Capitolo 3

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La luce di un nuovo giorno mi fa aprire gli occhi, per poi farmeli richiudere velocemente a causa del fastidio. Mi concedo cinque minuti per svegliarmi con calma, prima di uscire dal mio comodo e caldo letto. Tiro completamente le tende, notando che il mare oggi è così calmo da sembrare una tavola d'acqua cristallina. Una barca che conosco bene è nel porticciolo del palazzo, e questo mi fa sorridere. Riconosco il vecchio taglio sul fianco sinistro della barca a vela, ricordando quella mattina di cinque anni fa. Mi sfilo velocemente il pigiama, indossando la mia solita e vecchia tuta nera per poi correre a rotta di collo all'ingresso del castello.

Do velocemente il buongiorno alle sirene che incontro lungo la strada e loro, anche se confuse, mi sorridono gentilmente. Arrivo all'ingresso del castello e noto subito la chioma bionda e ricciola di Ran, che in questo momento mi dà le spalle.

<<Ran! Quando pensavi di dirmi che Oliver è qui?>> le chiedo sorridente, affiancandola.

Il mio sorriso dura poco.

Sono arrivata così velocemente che non ho fatto in tempo a vedere le quattro figure in fondo alla stanza. Queste mi guardano con rancore e rabbia. Una persona spicca sulle altre tre. Il suo sguardo mi perfora da parte a parte, impedendomi di muovere anche solo un muscolo, anche se vorrei tanto scappare. Un freddo innaturale per questo posto mi si insinua dentro, sotto pelle, direttamente nelle viscere. Anche dopo cinque anni, l'effetto che lui ha su di me non è cambiato neanche di una virgola.

<<Stavo per venire a chiamarti...>> sussurra Ran, abbassando la testa dispiaciuta per questa situazione.

<<Non abbiamo niente di cui parlare.>> dico, rivolgendo un'ultima occhiata a Finn prima di voltarmi e tornare sui miei passi.

<<Alyssa>> sussurra Ella, facendomi bloccare di colpo. <<per favore, non andartene.>>

Mi volto ancora una volta, notando i due pozzi blu di Ella adesso più ludici. Mi prendo un attimo per osservarla bene, rendendomi conto che è più alta rispetto a quando aveva diciotto anni. Tuttavia, i suoi capelli sono più corti, enfatizzando i suoi teneri boccoli biondi. Anzi, sono tutti un po' cambiati. Axel ha un leggero velo di barba, ma ancora il viso di un ragazzino di diciotto anni. Electra, al contrario della sorella, si è fatta allungare i capelli. Tuttavia è cambiata anche lei. Non ha più quell'aria da ragazzina; il tempo e le circostanze l'hanno cambiata, facendola diventare una donna.

<<Non andartene.>> ripete ancora Ella.

<<Ma non l'hai ancora capito, Ella?>> chiede Finn con tono acido e pronto a colpire. <<Alyssa se n'è andata molto tempo fa, e per l'esattezza da cinque anni. Quest'Alyssa davanti ai nostri occhi non ha nulla a che fare con noi.>>

Rimango impietrita davanti al suo sguardo pieno di  rabbia. La sua mascella è serrata, mentre i suoi occhi sembrano due coltelli affilati. Se solo lui sapesse che tutto quello che ho fatto, l'ho fatto per loro, per lui.

<<Perché siete qui?>> domanda Ran, come se avesse capito il mio stato d'animo.

<<Non parliamone qui.>> inizia Axel, guardandosi intorno con fare sospettoso. <<E' importante.>>

<<Capito, seguitemi.>> dico prima di voltarmi e tornare sui miei passi. Sento che anche gli altri mi stanno seguendo, così gli faccio strada fino al vecchio studio di mio padre.

<<Ti trovi bene qui?>> mi chiede Ella, affiancandomi. Anche se lei sta sorridendo, io proprio non riesco a ricambiare, così anche il suo sorriso si spegne.

<<Si.>> rispondo schiva, per poi guardare davanti a me.

<<Perché non mi hai scritto? Hai letto le mie lettere durante questi anni?>>

Questione di sangue: Resilience Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora