William Shakespeare

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La mattina seguente mi risvegliai con un terribile dolore al collo, causato dalla scomoda posizione in cui mi ero addormentata.
Che poi quando era successo?
Mi massaggiai lentamente il collo, e mi tornó in mente quello che avevo, o meglio, credevo di aver visto la sera prima.
Probabilmente avevo immaginato tutto, e pensai che dovevo seriamente smetterla di guardare tutti quei film horror e quei gialli, che poi mi condizionavano troppo.
Ad esempio, ero assolutamente certa del fatto che non sarei mai riuscita a fare una doccia se fossi stata in casa da sola.
Mai e poi mai l'avrei fatto. Se poi arrivava un assassino?! Come avrei fatto a difendermi?
Ecco appunto.. Avevo seriamente bisogno di riprendere a guardare i cartoni.

Giunsi a quella conclusione proprio quando dalla porta di camera mia, vidi sbucare mia madre, con il suo solito sorriso smagliante e un aspetto, che di certo, era l'opposto del mio.
Come faceva? Non ne avevo idea.
"Jaaane! Che bello, sei già sveglia! Adesso alzati, da brava.
Ma hai dormito lì? Tesoro non farlo! Lo sai che non va bene! Poi dormi male e prendi freddo.."
"Si mamma, lo so" la interruppi "Ieri ero stanca e devo essermi addormentata senza accorgermene."
"Va bene tesoro, adesso vai in bagno e datti una sistemata, sembra che non dormi da giorni" disse dandomi un bacio sulla fronte e andando ad aprire la finestra della mia camera per far cambiare l'aria della stanza.
Lo faceva sempre. Era convinta che con un ricambio d'aria fresca, la notte avrei dormito bene. Ma raramente mi capitava di dormire tranquillamente o comunque di non fare incubi.

Con il passo di uno zombie, mi diressi in bagno e mi preparai con la velocità di un bradipo.
Una volta finito, buttai velocemente i libri che erano sparsi sulla scrivania nello zaino, e scesi al piano di sotto.
Salutai mio padre, il quale mi auguró una buona giornata e poi mia madre che, invece, mi rimproverò perché non avevo messo una camicia al posto della maglietta a maniche corte che indossavo. Al solito.
Uscii di casa giusto in tempo per salire sul bus.
Questa volta, quando mi voltai per guardarmi intorno, non vidi il ragazzo del giorno prima.
In poco tempo il bus si fermó davanti a scuola e subito vidi Emily intenta a guardare il suo quaderno con aria concentrata e una penna in mano.
La raggiunsi e la salutai.
"Ehi Em! Tutto okay? Che combini?"
"Ciao Janee! Si si tutto bene, ma ti prego aiutami. Mi potresti spiegare questi esercizi di matematica! Io non ci ho capito niente, e se la "signorina" Rottermeyer mi chiama per andare alla lavagna a correggerli..non saprei proprio cosa fare. Sono nel panico più totale"
Mi venne da ridere vedendo la paura che quegli esercizi avevano il potere di suscitarle.
"Si, Em, stai tranquilla. Non sono così difficili"
Presi il suo quaderno tra le mani e provai a spiegarle i passaggi come meglio potei. Eravamo all'ultimo quando arrivó anche Sophie.
"Buon giorno ragazzee! Un momento, perché fate matematica? Bleah!"
"Le sto dando una mano perché non aveva capito un tubo"
"Ehiii! Grazie eh! Sto facendo i miei progressi però" si difese facendomi la linguaccia.
"Si si certo" aggiunsi con tono di scherno.
"Non abbiamo più tempo per la colazione.." Constatai, dopo aver controllato l'ora, con un filo di tristezza, sentendo il mio stomaco brontolare.
Dovevo imparare a fare la colazione a casa.
"Ho dei biscotti" disse esultando Sophie "li ha fatti mia madre, ma ha esagerato con le quantità e mi ha detto di portarmene dietro qualcuno da offrire in giro..Lo so che è un po'  pazza."
A quella confessione ci si illuminarono gli occhi.
" Ma che pazza?! Io l'adoro quella donna!" Dissi gioiosa.
Ed era vero. La madre di Sophie, Carol, era la miglior sfornatrice di dolci della città, e su questo non si discuteva.
Dopo che li ebbe tirati fuori dallo zaino, iniziammo tutte a sgranocchiarli.
Erano davvero buoni.
"Jane, senti, ma alla fine con Ethan?" Mi chiese Emily
"Si infatti, vi siete più sentiti?" Continuó Sophie.
È vero! Avrei voluto aggiornarle sulla "questione Ethan", ma mi era proprio passato di mente..
"Si, beh ecco, ieri.."

Mi spronarono a raccontare quello che era successo, e io le accontentai.
"Aww che tenero, lo adoro anche io. Magari anche a me Caleb facesse un regalo del genere!" lo lodò Emily.
Sophie invece non sembrava essere molto entusiasta.
"Che cosa c'è Soph?" Le domandai.
" Secondo me dovresti lasciarlo Jane. Davvero. Non può fare il bastardo e poi cavarsela sempre facendoti regali. O forse vorresti farlo, ma in fondo ti fanno comodo, mi sbaglio? "
Quel commento mi spiazzò.
Come poteva pensarla in quel modo?
Io non ero così. Possibile che avesse ragione?
Non seppi darmi una risposta, e la parte offesa che era in me, prese il sopravvento.
"Bene, grazie per la sincerità. Io vado dentro" dissi con tono piatto.
Iniziai a salire le poche scale che portavano all'ingresso del liceo, quando sentii dei passi dietro di me.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 28, 2017 ⏰

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