capitolo 11

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  Nicky non dormì per niente quella notte. La sua testa era tormentata dai pensieri su Amy e su quale stupidaggine avesse fatto, su Bob e il suo doppio tradimento, sulla figuraccia fatta in discoteca e sì, anche su Nigel e sulla dolcezza che aveva dimostrato. La mattina a scuola non poté nascondere i segni della notte trascorsa insonne, ma notò ben presto che Chloe ed Amy non erano messe meglio.
-Io lo amo! Ne sono certa, lo amo!- esclamò Chloe correndo in contro alle due amiche.
-Chi?- chiese Amy.
-Christopher Brown. Tu ieri sera non c'eri, non li hai visti mentre in mezzo alla pista si infilavano reciprocamente la lingua in bocca- spiegò Nicky. La stanchezza la rendeva acida.
-Così la fai sembrare una brutta cosa, invece il nostro è stato un primo bacio bellissimo- replicò Chloe -Ti sei ripresa dall'attacco di panico?- chiese poi.
-Sì, abbastanza. Nigel mi ha riaccompagnata a casa e ha insistito per rimanere con me; è riuscito a tranquillizzarmi- -È stato davvero carino, proprio l' opposto di Bob il pezzente- commentò Amy.
-Ah, lascia stare, ha cercato di baciarmi- -Chi, Bob? Quando?- chiesero Amy e Chloe all' unisono.
-No, Nigel. Ieri sera-
-COSA?- esclamò Amy. -E tu? Scommetto che ti sei scansata- disse Chloe. -Non proprio scansata, ma mi sembrava sbagliato. Con Bob è finita appena due giorni fa, l'amore non svanisce così velocemente, nonostante una persona ti deluda così- si interruppe e chiese ad Amy: -A proposito di sbagli... A cosa si riferiva il tuo messaggio?-
Amy arrossì. Si vergognava così tanto di quello che stava per dire che abbassò la voce per assicurarsi che nessuno oltre a Chloe e Nicky la sentisse.
-Ho baciato Stevenson-
Nicky si fermò aprendo la bocca dallo stupore, a Chloe caddero i libri che aveva in mano.
-I miei genitori hanno invitato gli Stevenson a cena ieri sera, ecco perché non sono potuta venire in discoteca con voi. Dopo ben due ore di cena e chiacchiere stupide non ne potevo più, così ho detto di dover andare in bagno, ma mi sono chiusa in camera mia. Probabilmente mia madre deve aver pensato che stavo male, così ha mandato quello scemo a chiamarmi. Non so nemmeno io il perché, ma l' ho lasciato entrare in camera, si è seduto sul letto e abbiamo iniziato a parlare. E... dopo un po' abbiamo smesso di parlare-
-Quindi non vi siete solo dati un bacio- ipotizzò Chloe. -Sentite, non sono tenuta a farvi il resoconto di quello che faccio con i ragazzi- sentenziò Amy, imbarazzata.
-Ma te ne sei pentita o no?- domandò ancora Chloe. Amy aprì la bocca per dire qualcosa, ma la richiuse. Non ne era sicura, in realtà. Aveva sempre creduto di detestare quel ragazzo, così petulante e immaturo, forse proprio perché più piccolo di lei. Fu salvata dall' intervento di Christopher, che le raggiunse per avviarsi con loro nell' aula dove si sarebbe tenuta la lezione di filosofia.
-Ciao ragazze- salutò Nicky ed Amy con un sorriso e diede un bacio sulla guancia a Chloe, che arrossì. Amy guardò Nicky: -Te l' avevo detto- disse questa.
-Stai meglio, Nicky? Mi dispiace per ieri sera, ci siamo preoccupati tutti- chiese Christopher.
-Dispiace a me avervi fatto preoccupare. Comunque sto bene, grazie-
-Nigel mi ha detto che non smettevi di scusarti. Mi ha anche detto che hai rifiutato un suo bacio- disse il ragazzo ridendo.
-Ti ha detto così? Ho appena scoperto che il mio ragazzo mi tradisce, e lui il giorno dopo cerca di baciarmi? Mi sembra ovvio che lo rifiuto- Nicky se ne andò, allontanandosi dal gruppetto. " E oltre tutto va anche a raccontarlo ai suoi amichetti" pensò sentendosi offesa. Amy gli lanciò un' occhiata torva e si incamminò dietro all'amica. Chloe non disse nulla, ma le seguì.

Quel giorno, Nicky non riuscì a trascorrere la pausa pranzo in teatro, perché fu fermata da Bridget, che desiderava parlarle. La invitò a pranzare con lei. Si sedettero entrambe ad un tavolo in mensa, insieme a Chloe ed Amy, e per i primi dieci minuti nessuna delle due pronunciò parola. Nigel si sedette accanto a Nicky e lei lo fulminò con lo sguardo. Gli occhi del ragazzo incrociarono a loro volta quelli di Christopher: era evidentemente arrabbiato con lui.
-Io volevo dirti che mi dispiace per come è andata con Bob, Nicky. Sono stata io a chiedergli di uscire con me, ma non l'avrei mai fatto se... - iniziò Bridget, ma Nicky la interruppe: -So che non lo sapevi. Non ti incolpo di nulla, Bridget, sta tranquilla. Anzi, mi dispiace che abbia mentito anche a te-
Era vero che non era arrabbiata con lei, ma questo non significava che desiderava parlarle o diventare sua amica. Soprattutto non voleva farlo con intorno la Legione del demonio al completo. Solo in quel momento realizzò che era così, che era seduta al loro stesso tavolo e stava parlando con loro, quando solo qualche giorno prima era invisibile ai loro occhi. Adesso invece era quasi amica dei ragazzi più invidiati e popolari della scuola e aveva quasi baciato uno di loro. Proprio così: lei era sempre stata la ragazza del "quasi". Quasi felice. "Ma sono mai stata davvero felice?" si domandò. Non poteva certo lamentarsi della vita che conduceva, era fortunata, ma sapeva che le mancava qualcosa che la facesse sentire felice sul serio, come quando danzava, ma se danzava da sola, per se stessa, senza essere osservata, giudicata, o senza essere presa in giro da Kate. Si sentiva stanca, appesantita, così si alzò. -Scusate, credo di non sentirmi molto bene- si scusò con tutti e trascorse il resto della pausa pranzo nell' intima solitudine che garantiva il teatro della scuola a quell' ora. O almeno così sarebbe stato se Bridget non l' avesse raggiunta.
-Non offenderti, Bridget, ma vorrei restare sola per un po' prima di ributtarmi nel marasma di gente- disse Nicky.
-È colpa mia, vero? Mi dispiace, non volevo infastidirti- rispose Bridget. Nicky rimase zitta; semplicemente scendendo dal palcoscenico si lasciò scivolare per terra, tra il palco e la prima fila di sedie. Bridget non intendeva andarsene e si accovacciò accanto a lei.
-Non è colpa tua- disse infine Nicky -è colpa di Bob. è solo un pezzo di merda- concluse.
-So che sei arrabbiata, ma lui non merita la tua rabbia, o le tue lacrime, niente. Non merita che tu perda il tuo tempo pensando a lui e a quanto ti ha fatto star male. Ti meriti di essere felice davvero, Nicky-
-Lo so- a Nicky venne l' impulso di scoppiare a piangere, ma si trattenne. Non era triste, solo ebbe l' impressione che Bridget le avesse letto nel pensiero: essere felice davvero. Sì, era questo che voleva, era questo che avrebbe cercato di ottenere sempre da allora in poi. Al suono della campanella si alzarono e si sorrisero, pronte per affrontare un' altra ora di lezione durante la quale entrambe sarebbero state osservate da tutti, perché la voce della scena che si era consumata nel locale di Derek si era ormai diffusa, e i bisbigli alle spalle di Nicky, Bridget e anche di Stella era impossibile non notarli.
L' intenzione iniziale di Bridget era stata quella di dire a Nicky la verità, ovvero che la sua uscita con Bob era stata programmata, ma al momento di far uscire le parole dalle labbra non ci era riuscita. Preferì rimandare a quando Nicky sarebbe stata più serena, sperando che avrebbe incassato meglio il colpo.

Amy stava camminando accanto alle sue amiche nei corridoi per raggiungere l' aula dove avrebbero trascorso l' ultima ora di lezione quando si sentì afferrare il polso e trascinare in un angolo. Inizialmente si spaventò, poi si innervosì ulteriormente scoprendo di chi si trattava.
-Cosa diavolo vuoi, Stevenson?-
-Dobbiamo parlare tu ed io: è tutta la mattina che mi eviti- -Se non te ne sei accorto, allora ti informo che io ti evito sempre- -Ma dopo ieri sera...- iniziò a dire Kyle. -Ieri sera ci siamo divertiti un po', è stato piacevole, ma non vuol dire che dobbiamo diventare amici. Ora devo andare- lo interruppe Amy. -Ma Amy, io volevo dirti che...- -Ciao Kyle, ci vediamo in giro- e così Amy troncò la conversazione, raggiungendo Nicky e Chloe. Kyle rimase a guardarla allontanarsi, senza trovare il coraggio di fermarla nuovamente e imporle di ascoltare ciò che aveva da dirle.
-Me l' aspettavo- mormorò tra sé, andandosene a sua volta.  

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