate e gola secca. Feci un fischio a Pablo che mi passò una redbull fresca di frigo, la aprii e la bevvi tutta d'un fiato.
I miei amici mi rassicuravano: "spaccherai come sempre, forza Chica", li guardai uno a uno: Pablo, vent'anni, ragazzo alto e palestrato, occhi verdi tendenti al marrone, sorriso caldo e gentile e magnifici capelli scuri, in breve il belloccio di turno; Anselmo, 18enne frequentante della mia stessa scuola, la Washington High School, ragazzo molto intelligente e di bell'aspetto; Manuel, 24enne nostro Signore della droga, il nostro El Chapo dei poveri. Lui si occupa dello spaccio e io degli affari e dei conti; Chris, 19enne sballato e cazzone, si occupa delle armi, a volte ci tocca fare un po' di casino con le altre gang, per il resto è un bravo ragazzo ed è un ottimo beatboxer.
Miller, 17enne dell'Idaho e mio migliore amico, nonché "spasimante", ragazzo forte, di bell'aspetto, con meravigliosi capelli ricci color cioccolato e occhi verdi;
Marselo, unico 16enne del gruppo, cocciuto ma anche molto simpatico.Loro sono la mia famiglia e una parte del mio cuore, insieme ne abbiamo passate tante; osservai i loro visi stanchi, vissuti e cresciuti troppo in fretta, costretti dalla durezza del mondo. Mi hanno designato come loro capo, credendomi un supereroe perché ho avuto la forza di rialzarmi contando solo su me stessa, esternando i miei sentimenti con parole, ossimori, figure retoriche, suoni, rime, assonanze e consonanze. Io sono il loro orgoglio perché reincarno tutti i loro credo, perché ce l'ho fatta e ho creduto in me stessa. Fin da quando eravamo bambini, io sono la loro sorellina ma anche la loro leader decisa.
Li abbracciai e li ringraziai, poi a passo sicuro mi feci largo tra la folla, arrivai al centro del vortice di persone, mi tolsi il cappuccio dalla testa e presi in mano il microfono.
Tutti applaudirono, sono abbastanza famosa, rivolsi uno sguardo provocatorio al mio sfidante, Taison, che ricambió con il suo da pervertito.
Strinsi il microfono, la folla diede il tempo, la base partì e fiumi di parole uscirono dalla mia bocca, avvenne la magia, quella che solo le rime possono creare, instaurai un certo feeling con il pubblico e allora iniziai a sfottere un po' Tai', cosa che faceva sempre ridere tutti in freestyle.Arrivò il suo turno ma tutti gli fischiarono, avevo ottenuto il loro sostegno: la vittoria era mia. Tai' fece la sua patetica sceneggiata da rappettaro fallito, e tutti già lo prendevano in giro per la sconfitta.
L'organizzatore della gara, Stefan, prese parola: "Allora ragazzi calmiamoci, è arrivato il momento del voto. Chi tifa per Vanessa?"
Applausi e fischi d'incoraggiamento presero il sopravvento, la mia vittoria era evidente!
"Okay, calmi calmi. Chi per Taison? Su ragazzi!" Continuò lui.
Pochissime persone tifarono ed io tirai il tanto atteso sospiro di sollievo."La Reina colpisce ancora, popooohpoohhh urrà urrà" gridarono gli spettatori e i miei amici.
Io ce l'avevo fatta, ancora, solo per me stessa, sola in questa cazzo di tempesta.
Ogni volta che vincevo era un nuova rinascita, un'altra ferita chiusa e cicatrizzata.
ヾ(@^▽^@)ノ
Hi people! Questa è la mia prima storia su wattpad, per me è molto importante. Ringrazio tutti coloro che la leggeranno e se vi piace, lasciate qualche stelline e commento. Se volete conoscermi meglio, scrivetemi pure😚Grazie, Bebe💗
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Rose On Fire
RomanceVanessa Johnson è una 17enne di Phoenix, frequentante la Washington High School. Cresciuta in una realtà difficile e a tratti insopportabile. Rimasta orfana di entrambi i genitori a causa di una drammatica tragedia; il padre, uomo molto violento, c...