GUERRA APERTA

148 28 31
                                    

*leggete per favore lo spazio autrice sotto❤ Buona lettura❤

IL CONTO ALLA ROVESCIA


È INIZIATO.
L'azzurro era inteso, il dorato caldo e penetrante si immergeva nell'aria, esso sprigionava gioia, calma. Quel cielo tinto dai colori più chiari, era rischiarato ancora di più dai vivaci colori del sole, che penetrava come aghi senza dolore, sui che corpi vivevano sotto di lui. Quello era il cielo di quel pomeriggio. Mozzafiato. Quello era il cielo di sempre, anche se nuvoloso e grigio, era il cielo di una città, di un mondo con il sorriso stampato sul volto e sulle gioie delle vita. Tutto era stato sempre così uguale, calmo, sereno, una vita da favola con i problemi normali, come adolescenti che prendevano brutti voti, chiacchieravano, parlavano, amavano e odiavano. Vi erano poveri, ma Rosso era sempre stata una città accogliente e prospera sia per la pastorizia sia l'agricoltura, lì la porta era sempre stata aperta a tutti, e come alcuni poeti latini, tipo Virgilio, potrei paragonare Rosso all'età dell'oro. Alcune strade pullulavano di gente, altre erano solitarie, mentre i rami di alberi lunghi e spessi le ombravano, altre erano in restaurazione, i bambini andavano a scuola, gli adulti andavano a lavoro...
Era tutto normale nel bene. Nessuno sospettava nulla, e mai avrebbe potuto sospettare, che quel pomeriggio sarebbe accaduto qualcosa di diverso, la guerra sarebbe iniziata. Il cielo, così bello, venne attirato da creature maligne, portatrici di disgrazie e sventure, portatrici di magia , non che si possa definire una disgrazia. Qualcosa di piccolo, rotondo, luminoso e potente, diede il via al conto alla rovescia che determinerà la vita di tutti, nel bene e nel male.

-Cra cra!- si sentì nell'aria circostante, limpida e troppo serena, per quegli esserini dai corpi neri e occhi vitrei.
-Cra cra!-Si sentì ancora, più come una lamento, una protesta per quel sole che ci abbagliava in un cielo pomeridiano, per quel sole che risplendeva sui nostri corpi ricoperti da pellicce color carbone. Si sentì ancora quel suono, ma più strozzato, più desiderato, più patito, che si fece man mano più intenso nella discesa verso quel mondo, che lui reputava misero, povero, stupido, senza alcun senso di sopravvivenza. Gli Elplex, si chiamavano, in un tempo remoto e passato, un tempo magnifico che non avrei mai potuto dimenticare, come lei. Adesso erano solo uomini, all'oscuro dell'esistenza della magia, la quale non apparteneva a nessuno di loro, ne avrebbe potuto farne realmente parte, eccetto qualcuno. Avevano viaggiato e perlustrato in lungo e largo le città degli Emplex, ma nulla, lei non era mai stata trovata, per fortuna. Quel giorno la sentimmo, persino io la percepì. Lui come un corvo, quale era, si lanciò in picchiata, verso un cumulo di case dai tetti di mattoni colorati e strade ricolme di gente indaffarata nei loro problemi, in un'altra citta come tutte le altra, diciamo, ognuna aveva usi e costumi differenti, sempre piene di babbani ma, la vera é grande diversità è che lì, vi era la speranza di un intero mondo, che avrebbe potuto essere cancellato dalla storia per merito di Escape, tutto era nelle sue "mani", e in quel momento anche nelle mie.
"Escape non sarebbe meglio sorvolare questa città, è una come le altre", cerco di persuaderlo con la mia mente; solo così posso ormai comunicare, solo così noi corvi potevamo esprimerci.
"Zitto, so benissimo che la senti anche tu, lei e vicina e se vuoi che tua moglie non finisca divorata dalla mia amata regina, ti conviene fare quello che ti dico e in silenzio!!", "detto" questo, guardandomi con i suoi occhi pervasi dall'amore cieco che provava per quella donna, così meschina e perversa, vola tra le auto troppo colorate, perfino ai miei gusti, e con il suo sguardo penetra negli occhi di ogni singolo volto per cercare la Famosa "Pandora". Io obbedisco. "Giudico il suo amore folle e non contraccambiato, mentre io non mi comporto così bene. Per la mia famiglia farei di tutto, anche stare dalla parte del male, uccidere chi si mette contro di me e i miei ideali. Potrei ammazzare un mondo intero pur di vedere ogni mio figlio con un piatto di vermi alle zampe, pur di vederli vivi. Sono un mostro". Nessuno si accorge di due corvi che volano in piena città a due centimetri dalle teste di persone umane, troppo impegnati nei loro problemi. Seguo Escape, sapendo che non c'è bisogno, la "sua" scia si sente da lontano un miglio. Svolazziamo alla velocità del vento per non far sprecare quella occasione. Lo scopo di quel brutto verme, in versione uccello, non era avere Pandora, ma il ringraziamento dalla sua regina, il suo amore, non sapeva che lei, appena avrebbe avuto quello che voleva, l'avrebbe scaricato o addirittura ucciso con il sorriso sulle labbra, per averlo soggiogato tutto quel tempo. Meridia aveva solo un desiderio perverso in mente, articolato da anni di rancori e odi: La morte di tutti e specialmente la "sua", alle sue maniere.
L'aria è impregnata dal fumo delle auto delle macchine, usciamo dalla strada per imboccare vicoli e vicoletti, discese e salite, con Escape sempre davanti a me gli trasmetto: " Possibile che sia lei?"
"Ovvio", mi trasmette con la sua voce che non permette obiezioni: "Muoviti!", mi sospinge stavolta eccitato. Non voglio che venga catturata, tutto finirebbe.
"Cosa facciamo appena la vediamo?"
"Ah,ah,ah La uccidiamo ovvio", "dice" come se niente fosse, con una risata che mi fa arricciare la pelliccia e mordere la lingua, ma non per il fatto di uccidere, ho già ucciso molti, ma mai una mia speranza. Riesco a sussurrare: "Come?"
Un'altra sua risata pervade la mia mente, mentre svoltiamo in una stradina e ci ritroviamo verso l'entrata di una città, su un'autostrada grigia, con un cartello conficcato ai lati, dove vi è scritto: " Benvenuti a Rosso".
Escape giunge nella mia mente con fare scherzoso: "Non potrei mai ucciderla, la mia regina mi ammazzerebbe".
Rimango sorpreso, e rallento un attimo il volo delle mie ali con disappunto, più calmo, quasi sereno. Nessuno sapeva i piani dell'Oscura, neppure la sua più servile marionetta Escape, ma lui non si curava più di tanto di questo, era ubbidiente ai suoi ordini per compiarcerla, lui era suo. Un'altra risata: "Vuole ucciderla lei, nel modo più atroce possibile".
Si ferma un minuto, poi si gira, i suoi occhi da corvo nero mi osservano nel profondo, facendomi annegare nella voragine buia che si cela all'interno, con voce impassibile mi trasmette: "Noi la cattureremo solo, Filip"

Era notte due ore dopo, il sole ormai aveva lasciato spazio alla luna e alle stelle che risplendevano nell'immenso cielo infinito, quando in una stradina solitaria di sentì un grido soffocato, suoni macabri e parole proferite in singhiozzi strozzati, non appartenevano ad una persona qualsiasi, ma alla speranza di molti.

*Attenzione: i pensieri sono trascritti fra le due virgolette, mentre il più delle volte i dialoghi di mente fra i corvi sono premessi dai due punti e le virgolette.*

*Ragazzi fatemi sapere se il capitolo vi piace e se è così votate😉. Cosa ne pensate di tutto quello che sta accadendo? Spero vi piaccia💓. Mi dispiace se è arrivato così tardi....cercherò di velocizzare i tempi💓
Alle prossima😘*

*Importante: Ragazzi fatemi sapere se volete che la storia continui o votando o commentando perchè davvero sono indecisa sul da farsi*
😘Help Me!!😘

PANDORADove le storie prendono vita. Scoprilo ora