Rivalutiamo l'Energia Nucleare

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L'energia nucleare rappresenta una delle più importanti e pulite fonti di energia che oggi sono utilizzate nel mondo e consente all'uomo la produzione di grandi quantità di energia elettrica necessarie ad accontentare la costante e sempre maggiore richiesta energetica da parte della popolazione mondiale.

Fin dalla seconda metà del secolo scorso, con la diffusione dell'elettricità nelle abitazioni, le centrali nucleari si sono diffuse in tutti i più importanti stati del mondo e hanno costituito una risposta alle inquinanti centrali a turbo-combustione, ancora oggi molto diffuse: in esse sono impiegati combustibili fossili quali carbone e petrolio e, tramite appunto la combustione, si producono sia energia elettrica sia, come conseguenza della reazione chimica, fumi tossici che vanno liberati nell'atmosfera.

Le centrali nucleari invece si servono di uranio arricchito che, tramite la fissione nucleare, permette all'acqua pressurizzata presente nel contenitore del reattore di raggiungere temperature tali da fare evaporare l'acqua presente nei circuiti secondari: il risultato è la produzione di energia senza il rilascio nell'atmosfera di gas pericolosi per le persone. Inoltre le singole centrali nucleari permettono di produrre maggiori quantità di energia elettrica rispetto a centrali che utilizzano materiali fossili o che sfruttano la forza proveniente dal vento o dal moto dell'acqua e tale aspetto la rende conveniente e meno costosa.

Anche in Italia, fino alla fine del secolo scorso, erano presenti centrali nucleari che fornivano energia elettrica sufficiente a soddisfare parte del fabbisogno energetico nazionale; sul suolo italiano erano attive 4 centrali nucleari realizzate a partire dal 1961 con la centrale Enrico Fermi di Trino Vercellese, che fu per alcuni anni la centrale più potente del mondo. In seguito ad essa furono affiancate quelle del Garigliano, di Latina (impiegata principalmente per studi e ricerche scientifiche: era stato realizzato, infatti, un prototipo di reattore nucleare di ultima generazione chiamato CIRENE sul quale erano iniziati numerosi test e ricerche riguardanti l'uranio) e di Caorso, che divenne la più potente centrale elettronucleare italiana. Il nostro paese aveva dunque imboccato la via del progresso sostenibile e rispettoso dell'ambiente e, nel corso degli anni, l'Italia, grazie ai suoi scienziati, aveva raggiunto un elevato livello di avanguardia e progresso nel settore tale da renderla meta di studiosi provenienti da tutto il mondo. Tuttavia presto le cose cambiarono: in seguito al grave incidente avvenuto il 26 aprile 1986 presso il reattore numero 4 della centrale nucleare di Chernobyl (Unione Sovietica), nacque negli italiani timore verso questa rivoluzionaria fonte energetica che portò così l'Italia a interrompere il proprio progetto nucleare e a sospendere l'attività dei reattori. Ma tale scelta avventata, oltre ad aver avuto ripercussioni sui costi e le spese della bolletta, rese la Penisola una nazione dipendente dell'importazione energetica dall'estero, come i combustibili fossili acquistati dai paesi nordafricani e l'energia proveniente da stati quali Svizzera e Francia che si servono dell'atomo.

Tutt'oggi in Italia sono presenti gruppi ambientalisti e persone malinformate che impediscono la riapertura delle centrali giacché le ritengono pericolose e dannose alla popolazione, memori degli incidenti avvenuti in passato quali Chernobyl, Three Miles Island (USA) e Fukushima (Giappone) e temono che questi si possano ripetere. Inoltre cercano di rafforzare la loro posizione parlando dei problemi dovuti al trattamento delle scorie residue di materiale esausto proveniente dai reattori e di come queste ultime possano essere impiegate per la produzione di arsenali bellici e armi di distruzione di massa. Tuttavia queste persone non si pongono il problema inerente la produzione di energia e credono che lo sfruttamento di fonti rinnovabili quali solare ed eolico sia sufficiente a soddisfare l'intero fabbisogno energetico nazionale: ma così non è. Per cercare di fornire energia sufficiente al nostro paese sarebbe necessario destinare ingenti aree pianeggianti e collinari alla produzione energetica e ciò significherebbe, per un paese piccolo come il nostro, la sottrazione di queste terre al settore agricolo, tanto importante e rinomato in tutto il mondo. Inoltre i parchi eolici e solari non riuscirebbero a produrre la grande quantità di energia che invece sarebbe in grado di fornire un reattore anche di non ultima generazione: un generatore eolico è capace di produrre circa 1/2 MW di energia mentre un solo reattore di ultima generazione produce tra i 1200 e i 1500 MW; inoltre presso un singolo sito nucleare possono essere presenti dai 2 ai 6 reattori di questo tipo, fattore che permetterebbe all'Italia di adibire solamente alcune aree, dislocate sul territorio nazionale, per la produzione energetica invece di destinarvi gli ettari che richiederebbe un investimento indirizzato unicamente verso le fonti rinnovabili.

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