-Ti ho detto che é un' Alice!
-Non mi interessa chi diavolo è questa qui. Deve andarsene, che tu voglia o no.
-Ragazzi, calmatevi! State tranquillini, eh? Se è Alice lo scopriremo presto. Vedete? Si sta svegliando...Aprii gli occhi sentendo quella voce strana, quasi inumana. Chi era Alice? Quante ce n'erano? E dove diavolo mi trovavo?
"Ahia..." dissi mentre mi alzavo con i gomiti per guardarmi attorno. "Dove sono?" Chiesi al fiore che mi stava davanti. Aspetta...un fiore?!
-Oh, che bello! Questa bugiarda é sveglia.- disse la Rosa arancione che mi stava guardando negli occhi, mentre ruotava i suoi al cielo.
-Oh, stai zitta erbaccia! Lasciala riprendersi.- La interruppe quel bastardo di un coniglio che mi spinse giú da quel maledetto pozzo.
-Tu!!- mi intromisi io, puntando l'indice tra quegli occhietti rossi, - mi hai spinta nel pozzo! Potrei essere morta, maledetto.-
-Oh, ma cara mia, non sei morta,- disse un gatto fluttuante mentre svolazzava tra me e quella bestiaccia malefica. -sei viva e vegeta, anche se non tanto vegetale quanto la nostra amica qui.-
Un ghigno prese forma sulla sua faccia mentre indicava la rosa, che infastidita lo incendiò con lo sguardo.
-Chi siete voi?- chiesi esasperata a quel punto.
-Io sono il Bianconiglio!- cominciò con orgoglio l'animalaccio, anche se quell'orgoglio ne se andò presto non appena lo fulminai con lo sguardo.
-Io sono una Rosa. La migliore, a dir la veritá.-
-Io sono un semplice gatto.-
-Un semplice gatto che vola, sorride e parla?- domandai.
-Più semplice di così!- rispose lui con convinzione.
-Se lo dici tu...-
-Ma non perdiamoci in ciancie futili,- riprese il semplice gatto, -la domanda piú importante, adesso, è: chi sei tu?-
-Rebecca- risposi educatamente.
-É qui che ti sbagli, mia cara!- disse Bianconiglio.
-Sono abbastanza sicura di sapere il mio nome.- dissi senza nemmeno guardarlo negli occhi.
-Ha ragione lui.- Parlò il gatto.
-Nessuno di voi ha ragione!- si intromise Rosa.
-Nemmeno io?- domandai.
-Tu si!-
-Intendi me?-
-Non tu, conigliaccio! Intendo Alice.-
-Aha!- urlò con tono accusatorio il gatto fluttuante, -Allora ammetti anche tu che la ragazza sia un' Alice?-
-Io mi chiamo Rebecca...-
-Ho solo sbagliato a parlare.- si limitò a dire Rosa, con aria indignata.
-SMETTETELA!- Mi arrabbiai io, -non ci capisco niente! Potete spiegarmi dove mi trovo, tanto per cominciare?-
-Oh, ma sei nel Paese delle Meraviglie, ovviamente!- spiegò il coniglio, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
-Nel che delle cosa, scusa?-
-Sei nel Paese delle Meraviglie, Alice- disse più dolcemente il gatto.
-Serve ripetervi che mi chiamo Rebecca? Se non serve la smetto subito.-
-Non credo che serva, umana.-
-Grazie per l'informazione, Rosa.-Mi alzai a fatica e pulii i jeans sporchi di terra. Mi guardai attorno: un paesaggio verde, qualche albero qua e là, fiori, siepi, casette in lontananza. Sembrava un normale paesetto di collina. Poi abbassai lo sguardo. Me ne pentii subito dopo: un ibrido tra un coniglio e un ragazzo, una rosa arancione con le radici in bella vista che la tenevano in piedi ed un gatto viola e rosa, che fluttuava con la pancia all'insù e sghignazzava tra sé e sé.
Ho avuto giorni migliore, se devo essere sincera.
-Cosa saresti tu, precisamente?- domandai a Bianconiglio.
-Sono un coniglio-
-I conigli non hanno il corpo umano e la testa da coniglio. Senza parlare di quella coda.-
-Tutti i conigli hanno la coda!- protestò Rosa.
-Ma non su un corpo da uomo...- commentò il gatto.
-Sono un rispettabile Coniglio, appartenente alla famiglia dei Bianchi. Non accetterò che alcuna persona critichi il mio aspetto, tanto meno la mia coda.- disse indignato Bianconiglio.
-Non volevo affatto giudicarti! Volevo solo sapere cosa sei.-
-Alice cara, devi sapere che questo non è il mondo che conosci.- Mi sorrise il gatto, -qui siamo nel Paese delle Meraviglie! É tutto diverso, o almeno per gran parte. Scommetto che non hai mai conosciuto un gatto con un sorriso piú bello del mio.- disse orgogliosamente.
-Devo ammettere che é vero...-
-Ovviamente è vero! Se non lo fosse sarebbe falso, o sbaglio?-
-Oh be', come darti torto.- gli diedi ragione io, -ma posso chiedervi una cosa? Perché mi chiamate Alice?-
-Perché tu SEI Alice!- esclamo entusiasta Bianconiglio.
-Non è Alice...-
-Stai zitta, rosettina. Lei é Alice, non vedi? Ha la stessa aura delle altre.-Stavo davvero cominciando ad impazzire, anche se probabilmente pazza lo ero già. Smisi di ascoltare i miei bizzarri accompagnatori dopo il quinto "Ti dico che non è Alice!". Alla fine mi spazientii e mi incamminai in un sentiero che portava oltre una collina. Quelli erano così assorbiti nel decidere chi io fossi che non si accorsero nemmeno della mia assenza.
Continuai per quella strada per un paio d'ore, o almeno credo. Sembrava che lì il cielo non cambiasse mai. Era sempre di quel colore azzurrino. Quell'azzuro che ti acceca anche se il sole è coperto.
Cominciai a chiedermi se avessi sbattuto la testa nel fondo del pozzo, o se fossi solo diventata pazza. Sarei dovuta andare in un manicomio se lo fossi stata. Forse era solo un sogno? E forse mi ero addormentata sulla panchina. Plausibile.
Stavo ancora pensando a cosa mi fosse successo quando mi ritrovai in un posto tanto familiare da farmi cedere le ginocchia. "Cosa diavolo ci fa la casa di mio papà nel Paese delle Meraviglie?" mi chiesi mentre mi rialzavo.
Non sembrava che ci fosse qualcuno intorno, quindi mi incamminai verso la porta. Arrivai davanti alla piccola veranda nella quale giocavo da piccola con mia sorella, quando sentii qualcuno ridere dietro di me. Mi giraii di scatto con aria colpevole, anche se non avevo ancora fatto niente.
-Hahahahah, sei simpatica Alice!-
-Ma che...?-
Davanti a me c'era un ragazzo. Un normale ragazzo. Forse il suo abbigliamento non poteva essere ritenuto proprio adeguato, ma nel complesso normale.-Ho detto che sei simpatica. Non mi hai sentito? Hai forse problemi alle orecchie? Poverina.-
-Non ho nessun problema alle orecchie! Non sapevo chi avesse parlato, non so chi tu sia e non mi chiamo Alice!-
-Come ti chiami, allora?-
-Rebecca, ma tanto a chi importa? Nessuno mi chiama per il mio vero nome in questo dannato posto!- mi lamentai io.
-Ti chiameró Rebecca, se questo ti farà piacere.- Disse con tranquillità.
-Beh, si mi farebbe piacere, grazie. Ma tu, invece? Come ti chiami?-
-Puoi chiamarmi Matt.-
-Non hai un nome un po' troppo normale per questo luogo? Insomma, ho appena incontrato un ibrido, una Rosa e un gatto con il miglior dentista del mondo...-
-Cappellaio Matto è troppo lungo da pronunciare, non credi anche tu, Rebecca? Matt è molto meglio.-
-...Matto? Dovrei preoccuparmi? Senza offesa, ovviamente.-
-No, no. Finché sarai felice non dovrai preoccuparti.-
Aprii la bocca per rispondere, ma ero troppo stanca e sconvolta per chiedergli perchè diavolo sarei dovuta essere felice per non preoccuparmi della sua salute mentale.
-Quindi,- riprese Matt, - tu sei qui per aiutarmi, vero?-
Lo guardai stranita, e lui sospirò.
-Non ti hanno spiegato nulla, immagino.-
-Cosa avrebbero dovuto dirmi?-
-Te lo spiegherei io, ma stai per tornartene a casa.-
Mi voltai e guardai la mia vecchia casa, quella in cui avevo passato la mia infanzia, quella in cui giocavo con mia sorella, e con Michela. Guardai la porta della veranda, che mi era caduta addosso tanto tempo fa (ho ancora una cicatrice, da qualche parte). Vidi tutto quanto scomparire davanti ai miei occhi, e diventare nero. Mi ritrovai nuovamente di fronte al pozzo del mio giardino prima che potessi dire a quel ragazzo che non avevo mai visto prima: "ma io ci sono già, a casa."
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Alla prossima volta
FantasyIn cui una ragazza si ritrova in un mondo cosí diverso dal suo, eppure strettamente legato. Alcuni personaggi sono tratti da "Alice nel Paese delle Meraviglie". A me non appartiene nessuno di quei personaggi.