Prologo

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[Doncaster febbraio 2001]
[Harry: 9 years old ;Louis: 10 years old]
[Tomlinson's home; 20:40 p.m.]

"Harry!"
Esclamò Louis che si infilò tra sua madre e lo stipite della porta precipitandosi ad abbracciare il suo migliore amico.

Non lo vedeva da quando la mamma di Harry aveva trovato lavoro come infiermiera in un ospedale ad Holmes Chapel, trasferendoci con il figlio.

2 mesi, 4 settimane e 5 giorni.

Sì, Louis si era segnato con daffare tutti i giorni che lo avevano separato dal suo amico, con il quale aveva condiviso tutta la sua infanzia.

"Ma guarda che bello che ti stai facendo!"

E Louis capì che sua madre si stava riferendo ad Harry, con il suo visino ridente e dolce.
Louis non si considerava un bel bambino, ma era tutto felice quando lo dicevano ad Harry. Tutti dicevano che Harry era bello.

"E anche buono!" Aggiunse Louis, mordendo appena il braccio di Harry facendo finta di assaggiarlo.

Ed Harry rideva, come se Louis gli avesse fatto il solletico.

Harry era tenero, liscio e bello, ma aveva dei dentini aguzzi con i quali cercava sempre di mordere il più forte possibile le guance di Louis.

"Sei dolce come una mela acerba" diceva, e continuava a ridere.

In Louis non c'era proprio niente di tenero, però aveva un simpatico visino abbronzato, vivaci occhi azzurri e tanti, tanti bei capelli castani. Era dritto, sottile e agile come un gattino.

Louis lasciò un veloce bacio sulla guancia di Anne salutandola per poi trascinare Harry dentro casa tirandolo per la manica della sua felpa grigia, regalatogli qualche anno prima dallo stesso Louis.

Harry osservò leggermente spaesato il corridoio davanti a lui. Era cambiato molto rispetto alla sua ultima visita, circa 2 mesi fa.

Le pareti ,che prima parevano di un color giallognolo, ora erano di un bianco candido e vi erano stati appesi ulteriori quadri dipinti probabilmente da Johannah.

Un negozietto di decoupage, bricolage, materiale per pittura e ogni altra forma d'arte si trovava a pochi isolati da casa Tomlinson ed erano ormai anni che Johannah ci lavorava.
Molte volte capitava che dopo la scuola Harry e Louis rimanevano da Abstract's Jo, così si chiamava la bottega della madre di Louis, a giocare.

Era il loro posto. Il loro Piccolo Posto Felice, e ogni qualvolta che uno dei due aveva avuto una giornata per nulla soddisfacente -come quella volta in cui Harry aveva litigato con il bulletto biondo della sua classe- si nascondevano semplicemente lì, frustrati, con gli acrilici, i colori ad olio e i vari quadri dipinti ad osservarli, mentre attendevano di essere ritrovati.

Stare in mezzo a tutti quei colori, circondati dall'odore dei pastelli e della creta, faceva sembrare ai due bambini di stare in un mondo quasi incantato.

E forse era per questo che entrambi amavano così tanto la pittura.

"Forza Anne, vieni! Accomodati pure, vuoi un thè? Un caffè?" Chiese cordialmente Johannah portando la sua vecchia amica di infanzia nell'area living e facendola accomodare sul divanetto davanti al camino.

La casa della famiglia di Louis era una casa antica dell'800, una proprietà comprata da un suo lontano pro-zio di origini metà olandesi e metà russe.

"No, grazie Jo. Tra poco ceneremo e non voglio rovinarmi l'appetito" rispose Anne alla domanda di poco prima.

"Mi sembra giusto"

Automaton -Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora