Capitolo 5

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Cosa diventerai da grande?
Una domanda conosciuta e al col tempo stesso odiata da tutti i bambini. Fin da piccoli infatti gli zii, i nonni e i parenti lontani fanno domande del genere per motivi del tutto ignoti ai loro interrogati. Una domanda che può spaventare un bambino ignaro del vero significato, di solito si tende a rispondere "principessa", "pompiere", "poliziotta", "supereroe" o "parrucchiera", ma in realtà nessuno sa cosa la vita possa voler per se, è ciò spaventa molti...

Personalmente io, Remus Lupin, sono fra quelli. Insomma, cosa potrebbe mai diventare un lupo mannaro da grande?
Soprattutto senza una buona istruzione?
Da piccolo, al contrario di altri ho sempre voluto fare il ministro o il professore, ma come sarei potuto diventarlo con il mio piccolo problema peloso...
Voglio dire chi accetterebbe mai un licantropo nell' incantevole e fantastica scuola di magia e stregoneria di Hogwarts?
Un rischio che nessuno si sarebbe mai preso...
Ecco quello che pensavo il giorno del mio undicesimo compleanno, seduto accanto al camino mentre nonne e zie continuavano a chiedermelo.
Cosa mai avrei potuto rispondere, non avevo speranze, quindi mi limitavo a stare zitto sorridendo più che potevo...

Immerso nei miei pensieri continuavo a scorrere lo sguardo da una parte all' altra della piccola stanza, un po' fredda e tenebrosa, da cui poteva entrare solo la debole luce lunare proveniente da un piccolo lucernario posto sul tetto in legno della stanza,occupata dai miei, ormai pochi, familiari intenti a festeggiare il mio undicesimo compleanno.

Il resto della serata passo in fretta e mi ritrovai a pulire il pavimento a festa finita, quando...

Sentii una mano rugosa toccarmi la spalla...

dopo un attimo di spavento, pensai che fosse il nonno, che si era trattenuto più degli altri e di cui non mi ero accorto.
Così mi voltai per salutarlo e quasi svenni vedendo davanti a me il mago più saggio e potente di tutti i tempi, Albus Silente...
Ancora sotto shock, impiegai alcuni minuti a rispondere a Silente che mi aveva chiesto cordialmente se stessi bene.
Gli risposi semplicemente annuendo non riuscendo a formulare una frase di senso compiuto, quando aprii la bocca quello che uscì fu:
<M-Ma lei c-che ci fa q-qui?>
Mi tappai subito dopo la bocca per essermi lasciato sfuggire parole di tale insolenza nei suoi confronti.
Lui però mi sorrise cordialmente e disse:
<Sono venuto personalmente a darti la tua lettera per l'ammissione a Hogwarts.>
In quel momento credo di essere svenuto per davvero, visto che quando riaprii gli occhi mi ritrovai seduto in una sedia con Silente e mio padre al mio fianco.
Dopo essersi assicurati che stessi bene, mi dovettero ripetere più volte il fatto che fossi stato ammesso a Hogwarts, non riuscivo a credere alle mie orecchie!
Pensavo fosse un sogno, ma dopo aver contato le dita delle mie mani un paio di volte, mi convinsi che non lo era.
Così restai circa un' ora a discutere in loro compagnia della mia iscrizione e della scuola, con gli occhi lucidi per la felicità.

Ecco qui il capitolo su Remus spero vi sia piaciuto!

Fatto il misfatto,
Maty

Jily: Ti ho odiato così tanto da amarti all' infinitoWhere stories live. Discover now