Capitolo 1

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Ci siamo incontrati in un sogno questa volta. Era un sogno strano. Mi sentivo galleggiare in una dimensione senza tempo, senza peso. Fluttuavo nel nulla e nel tutto. C'era il mare fuori e dentro i tuoi occhi, accecati di tenerezza e di luce. E lì mi sono persa, ma senza perdermi veramente. Come se in quello smarrimento avessi finalmente ritrovato il senso profondo, la direzione, l'essenza, avessi ritrovato me stessa.

E quando un giorno mi guarderò indietro, rivedrò il dolore si, ma anche tutte le gioie che sono rimaste incise a fuoco sul mio cuore. Ne è valsa la pena, ne sono certa. Rifarei assolutamente tutto dall'inizio per poter risentire la mia anima andare a ritmo con il tuo cuore.

Tuttavia ho capito che l'amore non basta, non basta mai. Anche con ogni tentativo possibile, rimani sempre al punto di partenza. Ho capito che l'amore ride dei poveri amanti, costretti a separarsi pur di pensare ad un bene comune.

Per quanto si possa amare una persona, questa ti scapperà sempre. E' questa la peggiore punizione per due amanti: non poter amare. Come per un uccellino sono indispensabili le sue ali, per gli amanti accecati dalla passione è indispensabile rimanere uniti.

Il mio sguardo cade sulla finestra e va oltre il mare, va oltre il piccolo porticciolo del vecchio Oliver, fino ad arrivare nella foresta di pini. Il loro aroma è come incastonato nel mio naso, facendomelo quasi odiare a volte. Vado ancora avanti fino ad arrivare nel posto dove un tempo sorgeva uno dei più grandi ed imponenti castelli del mondo angelico.

Le sirene mi riferiscono tutto ciò che è accaduto e che tutt'ora accade in quel luogo, un tempo casa mia. I bambini stanno continuando gli allenamenti, le donne sono sempre con le maniche rimboccate per poter aiutare gli uomini.

All'inizio hanno avuto dei problemi con l'acqua, il cibo, e sopratutto le medicine. Molti sono stati i morti per infezioni dopo il crollo del palazzo, e se chiudo gli occhi posso risentire le urla. Quel giorno mi pesa come un macigno sul cuore, ma ho giurato a Ran che non l'avrei mai detto a nessuno.

Ran è la fonte più attendibile fra tutte, quella di cui mi fido di più. Mi ha informata di tutto quello che hanno passato i miei amici, senza tralasciare neanche un dettaglio. Mi ha raccontato del regno di Finn, che sembra non andare molto bene. Il popolo ha perso tutta la simpatia che aveva per lui, fino a non considerarlo più come un sovrano. Gira voce che si siano formati dei gruppi di rivolta contro di lui, che tuttavia non hanno ancora agito. Axel sta agendo per poterli controllare, ma la situazione è tesa come una corda di violino. Un passo falso e crolla tutto.

Inoltre, ci sono stati molti attacchi di demoni nel luogo in cui un tempo sorgeva il castello. Sono stati pianificati degli orari notturni e diurni per pattugliare l'area, così da vivere più tranquillamente. Il popolo adesso vive in delle piccole tende da campeggio, sparse un po' per tutto il grande prato.

I miei pensieri cadono ancora una volta sulla persona che mi salva e mi distrugge nello stesso momento. Colui che ha fatto parte dei miei incubi per molto tempo, ma anche dei sogni più belli. Finn è l'unica persona che mi faceva perdere la pazienza con la stessa velocità con la quale si faceva perdonare tutto. Nei miei sogni troverò sempre una via per tornare da lui, anche quando i miei demoni ridono di me alle mie spalle.

I miei pensieri vengono interrotti da qualcuno che bussa alla porta, così rispondo con un semplice "avanti" concedendo l'entrata. Una Ran euforica e con un sorriso a trentadue denti entra nella stanza, dopodiché sgrana gli occhi non appena mi vede ancora nella vasca da bagno. Dopotutto, sto facendo il bagno da mezz'ora.

<<La cerimonia d'incoronazione è tra meno di venti minuti!>> esclama, andando a prendermi un asciugamano abbastanza grande per il mio corpo.

Questione di sangue: Resilience Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora