Ripensando a lui...

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In quel primo pomeriggio, sono tornata a casa quasi shockata ed il mio cuore era in pezzi, come frantumato. Era a mille e mi batteva all'impazzata. Potevo scorgere nitide le immagini degli avvenimenti precedenti, avvenuti solo mezz'ora prima, o forse, anche quaranta minuti prima. Ricordo di come lui mi abbia preso il braccio per rimettermi in equilibrio dopo l'urto, e ricordo pure di aver spalancato gli occhi sorpresa: per un attimo, il cuore aveva cessato di battere, ed il respiro si era quasi fermato, era lento e faticoso. Mi ero soffermata a fissare senza troppa invadenza il sorriso di quel ragazzo. Di quel ragazzo dannatamente stupendo. Io ero stupefatta da quella sua splendida bocca che mostrava due belle file di denti bianchissimi. Di certo, era indubbiamente un ragazzo dolce e sensibile, ma anche disponibile e cordiale. È vero lo avevo guardato, però lo avevo fatto con una certa discretezza e con la coda dell'occhio; la diplomazia non era proprio il mio forte. Cerco sempre di essere me stessa con naturalezza e spontaneità, ma qui non vi sono riuscita: per me conta troppo, eccessivamente, l'aspetto caratteriale di ciascuno dei due innamorati, cosa a cui lui, evidentemente, non avrà fatto neanche caso. Ma sapevo che dovevo essere me stessa sempre, cioè tutte le volte e in ogni circostanza. Era necessario, e ritengo che a fare questo sforzo ne sia valsa la pena.

Non sono una ragazza facile, ma sono facilmente accontentabile. Io sono una ragazza pulita, e la perspicacia per capire certe cose non mi manca; mi accontento infatti dei piccoli gesti, e secondo me è meglio un'azione onesta da una persona fredda ed infida, piuttosto che un abbraccio che può apparire altruistico da una persona di fiducia. Mi piace essere rispettata, ho opinioni su ogni cosa e non è vero che mi concentro unicamente sulla scuola e lo studio. A mio avviso l'amore è molto importante ed ho molto carattere. Tuttavia, c'era qualche problema, magari c'era qualcosa che non andava in me ...

Mentre ero assorta nei miei pensieri e riflettevo sul curriculum e la mia presenta su me stessa, quasi non mi accorgo che il mio cellulare sta per cadere a terra. Lo so, non presto mai attenzione ciò che faccio. Quel che posso fare è essere meno distratta, parliamoci chiaro.- DRIN DRRIINN – faceva il mio telefonino in tutta risposta. Stava squillando a causa di una telefonata o di un qualche messaggio in arrivo. Lo avevo messo in una borsa nascosta nello zaino nel cui interno vi erano i compiti di filosofia e letteratura italiana da passare a Grazia. Sono piuttosto abile nell'arte del celare. Sono diligente e soprattutto molto più responsabile e matura della mia età. Darli è una cosa grave ed assolutamente sbagliata, ma visto che li chiedono tutti a me, diciamo che lo faccio solo per accontentarli. Tutto qui, e nient'altro. Tutta emozionata ma nervoso, accendo il telefono, e, sperando che fosse un messaggino Emanuele per conoscerci meglio e sapere qualcosa in più su di me, rimango delusa non appena scorgo la telefonata di mio padre. Non per essere offensiva, ma alla fine, scarico com'era lo schermo digitale si è oscurato, e poi, si è spento del tutto, cosa che io avrei fatto da sola. Povero papà, sono un'ingrata, un immeritevole che lo fa solo preoccupare.

Purtroppo, un display è un display. Mi avvio a casa in tutta fretta e di corsa, per tentare di dire a mio padre del mio arrivo, e della mia presenza. Purtroppo, non avevo coraggio sufficiente del brutto votaccio che avevo preso, e non credo neanche che gli avrei parlato di Emanuele. Salgo i gradini di pietra e marmo con il fiatone ed ansimante. Avevo il respiro affannoso. Prendo le chiavi ed apro. Salgo le scale dell'appartamento e vado al quinto piano. Con una bella schiavata, entro subito dentro, immediatamente. – Papà!- grido forte. Mi tolgo il giubbotto ed il pull-over grigio e beige. Poi noto sul tavolo della cucina un bigliettino da parte sua. Il tavolino, oltre a quel messaggio era vuoto. Appena lo leggo mi piego e mi metto una mano sullo stomaco, angosciata. – Tesoro,volevo dirti che nonostante il tuo compleanno sia passato da tre o quattro, desidero pur sempre che tu scarti il tuo felice regalo per i quindici anni: so che hai un'innata passione per la squadra della Roma e sei una tifosa sfrenata; il mio scopo era quello di dartelo in questo periodo assieme ai regali di Natale da parte dei tuoi nonni e degli zii, però siccome stamattina dovevo andare a lavoro ed essere puntuale, ho pensato di farti una sorpresa lasciandotelo qui. È un bellissimo dono. Spero che ti sia piaciuto. Un abbraccio, e ancora tanti auguri.- A quel punto capisco di essere stata davvero un'immatura ed una maleducata. Mi si stringe il cuore nel petto. Mentalmente lo ringrazio per il pensiero stupendo e carinissimo. Noto il pacco dall'altra parte della cucina: è incartato in una squisita carta rossa, anch'essa meravigliosa. Mi dirigo dalla parte opposta e lo agito con le mani, allo stesso tempo curiosa ed impaziente di scoprire ciò che vi era al suo interno. Lo apro con cautela e comodità. Mi vengono le lacrime agli occhi e quasi caccio un grido. Era decisamente una sciarpa della Roma di colore giallo- arancio! Papà aveva ragione, era veramente uno splendido dono! Insomma, il più bel regalo di compleanno che avessi mai ricevuto! Lo ringrazio mille volte e me la provo davanti allo specchio. Era una magnifica sciarpa arancione. Però, non era finita qui: mio padre mi aveva preparato il mio pranzo preferito, la bellezza di una calda minestra di ceci e lenticchie, aceti sott'olio, hamburger con salsa di peperoncino piccante e formaggio di tofu caldamente profumato! Ah, ora sì che si stava bene, una pacchia. Mangio tutto in fretta e con voracità, sempre più avida e vogliosa di cibo. Più tardi avrei dovuto studiare. Che palle i compiti, sono una vera noia. Mi faccio una doccia veloce, molto rapida e mi preparo. Sentivo la necessità di lavarmi. Mi insapono con profumi di fiori di mandorlo e ciliegio. Poi mi sciacquo. Avvolgo il corpo e le mie sinuose linee con un asciugamano viola-lilla. Me lo passo intorno, e attorno lo sfrego sulle mie curve. Per me la doccia calda è una cosa molto personale, e non so cosa potrei fare se qualcuno entrasse all'improvviso. È anche qualcosa che mi fa stare bene e aiuta a rilassarmi.

Dopo essermi asciugata, mi lego il mio reggiseno preferito di colore violetto con decorazioni floreali dietro la schiena perfettamente aderente, e mi guardo allo specchio esilarata. Già sì, proprio un corpo snello e sexy. Sono pur sempre molto in carne ed in forma al punto giusto, tanto che non possiedo semplicemente una comune terza, ma bensì una bella terza abbondante! Con questi seni, ho molta fama fra i ragazzi e faccio scintille. Dopo, mi posiziono sulla bilancia e con tutto ciò che mi sono mangiata, sono ingrassata sì: infatti ora peso 50.9 Kg , quando io attendevo anche dei banalissimi 49 Kg di peso! Ne sono assai contenta, assolutamente. Ho sviluppato circa a 12 anni e mezzo o 13, ed ancora non ero solita a mettere reggiseni imbottiti e push-up, ma solo top, naturalissimi top. Mi viene spontaneo dirlo. Mi asciugo i lunghi capelli color ebano, anche se una volta erano color nocciola, o per capirci, castano chiari. Una volta finito pure il trattamento di igiene e pulizia del viso, mi metto una vestaglia blu, e delle crocks verdi ai piedi in caso di uscite, perché le scarpe sportive da ginnastica non sono gran che per i miei gusti, non sono molto di mio gradimento. Mio padre sostiene che io abbia delle bellissime forme per la mia età, per esser ancora così giovane.

Non ho bisogno di alcuna dieta dimagrante o necessità particolari, sono speciale, super e normopeso. Mi piace il mio carattere ed ho infatti, una personalità piena di sorprese, ricca e da non sottovalutare mai in modo eccessivo, non da farne un abuso.

Ora che ripenso a quel ragazzo, egli era particolarmente vivace e soprattutto, aveva un fisico atletico. Mi ha detto di essere stato inoltre istruito dallo zio: non mi interessava chi era, io morivo dalla voglia e dall'impazienza di rivederlo. È il mio destino, o tale non si sarebbe mai posto davanti a me sotto forma di un ragazzo che ha all'incirca la mia età. È semplice. Che mi trovassi di fronte a un campione mondiale in quegli istanti? Che lui fosse così bravo in musica? Devo ancora provare a dare una risposta a tutte queste domande, che per me erano ancora un mistero da risolvere. Era tutto quanto un mistero. Tutto.

Ora però, mi devo concentrare sui compiti di informatica e tecnologia: devo rimanere attenta sui miei studi delle nuove lezioni, o non concluderò mai niente. Nulla. Studierò giorno e notte senza mai distrarmi. Fortunatamente, le mie predizioni non si sono avverate, e ad eccezione del voto di matematica da recuperare, finisco i compiti in tre ore e mezza, grazie alla mia applicazione e al mio metodo di studio. Che meraviglia, ho finito prima i compiti oggi. Adesso posso riposarmi, mettendomi ad ascoltare la musica. Però, fra tutto questo gingillare e sentire le canzoni, spengo il lume e mi accorgo che mio padre è rientrato a casa. Subito gli vado incontro e lo abbraccio, salutandolo immediatamente. Lui fa altrettanto. Mi chiede cosa desideri per cena ed io gli rispondo che non deve preoccuparsi, dicendogli che ce la farò. Intanto scaldo in padella un pezzo di pizza rossa margherita. Papà mi chiama per la cena. A casa mangiavo sempre pizzette, già da quando avevo quattro, cinque anni. Saranno debolezza umana e peccati di gola, ma sono una vera delizia, assolutamente.

Verso le 11.00, per mantenere i denti puliti, vado al bagno e me li lavo. Li vedo un poco sporchi e indolenziti. Oggi è finito il 20 settembre, e domani comincerà il 21. Il 13 novembre avrò una visita ormonale dal ginecologo. Domani sarà ancora più dura, ne sono certa, sicurissima. Do il bacio della buonanotte a papà e mi metto giù nel mio letto lungo e stretto. Il mio caro,dolce lettino. Mi mancava davvero un sacco, ne avevo nostalgia. Mi stendo non per riposare, ma per dormire. Prego e spengo la luce della lampada. Poi ripenso a lui: chissà se forse lo rivedrò domani ... e finemente incantata, leggera come le ali o il battito di una farfalla mi addormento. Lieve.


Un amore improvvisoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora