Aren't we forever?

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Los Angeles, 2004

Emma stava rannicchiata sotto le coperte di Julian, aspettando che il suo migliore amico tornasse con i pop corn. L'Istituto era immerso nel silenzio. Era tarda notte e tutti dormivano, tutti tranne lei e Jules. Era sempre così quando Emma restava dai Blackthorn per la notte. Trascorrevano tutto il tempo a mangiare schifezze di nascosto e a cercare di soffocare le risate. La porta della cameretta si aprì e ne fece capolino la massa scompigliata di ricci che le era tanto familiare.

"Em? Mi aiuti?" Julian teneva tra le braccia due grandi confezioni di pop corn e alcuni di questi gli si erano impigliati fra i capelli. Emma ebbe il sospetto che il giorno dopo si sarebbero svegliati entrambi con il mal di pancia. Scese dal letto ridacchiando, gli corse incontro e gli prese dalle mani una delle confezioni, troppo grande per una bambina di nove anni, facendone cadere un quarto del contenuto sul pavimento. Julian rise e portò il bottino sul letto, poi saltò su anche lui.

"Sono tutti per noi?" Emma aveva iniziato a rimpinzarsi di pop corn ridacchiando.

"Si" Julian, invece, aveva il faccino fiero di qualcuno che era appena riuscito in una missione estremamente importante come rubare snacks dalla cucina.

Emma gli rivolse un sorriso dolce e gli infilò le manine fra i capelli per togliere i pop corn che si erano incastrati "Sei un pasticcione, Jules". Lui arrossì leggermente e iniziò a farle il solletico, facendola contorcere dalle risate "No! Jules, basta! Smettila dai! Hai barato!".

Le risate iniziavano a farsi rumorose e Jules coprì delicatamente la bocca di Emma con una mano, avvicinando il viso al suo e sussurrando "Shhh, così svegliamo tutti!". Emma per dispetto gli leccò il palmo della mano.

"Bleah!" si finse disgustato lui, e i due ricominciarono a ridere.

Un paio di confezioni di pop corn dopo, i due bambini si ritrovarono sdraiati sotto le coperte a guardare il soffitto, adesso stavano elencando tutte le loro paure e le relative soluzioni per affrontarle. Erano separati dalla solita barriera di libri a delimitare lo spazio fra loro. Ad un tratto Emma si mise a sedere e gettò giù dal letto i libri.

"Jules?"

"Si?" Julian la guardava sorpreso. Emma infranse lo spazio che avevano creato fra loro e si avvicinò a lui tanto da far sfiorare le loro fronti, per guardarlo meglio negli occhi.

"Noi siamo per sempre?"

Julian sembrò pensarci un pò su, come se volesse essere certo di aver capito appieno la domanda. Dopo un attimo di silenzio rispose dolcemente "Certo che siamo per sempre, Em", poi le prese una manina e la poggiò sulla propria, facendole combaciare.

"Ti voglio bene, Emma"

Lei sorrise "Ti voglio bene anch'io, Julian", poi ridacchiò e lo trascinò sotto le coperte.

"Adesso dormi"

Lui si rannicchiò accanto a lei e si addormentò sorridendo.

Los Angeles, 2012

Julian era disteso sul letto con Emma tra le braccia. Lei aveva fatto un incubo, uno di quelli che la facevano scattare a sedere urlando nel cuore della notte e lui l'aveva sentito, lo sentiva sempre, la sentiva. La runa Parabatai gli provocava strane sensazioni ogni volta che succedeva, iniziava a pulsare, e a Julian sembrava di sentire le urla di Emma nella sua stessa testa. Si era precipitato davanti alla stanza di Emma, ma aveva esitato prima di entrare. Aveva esitato sapendo benissimo che se fosse entrato in quella stanza e si fosse addormentato abbracciato a lei, si sarebbe svegliato con la dolorosa consapevolezza che quel contatto fisico sarebbe stato il massimo che avrebbe mai potuto ottenere da lei. Sapeva che quel contatto gli avrebbe fatto ricoprire la pelle di brividi, sapeva che lo avrebbe riempito e allo stesso tempo svuotato completamente, ma non era questa la cosa importante adesso. La cosa importante era che Emma, la sua Emma, stava urlando, aveva paura, aveva bisogno di lui, e lui ci sarebbe stato, perchè c'era sempre stato.

Aveva preso un grosso respiro ed era entrato nella stanza, le era andato accanto e la aveva stretta fra le braccia, aveva lasciato che lei si aggrappasse alla sua maglia, e poi l'aveva rassicurata, le aveva sussurrato che adesso andava tutto bene, che avrebbero trovato chi aveva ucciso i suoi genitori. E lei gli aveva detto "Resta..."

Resta e fammi scordare gli incubi.

Resta e dormi accanto a me.

Resta e scaccia i brutti sogni, i ricordi del sangue, dei genitori morti.

E lui era rimasto. Si era infilato sotto le coperte e l'aveva tenuta stretta. Era rimasto sveglio aspettando che lei si addormentasse. Finchè Emma non aveva sussurrato "Sarà così per sempre? Voglio che tutto questo continui ad essere una cosa normale...sarà così per sempre?"

Lui aveva chiuso gli occhi e aveva risposto "Noi non siamo già per sempre?" e lei aveva sorriso e si era addormentata. Da anni ormai non c'erano più barriere di libri tra di loro, e Julian non capiva se fosse meglio così o se fosse peggio.

Di una cosa era certo: loro due erano per sempre, lo erano sempre stati e sarebbe stato sempre così, qualsiasi cosa lui provasse per lei sarebbe stato per sempre.

Anche la runa, quella stessa runa che avevano entrambi sulla pelle, era per sempre. E Julian un pò la amava e un pò la odiava.

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Ciao a tutti, questa è la prima cosa vera che scrivo, spero che sia decente e che vi sia piaciuta almeno un pò, scusate se non è il massimo :)

E' una One-Shot, quindi finisce così, ma spero di scriverne altre, grazie di aver letto questa storia :*

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