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28 Settembre 2016.

"Per l'amore del Cielo, Emma! Cosa hai combinato al viso?" lo sapevo, il fondotinta il correttore e il blush non hanno contribuito a nascondere proprio niente.
"Niente."
"Niente? Non so se te ne sei resa conto, ma hai tutto lo zigomo viola ed un piccolo taglietto. Come puoi dire che è niente?"
"Davvero Norah, sto bene."
"Oh ma io non ti ho chiesto se stavi bene. Tu stai bene sempre!" commenta sarcastica ed io abbasso il viso, perché ovviamente mi ha scoperta ma non dirà niente fino a quando non sarò io a dirglielo.
Come ogni volta.
Come la prima volta.
"Ecco, quindi lasciami in pace." Passo al contrattacco per difendermi e la supero, dirigendomi al mio ufficio dove lascio borsa e cappotto.
"Lo faccio ogni volta perché aspetto sempre che sia tu a venire da me, ma questa volta ha esagerato. Cazzo Emma, quel coso non si toglierà dal tuo viso per settimane!" continua ad urlare ed io chiudo la porta, per evitare di farlo sapere a tutto il mondo. "Almeno sei andata in ospedale?" io continuo a non risponderle e inizio a sistemare la mia scrivania, dato che ci sono un casino di fogli ed io sono indietro con il lavoro. "Emma!"
"Cosa c'è?"
"Sai cosa? Mi arrendo, basta. Si Emma, ne ho abbastanza del tuo menefreghismo! Continua a farti trattare come una pezza, ma quando poi sarai morente sul pavimento a causa di quel verme che ti ritrovi come fidanzato, non ti scomodare a chiamarmi perché io ti ho avvisata. Buona giornata."
Ecco, ora sono veramente sola.

"Ehi Emma, disturbo?" alzo il viso dall'ennesima bozza che stavo leggendo e mi spavento quando mi trovo il mio direttore.
"Oh no signore, prego si accomodi. Scusi per il disordine."
"Tranquilla Emma, nessun problema." Gli sorrido e lui prende posto nella poltrona di fronte a me.
"E' successo qualcosa?"
"Niente di preoccupante. Solo che domani sera è il mio compleanno e sono passato nei vari uffici per invitarvi personalmente. Mi farebbe piacere che tu partecipassi, puoi portare il tuo compagno, se ne hai uno." Mi guarda solamente negli occhi, il suo sguardo non saetta da nessun'altra parte ma so benissimo che l'ha notato.
Lo hanno notato tutti.
"Ehm grazie mille signore, le farò sapere." Dico, imbarazzata, perché non esiste che io ti porti alla festa di compleanno del mio direttore.
So come reagiresti e non mi sembra il caso.
"Va bene, mandami una mail. Buon lavoro!"

***

Il pomeriggio arriva in fretta e così anche la fine di una giornata lavorativa.
Norah non è venuta più a cercarmi, così nemmeno io l'ho fatto.
Recupero le mie cose personali e poi mi avvio verso l'ascensore, trovandoci dentro Norah.
Sospiro e premo il bottone che ci porterà al piano terra, dove spero che tu ci sia ad aspettarmi come qualche mese fa.
Ma le mie aspettative vengono distrutte quando, invece, non ti trovo.
Che mi aspettavo?
Le cose sono cambiate, sono solo io che devo rendermene conto.
"Ci vai alla festa del direttore?" mi guardo attorno per vedere se c'è qualcun altro ma no, Norah sta parlando con me e per la prima volta mi sento impacciata.
Ma è Norah, dannazione.
"Non lo so. Tu?"
"Penso di si, infondo è una festa. Si beve e si balla gratis." Sorrido perché so quanto lei adori le feste, e soprattutto questo tipo di feste alle quali devi metterti in mostra e Norah è una campionessa in ciò. "Dovresti venire."
"Non lo so. Non penso sia il caso."
"Puoi venirci anche da sola, non per forza con lui."
"Ci penserò."
"Okay, buona giornata." Mi supera e si avvia verso la sua auto ma non posso lasciarla andare così. E' la mia migliore amica.
"Norah!" la chiamo e lei si gira, portando con sé anche i suoi capelli dorati. "Ti va se andiamo a prendere un caffè?"
"Si, certo!" mi sorride e saliamo sulla sua auto, dirette verso la nostra caffetteria.

"Hai ragione." Mormoro, quando arrivano le nostre ordinazioni e siamo sole.
"Emma, non devi dargli tutto questo potere."
"Non posso farne a meno." Ammetto, iniziando a giocare con il bordo della tazza e noto le mie mani tremare.
Vedi cosa mi fai?
"Ho paura."
"Oh tesoro, è normale avere paura ma devi essere forte e chiudere tutto questo."
"Io..non posso Norah."
"Si che puoi! Devi reagire."
"Ogni volta che lo faccio ottengo solo questo." E le indico la ferita che stamattina è stata questione di litigio.
Le sto dicendo tutto, si.
Devo dirlo a qualcuno o divento pazza.
Scusami Daniel, ma devo.
"Da quando è iniziato tutto?" mi blocco perché non voglio rivivere quei momenti e Norah mi capisce, per cui si siede più vicina e mi abbraccia. "Facciamo così, mi dirai tu cosa vuoi e quando vuoi. Io ti ascolterò sempre e ti aiuterò."
"D'accordo, grazie mille."
"E mi è venuta un'idea meravigliosa!" esclama, sorridendomi, ed io sono quasi preoccupata.

"No Norah, non ce n'è bisogno!"
"Oh si invece. Tu devi farlo."
"Invece no, non ho nemmeno l'abbigliamento adatto!"
"Lo andremo a comprare."
"Norah ti supplico."
"Vuoi il mio aiuto? Ora accetti senza disubbidire. Vedrai che Liam ti saprà aiutare!"
"Non voglio andare ad un corso di autodifesa."
"Invece ci andrai perché è questo che ti serve. Dato che non sai difenderti con le parole, ti difenderai con il corpo. Non voglio vedere mai più una cosa del genere sul tuo viso."
"E poi non lo conosco nemmeno!"
"Ma io si, è un mio amico di Università. E' simpatico, dolce e anche bello. Cosa vuoi dalla vita?"
"Andare a casa."
"Oh suvvia, quante storie!" mi tira per il polso e attraversa la strada, fermandosi di fronte all'edificio.
"Tu sei sicura che questa sia una palestra, si? Perché a me sembra solo un vecchio edificio."
"Ti ricrederai quando entrerai dentro. Su, vieni."
Norah spinge la porta e questa si apre, portando con sé un odore di chiuso e sudore.
"Norah che schifo."
"Da quando sei così schizzinosa. Questo è l'odore del duro lavoro e dello sforzo."
"Si certo, andiamo."

"Ciao! Sto cercando Liam Payne."
"Al momento è occupato con un ragazzo, puoi riprovare più tardi."
"Oh ma io sono la sua ragazza." Cosa? Guardo Norah che mi ignora e fissa la ragazza al bancone che la sta squadrando, forse non tanto convinta. Poi guarda me e alza un sopracciglio.
"E lei chi è? Sua sorella?"
"No, una mia amica. Allora, lo chiami o no? Ho urgenza."
"Okay." Sbuffa la ragazza e si allontana, lasciandoci sole.
"Che cazzo combini? Da quando sei la sua ragazza?"
"Da mai, ma tranquilla. Lui mi reggerà il gioco." Mi fa un occhiolino e sento alcune voci farsi vicine.
"Norah?" mi giro, assieme alla mia amica, e quasi non cado per terra quando lo riconosco.
Se questo è Liam, allora sono nella merda.
"Ehi amore." Lo saluta Norah e va ad abbracciarlo, lasciandogli un bacio sulla guancia. Vedo Liam ridacchiare e ricambia il suo abbraccio, strofinando il naso sulla guancia di lei.
"Ciao piccola, come mai qui?"
"Devo parlarti di una cosa privata."
"Roxie, puoi lasciarci? Grazie." La ragazza va via mentre Norah la saluta con la mano, facendomi alzare gli occhi al cielo.
Che problemi ha con questa Roxie?
"Che ci fai qui Norah?" i due si staccano e la mia amica si sistema il giubotto.
"Cazzo Lee, puzzi come un maiale! Come fanno a starti accanto le persone non lo so."
"Forse perché puzzano quanto me? E poi sto lavorando, è ovvio che debba sudare."
"Comunque, non sono qui per parlare delle tue puzze. Sono qui per lei." Ed ora entro in scena io, che mi sto pentendo di aver accettato.
A cosa pensavo? Idiota.

"Tu non sei la fidanzata di Daniel?" ecco, appunto.
Ora si che sono nella merda.
"Vi conoscete?"
"Sì, sono il fratello di Daniel."

Defence. /hs/Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora