Lil' Flower

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"Harry, tra pochi minuti arriverà Louis! Esci da lì, buon Dio!"

Harry sobbalzò all'udire la voce ovattata della madre che lo richiamava, così aprí gli occhi di colpo staccando, con suo disappunto, la riproduzione casuale della sua playlist di musica indie e alternative rock, che ormai da esattamente due ore e un quarto rimbombava all'interno del bagno.

"Sì, mamma! Stavo per uscire." Mentí il ragazzo, deglutendo rumorosamente.

Si era rifugiato per quel paio d'ore in un mondo fatto di Radiohead, Bastille e sali alla lavanda e menta, ed ora il terribile senso di nausea -che lo perseguitava da giorni, ormai- era tornato più forte che mai a ricordargli di quanto quel giorno sarebbe stato tragico.

Erano le 18:45 di domenica sera e tra meno di 20 minuti Louis Tomlinson avrebbe fatto il suo ingresso nell'umile dimora di un Harry Styles in preda all'ansia.

Harry si decise ad uscire dalla vasca e imprecò mentalmente non trovando le sue infradito che usava per casa. In quei giorni era continuamente con la testa tra le nuvole, non riusciva a concentrarsi per la minima cosa -quel ragazzo era talmente distratto che le scarpe che usava per andare a fare jogging mattutino erano finite dentro il frigorifero, mentre un panino alla cipolla e tonno giaceva dentro il cassetto dei calzini di Harry (che oltretutto non si ricordava assolutamente di averlo portato in camera...possibile si sia scordato di mangiarlo?)-

Si legò velocemente un asciugamano alla vita e a piedi nudi si diresse verso la sua camera, avvolto dai brividi, causati dal contatto dei piedi con il freddo pavimento, e con il cuore che pompava a mille. Era esageratamente sotto pressione, con continue fitte al basso ventre che lo lasciavano in uno stato di completa agonia legata al nervosismo.

Certo, c'era da dire che era leggermente migliorato rispetto a quando, una settimana prima, Anne -con ancora la cornetta attaccata all'orecchio nonostante la conversazione fosse terminata- aveva fatto irruzione nella camera del riccio comunicandogli incredula che la sua vecchia amica di infanzia Johannah Deakin era tragicamente deceduta a causa di una leucemia. E quando poi Anne gli aveva comunicato che era intenzionata a diventare il tutore legale di Louis, il figlio quasi maggiorenne di Johannah, Harry era andato totalmente nel panico. Non aveva dormito quella stessa notte, terrorizzato dall'idea di rivedere Louis dopo quello che era successo, passando quindi una notte di inferno tra conati di vomito e sudorazioni eccessive legate all'ansia.

Harry non sapeva come avesse reagito Louis alla notizia del trasferimento -d'altronde non era più in contatto con lui da quasi 7 anni-, sapeva però invece che aveva insistito affinché sua sorella undicenne, Charlotte, fosse mandata in una casa-famiglia in modo di avere la possibilità di essere adottata e farsi in questo modo una nuova famiglia, permettendogli una giusta crescita.

Per Louis, che in meno di un anno avrebbe compiuto la maggiore etá, l'idea della casa-famiglia non aveva molto senso, considerando che se fosse entrato sarebbe uscito con una semplice firma poco tempo dopo al compimento dei 18 anni.

Gli avevano detto che, però, poteva andare a fare visita a Charlotte ogni qual volta che voleva, rimanendo sempre a conoscenza di novità e cambiamenti a proposito della sorella.

Ora la domanda che sorge spontanea é: il padre che fine ha fatto?

Beh, bella domanda, davvero!

Nessuno ne ha la più pallida idea! L'unica cosa che si sa è che é letteralmente sparito nel nulla, nessuno sa dove o perché se ne sia andato -alcuni ipotizzano sia per il dolore della perdita- e così Louis si era ritrovato da solo a gestire la situazione -é il funerale.

Harry, sommerso dai brividi e con i riccioli grondanti attaccati alla fronte, aprí l'armadio estraendone un semplice paio di pantaloncini da basket blu e una vecchia maglietta di qualche band, scolorita e rovinata sui bordi.

Automaton -Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora