Capitolo 2:

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Scesi rapidamente le scale, diedi un'occhiata veloce all'orologio che segnava le 20.00 ed il mio cuore stava per scoppiare. Con ansia e curiosità raggiunsi la sala che era stata affittata per la serata, pensavo che fossi stato il primo ad arrivare ed invece...

"MICHELE!! Mi sei mancato" Emil.

"Christophe!! Wow come sei abbronzato"

Mi sbagliavo di grosso. Erano solo due delle tante frasi urlate in quella sala.

Avevo gli occhi di tutti addosso, come se avessero visto un fantasma.

"YURI!!!!!!!!!!! Finalmente" Viktor Nikiforov in tutta la sua eleganza con un completo nero mi si presentò davanti dandomi un abbraccio. Ovviamente tenni le braccia ferme non ricambiando.

Katsuki era proprio dietro di lui sorridendomi, indossava anche lui dei vestiti eleganti e devo ammettere che gli stavano alquanto bene.

Mi staccai in fretta ed il porcello mi salutò con la mano.

Odiavo i saluti, l'abbracciare tutti e quella sensazione di riunione.

Davanti a me vidi una grande e lunga tavolata, piena di cibo e l'odore di pesce mi aveva ormai intasato il naso.

"Non hai vestiti eleganti nell'armadio?" Disse Giacometti fissandomi dal suo posto a tavola, intento a sistemarsi i suoi occhiali da vista.

Lo fulminai con lo sguardo. Lo sguardo alla Plisetsky intimidiva tutti all'istante. Ed infatti Chris abbassò subito lo sguardo sul telefono.

E sempre parlando di telefono, Phichit era immerso a fare selfie con tutti.

Viktor tra un bicchiere di vino e l'altro disse: "Ormai sono le 21 e manca ancora una persona"

Forse nella mia sciocchezza o poca curanza risposi:
"Chi è in ritardo?"

Tutti ridacchiarono.

"JJ." Disse il Porcello con in aggiunta uno sbuffo.

Feci appena in tempo ad alzare gli occhi al cielo che sentii la porta scattare, per poi venire aperta.

Il tempismo perfetto. Parli del diavolo...

Rimasi in piedi dando le spalle alla porta, non volevo assolutamente vederlo.

"Scusatemi per il ritardo mes amis. Ho portato lo champagne"

Già solo a sentire questa frase mi chiesi come avrei fatto a sopportarlo per una serata intera. Strinsi automaticamente la mano a pugno.

Sentii i passi avanzare sempre di più.

'coraggio Yuri, non fare il bambino, è solo l'essere più insopportabile del pianeta, più del katsudon e di Viktor.'

Era a circa 5 passi da me, impegnato a salutare tutti con una stretta di mano ed una spallata troppo calorosa secondo i miei gusti. Non potei non trattenere uno sbuffo, sempre con quel suo atteggiamento stupido.

Finito il giro di saluti si ricordò di me;

"Oh-Oh Yuri l'asociale Plisetsky è venuto alla fine".

Mi girai a squadrarlo.

Sempre lo stesso taglio, solamente che il ciuffo era stato riempito con il gel.

Indossava un completo - anche lui - nero, scarpe lucide, pantalone nero aderente, giacca aperta con sotto una camicia bianca col collo a V con i primi due bottoni di essa slacciati, che facevano intravedere il suo petto.

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