Profumo di casa (gruvia)

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Se n'era andato. Era partito, Gray. Un giorno qualsiasi. Un giorno come tanti, ma che ben presto si era fatto improvvisamente nuvoloso.
Ci aveva pensato a lungo, ed era giunto solo a quella drastica soluzione. Gray non ce la faceva più. Non sopportava più di vederla soffrire per causa sua. "In fondo, se avesse continuato con la sua messinscena di non amarla, alla fine lei di sicuro non l'avrebbe fatto più. Era naturale per una ragazza."
Una lettera. Una semplice quanto banale lettera era ciò che aveva scritto e lasciato poi sul letto di casa. Sapeva che dopo qualche giorno, forse anche di meno, Juvia e gli altri lo avrebbero cercato. Ma lui non voleva essere trovato.
Un allenamento. Era questa la scusa che aveva trovato. La verità era però ben diversa. Non voleva che soffrisse a causa sua. Aveva già sofferto abbastanza. Con un po' di tempo e la lontananza, sicuramente lei lo avrebbe dimenticato, e lui sarebbe riuscito a rinchiudere in una prigione di ghiaccio quei sentimenti traboccanti che esplodevano ogni volta incontrasse il suo sguardo, il suo sorriso.
Passarono lentamente dapprima le ore, poi i giorni, e infine addirittura i mesi... Chissà come se la passavano a Fairy Tail. Chissà cosa stava facendo, lei.
Era da quando era partito, scappando dalla realtà, che avvertiva una stretta al cuore. Una morsa che gli attanagliava lo stomaco e gli mozzava il respiro. Dolore, solo dolore avvertiva. Nella sua vita aveva sempre sofferto, eppure la sofferenza di quel momento era diversa da quella che aveva sempre avvertito. Il suo cuore gli diceva, gli urlava, di tornare da lei, ma la sua fredda mente gli imponeva di controllarsi. Lo stava facendo per il suo bene. Per il bene di entrambi.
O forse il suo era solo egoismo? Era scappato per non dover soffrire ancora, come aveva fatto per i suoi genitori, Ur, Ultear... eppure perchè sentiva ugualmente dolore?
Forse, in fondo al suo cuore, sperava ancora che Juvia non lo dimenticasse, eppure doveva farlo.
I pensieri confusi e contraddittori della sua mente lo tormentarono in ogni attimo di libertà di quei giorni ormai vuoti. Quando non doveva combattere, quando non doveva svolgere un incarico, quando non doveva allenarsi... non poteva che pensare a lei.
E così passò un anno. L'animo del freddo mago del ghiaccio era ormai a pezzi, eppure, anche se frantumato, lui era riuscito a raccoglierlo e a rinchiuderlo in uno stretto vaso di ghiaccio e gelo, che pensava non si sarebbe più riaperto.
Convinto di ciò, decise di aspettare ancora un po' prima di tornare. Quando pochi giorni dopo la sua decisione, aveva letto sul Weekly Sorciere la notizia della più bella coppia dell'anno, un'ulteriore fitta lo colpì, ma fu prontamente repressa. L'articolo parlava di lei. Juvia, da quasi un anno, si era fidanzata con Lyon. In quella foto della rivista, sembravano felici. Juvia appariva però diversa, e se ne sorprese. Non indossava più i suoi soliti vestiti pesanti, e i capelli non erano più rinchiusi in quel cappello nero. Per certi aspetti non sembrava più nemmeno lei.
Alla fine, dopo qualche altro giorno speso a convincersi che la storia con Lyon fosse giusta così, si decise a tornare. Nella sua vera casa, dalla sua famiglia, da Fairy Tail.
Dopo interminabili giorni di viaggio, raggiunse Magnolia. L'espressione impassibile nascondeva un che di nostalgia e sollievo.
Attraversò silenziosamente le vie ancora poco affollate, data l'ora. Era appena l'alba. Gli ci volle più del previsto per raggiungere la gilda. Ogni passo, all'inizio sicuro, si era trasformato in uno più incerto e pesante. Sarebbe stato in grado di sopprimere davvero i suoi sentimenti? Ci era riuscito fino a quel momento, quindi perchè ora doveva essere diverso?
Concentrato su questo pensiero, raggiunse la gilda. Non era cambiata affatto. Dal grosso portone socchiuso si poteva udire la tipica confusione. Ispirò a fondo. Aria di casa, la sua casa.
Spinse di poco il portone per poter entrare. In quel momento, alcuni si girarono, per vedere chi fosse, restando poi ammutoliti. E in poco tempo il silenzio, strano ma vero, si diffuse per tutta la grande sala, alla sua vista.
Ma il suo sguardo non era più rivolto ai suoi nakama.Non più. Di fronte a sè, a una decina di metri, c'erano due persone di spalle. Un ragazzo dai capelli albini e una turchini. L'avrebbe riconosciuta tra mille. Juvia. Anche se indossava solo un leggero abitino bianco, non c'erano dubbi. Pochi attimi dopo anche i due si voltarono, curiosi di sapere cosa avesse tanto attirato l'attenzione dei loro amici. Un'espressione sorpresa e allibita apparve sui volti di entrambi. E a Gray sembrò fermarsi per un attimo il cuore quando i suoi occhi spenti e freddi incrociarono quelli oltremare di lei.
Lyon fu il primo a riprendersi, rivolgendogli un mezzo sorriso, tra il sollevato e il triste. Poi diede una leggera spinta sulla schiena della ragazza al suo fianco, che sembrò risvegliarsi da un sogno ad occhi aperti. Gli lanciò un'occhiata confusa, ricevendo in cambio un sorriso malinconico. Poi l'albino annuì. Le stava dando il permesso di andare. Era consapevole che così l'avrebbe persa per sempre, ma in fondo era meglio così, e lui già sapeva che sarebbe successo. Era preparato a quel momento, ma faceva male lo stesso. E così rimase fermo e immobile a vedere la ragazza che amava correre verso il suo amico ed eterno rivale.
"In fondo se avesse continuato con la sua messinscena di non amarla, alla fine lei di sicuro non l'avrebbe fatto più. Era naturale per una ragazza."
Eppure, se era così, allora perchè Juvia gli era corsa incontro appena si erano visti? Perchè lo stava abbracciando con tutte le proprie forze con le lacrime agli occhi?
Alzò lo sguardo dalla sua capigliatura turchina e in quel momento arruffata, per guardare con confusione il mago di fronte a sè.
Gli sorrideva con un po' di malinconia e rassegnazione. -Ti ha sempre aspettato- sussurrò tra le labbra, così che solo il moro potesse udirlo.
A quelle parole riabbassò lo sguardo. Juvia era ancora stretta al suo petto, singhiozzante e tremante. Un immenso calore lo avvolse improvvisamente e un sorriso accennato gli apparve sul viso, mentre una felicità crescente si faceva strada nel suo petto. E in un attimo comprese quanto era stato sciocco. Juvia non era una ragazza normale. Juvia, la sua Juvia, lo avrebbe amato per sempre, e, in fondo, anche lui avrebbe sempre ricambiato quel sentimento, che era stato in grado di crescere nel gelo del suo cuore. Il vuoto e il dolore che aveva avvertito nei mesi precedenti era scomparso, dissolto come la nebbia mattutina. E sentì i pezzi della sua anima ritornare insieme e rompere quel vaso di ghiaccio sottile che aveva avvolto il suo cuore. Pensandoci bene, forse già sapeva che sarebbe stato impossibile contenerli.
Senza più esitazione, la avvolse tra le sue braccia, stringendola a sè. La maga sussultò leggermente a quel gesto. -Sono qui, e non me ne andrò mai più - sussurrò al suo orecchio, ispirando a fondo il profumo della turchina. Non era per nulla cambiato. Era quello, il profumo di casa.

Angolo curiosità:
Avevo intenzione di iniziare questa raccolta con un'altra storia, ma proprio ieri mi è venuta l'ispirazione e così tra ieri e oggi ho buttato giù questa storia. Quindi è fresca fresca, e ho pensato, perchè no? E dopo averla corretta, eccola qui.

Nda:
Stavolta non mi soffermerò molto, visto che ho già parlato abbastanza.
Non mi resta che salutarvi. Alla prossima Minna! ^.^
Benio-sama

《Gruvia》❤️☔️❄️più tutte le ship fi Ft🔑🔥Where stories live. Discover now