capitolo 5

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  Nigel ed Aymon corsero nel parcheggio davanti all'edificio fino a raggiungere Nicky e Bob. Nigel smise di correre quando, allungando il braccio destro, afferrò la spalla di Nicky e lei si fermò, girandosi verso di lui. Le poggiò la mano sinistra sull'altra spalla. -Nicky, scusami per Katy, è solo un po' sotto pressione per l'esame di oggi- disse. Dagli occhi di lei cominciarono a scendere alcune lacrime. Non diede alcuna risposta. In quel momento Nigel comprese che Nicky era diversissima da Kate: era dolce, sensibile, ci teneva ai rapporti umani ed era timida, forse troppo. In pratica, l'esatto opposto della sua ragazza. Le spostò con una mano una ciocca di capelli rossi ondulati, che le ricadevano sciolti sulle spalle, e trasformò pian piano quel gesto in una carezza sul capo. Lui stesso si sorprese di se stesso: non lo faceva spesso nemmeno con Kate, figuriamoci con una sconosciuta! Incollò lo sguardo agli occhi verdi di Nicky e le ripeté: -Mi dispiace. Io penso che l'esame lo passerai, perché te lo meriti. Fidati- a quel punto Nigel si ritrovò colpito dal pugno di Bob. –Lasciala in pace! Nicky non ha nessuna voglia di essere presa in giro da voi fighetti! E soprattutto: non toccare la mia ragazza- urlò.

 Aymon si inginocchiò accanto a Nigel, che era caduto sull'asfalto del parcheggio a causa del pugno e teneva una mano appoggiata sulla guancia. Notò che lo zigomo sinistro dell'amico sanguinava. Bob prese la mano di Nicky per poi trascinarla via. Aymon passò a Nigel un fazzolettino di carta, con il quale si asciugò il rivolo di sangue che si era creato sulla guancia. -In effetti amico, Freeman ha ragione: se qualcuno guardasse la mia ragazza come tu guardavi Nicky, e per di più le facesse una carezza, beh, anche io gli avrei tirato un pugno- disse porgendo una mano a Nigel dopo essersi alzato. Nigel strinse la mano di Aymon e si mise in piedi. 

Nicky scivolò sul sedile del passeggero dell'auto di Bob, sconvolta da quello che era appena successo. -Tu sei pazzo, Bob, non mi ha fatto niente, non c'era alcun bisogno di fargli male- gli disse arrabbiata. -Ce n'era invece, così smetterà di importunarti!- rispose lui. -Non mi stava importunando, Bob, si stava scusando- -Ti stava toccando!- Nicky si zittì. Improvvisamente si ricordò che a lei il contatto fisico con chi non conosceva le aveva sempre dato molto fastidio, tanto che a volte la portava a reagire tirando pugni lei stessa. Bob lo sapeva bene: era così che si erano conosciuti lui e Nicky. Un giorno lui le aveva toccato un braccio per chiederle dov'era l'aula di chimica e lei gli aveva tirato una sberla in pieno volto. Nicky sorrise a quel ricordo. Ma con Nigel era stato diverso, il contatto con lui le era sembrato strano, ma non fastidioso; anzi, quasi l'aveva fatta sentire protetta. 

Le ballerine entrarono in sala elegantemente, in una fila ordinata secondo i numeri che ognuna aveva appeso alla divisa, composta da un body viola intrecciato sulla schiena, sottili calze rosa e scarpette da punta color rosa cipria. Nicky aveva il numero sette, Kate il numero nove. Si posizionarono alla sbarra dopo un inchino alla esaminatrice. Gli esercizi alla sbarra filarono lisci senza intoppi, come sempre, ma quando arrivò il momento di quelli al centro Nicky iniziò ad agitarsi, perché sapeva di non possedere molto equilibrio. Proprio quando iniziava a tranquillizzarsi, verso la fine dell'esame, eseguendo un retirè in punta cadde storcendosi una caviglia. Tutte si girarono a guardarla, e a Kate scappò una risata. L'esaminatrice la fulminò con lo sguardo facendola smettere immediatamente. -Nicole, ti sei fatta male?- chiese in tono cortese alla ragazza. -No professoressa, va tutto bene, mi scusi- -Non importa cara, riprendi pure- la donna sorrise e permise a Nicky di ripetere l'esercizio, che riuscì a compiere con successo.

 L'esame terminò con il consueto inchino e prima che le ragazze uscissero la professoressa chiese: -Kate Frost, potresti trattenerti un attimo, per favore? Vorrei parlarti- Kate camminò con passo elegante fino alla sedia accanto a quella dell'esaminatrice e si sedette. -Ho chiesto di parlare con te, non che tu ti sieda- disse bruscamente. Kate scattò in piedi –Mi perdoni, mi dica pure- 

La Legione del demonioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora