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20 Settembre 2016.

Sono passati cinque giorni dall'ultima volta che hai alzato le tue mani su di me.
Solo perché eri troppo occupato con il lavoro, ed io - segretamente - ne sono felice.
Sei più stressato, più stanco tanto che ogni volta che torni la sera ceni e vai a dormire, senza rivolgermi la parola.
È l'ora di pranzo e tu sei a lavoro, mentre io sono appena tornata e sto cucinando qualcosa per pranzare, mentre le note di Starboy dei The Weeknd risuonano per tutta casa.
Adoro questa band e tu mi hai regalato il loro ultimo cd, promettendomi che mi avresti portata ad un loro concerto.
Certo, l'hai detto mesi fa ma io ci spero ancora, così come spero tu possa cambiare.

Sono le 14:30 ed io sono in auto, diretta verso il mio ufficio per l'ennesimo turno che finirà alle 18.
Non hai mai amato il mio lavoro di editrice, ma per una volta ho seguito il mio cuore e tu non hai potuto far niente per farmi cambiare idea.
"Buon pomeriggio Emma!" mi saluta la Segretaria ed io ricambio con un sorriso.
Prendo l'ascensore e salgo al piano n.5, dove ci sono ad aspettarmi le altre mie colleghe con le quali mi occupo di leggere i vari manoscritti che ci mandano.
"Ciao a tutte."
"Ehi Emma." iniziano a salutarmi una ad una, poi arriva il turno di quella che considero un'amica fidata: Norah.
"Emma! Vieni in ufficio, devo farti vedere una cosa." mi dice e mi trascina con lei nel suo ufficio, chiudendo la porta alle nostre spalle.
"Ascolta, ha chiamato Daniel." mi comunica facendosi improvvisamente seria e a me sale l'ansia.
Non mi chiami mai durante il lavoro.
"Ti ha detto cosa vuole?"
"Mi ha detto che stasera uscite." mormora ed io deglutisco.
Perché non l'hai detto a me?
"Perché non mi ha chiamata?"
"Ascolta, era piuttosto teso ed io non voglio che tu esca con lui. Gli ho detto che l'avresti richiamato tu, quindi ora lo fai e gli dici che sei mia ospite."
"Cosa? No Norah, non posso." le dico, presa dal panico.
Vuoi uscire con me, e sei arrabbiato.
Queste due cose insieme non vanno bene, non con te.

"Pronto?" quasi urli quando rispondi alla mia chiamata.
"Mh ehi." ti dico, insicura al massimo.
Norah non mi toglie gli occhi di dosso ed io non sto per niente bene.
"Oh finalmente ti sei decisa! Cosa c'è?"
"Volevo chiederti se potevamo, insomma, se potevamo spos.."
"Spostasera l'uscita? Assolutamente no. Ti vedrai con la tua amica un altro giorno, stasera sei mia." e rabbrividisco quando mormoro l'ultima frase.
Mi incuti terrore.
"Mi hai capito Emma?"
"S-Sì."
"Alle 20 sii pronta, fatti carina." ghigni e chiudo gli occhi, tremando.
"A dopo." chiudo la chiamata e scoppio in un piano isterico.
So cosa vuoi fare questa sera.
"Mi dispiace così tanto tesoro." mi dice Norah, mentre mi abbraccia come dovresti fare tu.
"Perché non lo denunci?" ignoro la sua domanda, le ignoro sempre.
Come faccio a spiegare loro che non posso denunciarti?

***

Alle 19:30 sono pronta, perché so che potresti arrivare un po' prima e non voglio aggiungere altri motivi alla tua ira.
Mi hai detto di vestirmi carina, e be, l'ho fatto, e mi sento carina almeno un po'.
Non è nulla di che, è solo un vestitino bianco con il colletto e con qualche balza al bordo della gonna.
E, sapendo che potrebbe darti fastidio, ho anche preso un cardigan un po' più grande rosa confetto.
Ho lasciato i capelli sciolti, come ti piacciono e non mi sono nemmeno truccata tanto, come vuoi tu.
Io faccio tutto per te, ma tu non te ne accorgi.
E non lo fai nemmeno questa volta, perché entri di casa tutto di fretta e rimani impalato a fissarmi.
"Mh carina, un po' a bambina ma è okay." ed è così che mi stronchi, facendomi sentire una nullità.
"Mi faccio una doccia e andiamo." mi ordini e ti aspetto sul divano, mentre gioco con i braccialetti che ho al polso.
Sono nervosa? Tanto.
Delusa? Non immagini quanto.

"Andiamo." mi dici quando sei pronto e vorrei dirti quanto sei bello con i jeans e la camicia, ma non posso dirtelo.
Ho solo paura.
"Sei di poche parole oggi. Di solito parli di più." mi dici, quando siamo in auto e poggi anche una mano sulla coscia lasciata scoperta e la stringi leggermente, facendomi sobbalzare.
"Tutto okay?"
"Si." rispondo a bassa voce e poco dopo parcheggi l'auto davanti ad un pub frequentato da giovani.
Che ci facciamo qui?
"Non ti piace?"
"È carino."
"Ma tanto non ti sta mai bene niente, per cui chissenefrega." ah, a me?
Fanculo.
Mi sorpassi e sono costretta a starti dietro per non perderti e per non perdermi tra questa gente che ci scruta, curiosa.
Sento i loro occhi addosso e vorrei solamente andare via da qui.

Da: Norah;
Tesoro come va? Per qualsiasi cosa chiamami! x

"Con chi messaggi?"
"Con Norah."
"Lascia perdere quella sfigata." ridacchi da solo per il commento ed io mi acciglio, chiudendo le mani in due pugni.
Vorrei dirti di non parlare cosi di lei, perché è mia amica e non è una sfigata.
Ma non lo faccio.
"Ciao ragazzi, cosa posso portarvi?" veniamo interrotti da un ragazzo che ci sorride, ma smette di farlo quando tu lo guardi male ed ordini due hamburger con una birra ed una Coca.
Ovviamente.
Che poi, cosa mi sono vestita a fare per andare in un pub di giovani?
"Molti ti fissano." la butti lì, facendomi sospirare.
"Molte fissano anche te." ti rispondo a tono e tu ne rimani sorpreso, ma non ti va giù.
"Si, ma fissano te e le tue gambe. Potevi mettere un jeans."
"Mi hai detto di vestirmi carina e l'ho fatto. Non è colpa mia." mormoro, pentendomene subito quando digrigni i denti come un animale.
"E sarebbe mia?" mi chiedi, alzando un po' la voce tanto che i nostri vicini di tavolo - un'altra coppia - si girano verso di noi.
"Non ho det.."
"Invece si che l'hai detto. Non ti rimangiare le cose, Emma." mi ringhi contro e mi do della stupida.
Cretina Emma.

Mi tiri un calcio più o meno forte mentre sto bevendo, tanto che sputo un po' di Coca nel bicchiere per il dolore e la sorpresa.
"Dopo faremo i conti. Non ti è permesso rispondermi così, chiaro?" annuisco e tu continui "ma ancora non l'hai capito, amore?" ora il tuo piede pesta il mio, provocandomi dolore. Chiudo gli occhi per impedire di piangere e di non fare scenate davanti a tutti.
"Andiamocene, ora." ti alzi e vai a pagare, mentre io mi sistemo, solo che non riesco a reggermi in piedi per via del piede e due mani mi afferrano per la vita.
"Ehi, tutto okay?" è il ragazzo vicino al nostro tavolo, e mi sale il panico. Guardo nella tua direzione e già mi stai guardando, non sei contento.
"S-Sì." mi scosto subito da lui e prendo la borsa, ma mi blocca di nuovo.
Dannazione.
"Sicura? Sei strana."
"Sono sicura, lasciami ora." quasi lo supplico, ma non per me, per lui.
"Trevor lascia perdere." gli consiglia la sua ragazza ed io annuisco, approfittandone per andare via.
Cerco di non zoppicare o di non farti vedere quanto mi faccia male il piede, e mi avvicino a te.
"Muoviti non ho tutta la notte." mi dici duramente e quando sono a pochi passi da te, tu vai via.
Grandioso.
Faccio un grosso respiro e lentamente ti raggiungo, sfilando davanti a tanti ragazzi che mi osservano.
Specialmente un gruppo di cinque ragazzi, più o meno della mia età.
"Cazzo Emma, muovi il culo!" urli da fuori, facendomi vergognare. "Ho una certa urgenza." aggiungi ed io chiudo gli occhi e le mani per non far notare il tremolio.

"Allora, amore, ti sono piaciute le sue mani su di te? Ora ci provi anche con quelli fidanzati? Con i più piccoli? Sei proprio patetica. Una puttana patetica." ridacchi mentre mi arrivi il primo pugno, beccandomi lo zigomo destro. "Ma non l'hai ancora capito che nessuno ti vuole? Che nessuno ti vorrà mai? Sei mia, Emma, e lo sarai sempre." mormori, accarezzandomi la guancia ma alla fine prendi il mio viso con due dita e lo stringi, forte, facendomi pensare che alla fine me la rompi la mascella, ma la tua presa diminuisce per passare ai capelli e portarmi occhi contro occhi.
"Nessuno vuole una puttana, un giocattolo rotto. Nessuno, Emma. Solo io, per sempre. Non sei contenta? Faremo un sacco di bambini. Non sei felice?" ti guardo e penso a tutto tranne che alla felicità quando ti guardo. "Rispondimi!" urli e mi lasci andare, facendomi sbattere contro il muro.
Poi ti avvicini lentamente e le tue mani finiscono sui miei fianchi, segnandoli e sbattendo il mio corpo contro il muro.
"La mia bellissima Emma." mormori e mi baci, provocandomi dolore per farmi rispondere al bacio.
Mi fai solo schifo.
"Amico andiamo, sei ubriaco!" sentiamo entrambi l'urlo di qualcuno ma te ne infischi.
"Che dici, facciamo vedere a tutti quanto tu sia puttana?"
"N-No." piagnucolo ma non mi ascolti, piuttosto chiami quel gruppetto di ragazzi.
"Ehi amici, vi va di vedere una puttana?" chiede e loro ridacchiano, tutti idioti. "Eccola qui, la mia bellissima puttana. Si è vestita carina per voi, bambini." ridacchia e loro mi fissano, facendomi sentire in imbarazzo e schifata da me stessa.
"Non perdete tempo dietro certe ragazze, sono uno spreco di tempo." Ennesima parola, ennesima ferita al mio cuore.

Perché ogni volta che apri bocca, ogni volta che pronunci quelle parole il mio cuore si sgretola, e alla fine non rimarrà niente e nessuno mai potrà metterlo a posto.
Nessuno.
Sono sola e lo sarò per sempre.
Chi si prenderebbe cura di un giocattolo rotto?

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Buonasera! Eccomi qui con il secondo capitolo, un po' più forte rispetto all'altro.
Si è aggiunto un nuovo personaggio: Norah, che si rivelerà una persona molto importante per la vita di Emma, ma anche una spina nel fianco per Daniel.
Inutile chiedervi cosa ne pensate di questa new entry, io spero che il capitolo e che la storia vi stiano piacendo anche se siamo solo al secondo capitolo, ma le cose cambieranno con lo sviluppo della storia.
Fatemi sapere cosa ne pensate! Al prossimo capitolo.
Un abbraccio. x

Defence. /hs/Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora