Il respiro era lì, c'era di continuo ma non se ne rendeva sempre conto, ciò che smembrava il suono era la voglia di sentirne un altro più delicato ma intensamente più forte del suo, rumoroso e impacciato privo di gioia o di qualsiasi tipo di piccola linearità che avrebbe dato pace al suo così deforme, così aritmico.
Frank... pressapoco una perfezione anomala nel conflitto tra utopia e incredibilità, una mente acuta fin troppo acuta, tanto da sembrare di parlare con più di una persona tanto quanto sembrare di toccare più di una pelle. L'uomo che combatte contro se negando a se, cercando di cogliere la più minima impercettibile distorsione del suo essere per poi ponderarla e mostrarla a tutti, già, come fosse una preziosità da far vedere a coloro che esso stesso reputava fondamentali per il proprio ego. Un ego che volutamente in Frank assumeva spesso il controllo di esso mostrando con il corpo ciò che Frank non riusciva da solo a mostrare.
Una corazza uno scudo, non si sa, ma di certo aveva dato vita ad un alter ego estremamente forte e complesso tanto risultare pesante da mantenere anche dal creatore, ma allo stesso tempo così necessario e voluto, tanto da risultare indelebile."L'uomo non cede all'uomo"-una frase basica che esso stesso ripeteva a se speculando sugli altri, rendendo noto a tutti che la sua sicurezza a pugno chiuso fosse pressappoco immune a tutto.
Anche l'uomo che non cede a sé o l'uomo stesso incontra di prepotenza o per puro caso un gradino o una radice fuori posto che lo fa inciampare, rendendolo per un attimo tentennante difronte anche alla sua forma più rigida e inattaccabile. Così esso si senti persuaso e instabile e come sensazione nuova, Frank doveva analizzarla, provare a comprendere la paura o il nodo alla gola risultava malato, una sicurezza che trema è malata.
Ciò che rese morituro il senso di appartenenza a tutto di esso fu proprio una donna. Una donna che a distanza di anni, esattamente 2 credo o poco più ma ciò non fa differenza.
Jane era il punto debole, un tallone d'Achille così presente che agli occhi del giovane si pone come una macchia sulla sua luminosa armatura, e un'armatura che non brilla o brilla poco non attira nessuno al cospetto di nessuno.
Questo a lui non piace, non piace per niente, la loro storia intrecciata rendeva difficoltoso ogni gesto o sensazione positiva di Frank nei confronti di altre donne, e lui voleva altre donne amava altre a modo suo, lui è cosi non sa amare nessuno ama il suo sentimento, la forma che assume il suo sentimento quando sente un qualcosa di diverso.
Ma di lei era proprietà.
Passavano mesi scomposti in giorni o in ore che assumevano la forza di anni, eppure ad ogni incontro esso nonostante la compagnia o la volontà di vedere e di volere la persona con chi stava cedeva, cedeva a lei come la neve allo sguardo tentatore del sole, e lei voleva questa anche se per innumerevoli volte si sentì in colpa ma lui rassicurava, diceva sempre che se veramente avesse amato non l'avrebbe toccata, ma se questo amore fatto a catena, o meglio come le maglie di una catena, potesse essere saldato in quegli istanti dove c'erano solo lei e lui non avrebbe avuto conto, o importanza, il senso di colpa veniva dopo ma a lui importava dell'attimo, la sua unità di misura non era l'ora ma era l'attimo.
La storia non crolla, più gli anni fanno il corso più si fortifica nonostante le presenze o le volte in cui i due si vedono sono poco frequenti. Ma si vogliono in quei momenti di vogliono si barricano in loro non uscendo più, non c'è nessuno che possa bussare e aspettarsi di sentire la porta aprirsi perché la fottuta porta non si apre. Risultano un veleno per loro stessi, tanto quanto un antidoto nei confronti di altri, in coloro che hanno perso speranza in tutto, loro riaccendono la forza nello sperare ancora, in qualcosa di così vero e viscerale da saper lasciare i segni sulla pelle senza il sesso o tocco. Lei lo tiene a bada, lo culla lo sente fin troppo suo e lo lascia fare, lo lascia giocare con il suo corpo con i suoi capelli, adora toccare e posare le sue labbra nella schiena di lei, facendo un fotogramma mentale per ogni centimetro che cattura dal collo ai fianchi.
Resta debole a l'unica donna ad averlo avuto proprio, quando l'alter ego egoista ancora non fu partorito dalla mente lucida di Frank. Lui lo sa, lo sa che resterà sempre la sensazione così nitida di essere spaesato quando lei dirà basta o quando lui vorrà troncare, per la paura dolce di sentire troppe lamentele in quel petto bianco e chiaro contrastante con gli occhi scuri senza un fondo.
Jane sa trovare una risposta a tutto, ma forse nemmeno lei sa immaginarsi priva di tutto lui, di un suo tocco, che è diverso dagli altri che hanno provato a farglielo dimenticare, ma lui resta serrato nella parte dietro gli occhi, nascosto dalla luce ma ogni tanto si proietta e lei lo vuole, lo sente li, lo guarda perché non c'è niente di più famelico della guerra che combattono due sguardi che vogliono la stessa cosa, ma che timidamente si distolgono. E lei ama vederlo insicuro e impacciato ama vederlo mentre la guarda, mentre la osserva e timidamente macchia la pelle chiara di rosso, di timidezza neonata, di unicità. Perché solo con lei Frank arrossisce. Solo con lei Frank ha l'unicità che cerca, solo con lei può immaginare il giorno dopo davanti un caffè e il successivo a scrivere di loro.
Con il respiro si parlano si ascoltano, è osservando da esterno che ci si rende conto che l'appartenenza é tale fin quando il magnetismo mantiene la propria carica, fin quando qualsiasi altra pelle toccata o stretta fa sentire una mano vuota. E questo li rende immortali, ad un passo da Dio con la penna sulla schiena pronta a scrivere e a datare i ricordi, uno dopo l'altro come pagine incollate.
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