Breve prologo.

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Questo prologo è importante, potrei definirlo come un piccolo chiarimento su chi è Nani e dopo ciò il buio tornerà a invaderci gli occhi.

Buona lettura,

Rai.

Avevo archiviato quel periodo della mia vita, ora avevo un'anima.
La mia anima aveva un nome: Louis.
Sentivo quell'essenza contorcersi nel mio corpo e sbattere dentro le costole, perché quando facevo male a lui facevo male anche a me stesso. Eravamo in simbiosi: tutto di lui mi apparteneva e si rifletteva in me. Louis non conosceva il mio passato, a stento mi riconoscevo anche io, come potevo farmi amare dopo questo nome?
Nanì.
Eppure si era catapultato nel mio presente e futuro.
Louis entra in casa, come sempre lasciando il suo bastone all'ingresso con le mani piene di colore, e viene da me in cucina e subito nota qualcosa di strano.
-Amore, c'è un nuovo profumo in casa- disse Louis accarezzando la mia mano, tossì e vidi il suo volto girarsi, la sua mano di scatto lascia la mano.
-Di chi è questa mano Harry se tu sei dall'altra parte della stanza?- si scostò come se fosse imbarazzato, seguì il suono della mia voce, mentre io spostato le sedie per non farlo inciampare.
Schiarii la voce: -E' la mano di Nanì- dissi io cercando di non far trasparire nessun sentimento dalla mia voce, Louis mi strinse e forse preso dal senso di colpa si presentò.
-Tu sei quello del bigliettino, hai la mia foto- disse arrossendo, forse per paura di essere giudicato. Nanì rise di gusto, apprezzando forse il leggero rossore sul viso di Louis.
-Papiniiii- rientrò Darcy dalla porta appena uscita dalla scuola materna accompagnato da Zayn e il suo coinquilino, Liam, corse verso di noi e disse: -Vedo due Harry, papone- disse la bambina.
Sia io che Nanì ridemmo, Louis invece rimase perplesso dopo l'affermazione della nostra bambina, prese in braccio Darcy. Nanì si avvicinò a Darcy, e io mi irrigidii, accarezzò il viso della bambina sorridendo: -Sono il fratello gemello di Harry, sono zio Nanì- disse e Louis sbiancò.
Accarezzai la spalla di Louis cercando di tranquillizzarlo, sentivo ancora la sua anima cadere a pezzi dentro la mia gabbia toracica; se lui era il mio cuore sicuramente aveva smesso di farmi vivere.
-Posso rimanere solo un attimo con mio fratello.- dissi e sussurrai all'orecchio di Louis: -Ti spiegherò tutto amore mio ok?-
Louis non mi degnò di uno sguardo tanto meno di una risposta; prese semplicemente Darcy ed uscì dalla camera sbattendo la porta. Sospirai.
-Perché sei venuto Nanì? Non ti vedo dall'adolescenza, non ti voglio nella mia vita; tu fai terra bruciata intorno a te.- dissi sedendomi sul tavolo della cucina.
-Hai paura Harold-
-Non chiamarmi così, non ho più sedici anni-
-Ma è così che ti chiami o sbaglio? Hai paura di presentarmi la tua famiglia per quale motivo esattamente? Spiegami visto che ora, citandoti, non hai più sedici anni, hai paura come un bambino di perdere le cose che hai più care?- disse con un ghigno maligno.
-Perché Nanì sei uguale a me per tutto: fisico, altezzosità e soprattutto hai la mania di volere i miei ragazzi, praticamente da sempre- dissi guardandolo negli occhi.
–Proprio per questo sono qui Harold, ho visto le foto del tuo compagno, le foto di quel fotografo, e sono rimasto colpito dai suoi occhi blu, oltre tutto il resto ovviamente- disse Nanì e sentìì un bicchiere infrangersi alle mie spalle, Louis era entrato nella cucina per prendere un bicchiere di acqua.
Mi affrettai a raggiungerlo, presi le sue mani per evitare di farlo tagliare, e accarezzai il suo palmo: -Amore tutto ok?- dissi non smettendo di accarezzarlo, lui improvvisamente gridò: -No non è tutto okay Harry, chi è questo uomo, perché non mi hai mai parlato di lui se è tuo fratello?-
- Ribelle, mi piace- disse Nanì, lo fulminai con gli occhi, lo abbracciai forte baciandogli la tempia: -Ti spiegherò tutto ok? Stasera quando saremo a letto e Darcy dorme.-
Non mi rispose ed uscì nuovamente dalla camera.
Dopo alcuni minuti di silenzi imbarazzanti mio fratello prese parola: -So cosa stai pensando Harold. Ti senti minacciato..da me. Da tuo fratello. Hai paura che, come in passato e ancora una volta, scelgano me e non te. Hai paura di un confronto.- disse Nanì. Mi alzai dalla sedia, cercando di controllarmi: -Non ho paura di te, non ho paura di nessuno ormai. La mia paura è un'altra: se sceglie te e Louis è felice non fiaterei, ma la sua anima non puoi prenderla è legata alla mia. Se tu gli facessi del male, se tu provasti a farlo soffrire ti odierei di più di quanto ti odio adesso. Perché tu fai così: lotti per qualcosa che amo, appena questa persona ha smesso di amare me per amare te, tu perdi interesse. Ma non ruberai il suo cuore Nanì, quello è già mio.- dissi alzandomi e lasciandolo solo nella mia cucina.
Nanì uscì da quella stanza teatralmente: -Ho visto le sue opere, ho visto le sue tele. Non voglio l'anima, il cuore o altre cazzate da innamorati diabetici. Voglio quella cosa che tu ami di più: quel Blu.- disse con nonchalance.
Come potevo dare torto a mio fratello? Gli occhi di Louis sono incantatori, riusciva a guardarti dentro senza aver bisogno della vista. Nella mia mente fu come un ritorno al passato: alla prima volta che guardai quegli occhi e mi innamorai cercandolo dentro quel blu. Geloso, possessivo e protettivo.
Quel blu è mio e mi appartiene.

Il colore dell'anima (BOOK4)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora