Parte 1

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LA PARTE IN CORSIVO E' TUTTO IL FALSHBACK.
PREPARATE I FAZZOLETTI, PER LA SECONDA PARE OKAY?
BUONA LETTURA,
RAI.

Come si possono riconoscere due anime senza innamorarsi di entrambe? L'amore è la ricerca costante di un sorriso, io lo avevo, ed era incorniciato da due fossette. Mi sono innamorato di un respiro, mi sono innamorato del dolce rumore che crea la sua vita: perché a me non basta solo il mio respiro per essere in vita, mi serve anche il suo.
Infinitamente melodico.
E se il mio equilibrio dettato dall'amore fosse uno squilibrio?

-Non potete, lasciatela immediatamente le fate male, per favore- sentivo solo le urla di Darcy che mi supplicava di non lasciarla andare via con i servizi sociali. Sentivo solo le lacrime calde scivolarmi sulle guance mentre la sua manina piano lasciava la mia e cadì sulle mie ginocchia coprendomi il viso con le mani.
-Signor Tomlinson non peggiori le cose, lei nel tribunale dei minori, dopo le foto mostrate nella galleria dove esponeva, è risultato inadeguato al mantenimento di una bambina- mi disse con la voce falsamente dispiaciuta.
-Non le fate del male per favore, è la mia bambina. Posso almeno salutarla?- dissi cercandola con le mani; sentii le sue mani abbracciarmi la gamba e le baciai tutto il visino bagnato dalle lacrime e singhiozzò:
-Perché mi avete dato via? Non sono stata brava? Prenderete un'altra bambina ora- disse toccandomi le guance.
-No amore non pensarlo mai- le baciai la fronte e ripresi: -Sei la bambina più brava e speciale di tutto il mondo. Tornerai da noi- dissi accarezzandole i capelli.
Seduto per terra nell'angolo della stanza ero solo a farmi compagnia c'erano solo le mie lacrime. Harry rientrò in casa come una furia: -Darcy?- disse mentre sentivo il rumore di porte che si aprivano e chiudevano.
-Dov'è quell'imbecille di Nanì? Io lo sapevo che portava solo guai, lo sapevo che non era cambiato per nulla- disse Harry quando l'unica cosa che trovò in casa fu il peluche preferito di nostra figlia.
Ci addormentammo abbracciati a condividere non solo il dolore ma anche Boo Bear.

Canticchiavo nella doccia mentre Harry poggiava sul termosifone il mio accappatoio per riscaldarlo bene, aveva paura che mi raffreddassi e odiava vedermi stare male.
-Vado a controllare Darcy se dorme ancora e le accendo anche la lucina rosa che ama e ti raggiungo- aprì la doccia e mi diede un bacio prima di andare dalla piccola. Sorrisi durante il bacio e lo lasciai andare mentre io aspettavo l'acqua calda. Mi infilai sotto il getto della doccia e cominciai a bagnarmi il corpo per non sentire freddo, la porta si aprì e sussurrai: -Dai entra prima che Darcy si sveglia e ci becca in fragrante- dissi eccitato. Lui, spogliandosi probabilmente, entrò e mi bacio con passione mentre le sue mani scendevano lungo la mia colonna vertebrale e mi strinse il sedere facendomi ansimare e reclinare la testa all'indietro. Mi bacio tutto il collo mentre mi fece appoggiare al muro e strusciò il suo membro al mio sedere per poi penetrarmi; passai la mano sulle sue spalle e la salii sul mento e notai che mancava il neo che aveva sul mento.
Mi allontanai da lui immediatamente schiacciandomi al muro pur di non avere un contatto con la persona che era dietro di me.
-Non sei Harry, i profumi del bagnoschiuma e dello shampoo hanno coperto il tuo vero profumo, esci immediatamente- dissi spaventato e sentendomi esposto.
-Cosa suc...- disse Harry entrando spaventato dalle mie urla, mi sedetti sulla piattaforma della doccia piangendo. Le mura erano piene di parole di rabbia, avevo confuso il mio Harry con Nanì. Mi sono lasciato baciare e accarezzare da altre mani a cui non appartenevo, grida su grida. La voce di Harry che si intrecciava a quella di Nanì, in poco tempo non riuscì più a distinguere una da quella dell'altra.
La stanza era piena di parole che non ci eravamo mai detti, la stanza era piena di rancori e discrepanze.
-Entrambi fuori, vi voglio fuori da qui. Io non sono il premio di nessuno, io sono una persona.- dissi arrabbiato; quando sentii la porta chiudersi entrai nella doccia e mi misi sotto il getto di acqua calda.
Mi sentivo sporco, mi sentivo usato.
Presi la spugna, misi del bagnoschiuma sopra, e cominciai a sfregarla velocemente sul mio copro singhiozzando silenziosamente. Continuavo a ripetermi nella mente che la sensazione delle mani di Nanì sul mio corpo poteva essermi macchiato di sporco. Mi sentivo violato, allo stesso tempo mi sentivo un traditore nei confronti di Harry.
Piansi, le mie lacrime si mescolavano con l'acqua e per un attimo mi sentii solo al mondo. Piansi più forte cercando un appiglio sul muro per non cadere nella doccia, delle braccia mi afferrarono dalla vita e mi spaventai sobbalzando.
-Hey sono io Harry- disse una voce maschile, mi allontanai da lui e gridai: -Non toccarmi ti prego. Non farlo, se sei davvero tu.. non farlo- la mia frase finì con un singhiozzo.
La notte mi sentii ancora più in colpa: invece di punire me, stavo punendo Harry. Lo sentii mentre fingevo di dormire: mi accarezzava il viso piano con un dito, come i primi tempi, mi baciò delicatamente scusandosi di un errore che non aveva compiuto lui.
-Non sono arrabbiato con te Loueh, non ti do colpe, lui ha la tendenza di volere ciò che io voglio. Lui ha il carisma di far disinnamorare le persone di me e farle innamorare di lui. Non smettere mai di amarmi. - prese una mia mano delicatamente e la posò sul suo cuore e mi lasciai cullare dal battito dell'amore. Nel cuore della notte mi svegliai con la gola secca mi girai e accarezzai le sue guance trovandole secche per il pianto, ormai le lacrime avevano solcato le sue gote. Lo baciai dolcemente, scesi dal letto e andai a prendere un bicchiere di acqua dal frigo, contai le scale come sapevo da quando avevo la vista, e aprii il frigo.
-Anche tu sveglio?- disse quello che immaginavo fosse Nanì, lasciai subito il bicchiere nel lavello e mi girai di colpo: -Non toccarmi altrimenti grido- dissi ormai in preda al panico. Sentivo il suo respiro sul mio collo mi leccò il collo e la paura mi immobilizzò. Ero cosciente di essere minuto e gracile rispetto a lui, ed ero già in svantaggio per la mia cecità. Mise le mani sui miei fianchi e mi sentii da subito in gabbia, continuava a leccarmi il collo mentre strusciava il suo membro sul mio sedere e io singhiozzai.
-Sei proprio una femminuccia, ti piace prenderlo su per il culo e poi fai finta pure che non ti piace. Sei come una cagna che cerca il suo prelibato osso- mi sussurrò nell' orecchio, strinsi gli occhi trattenendo le lacrime non gli volevo dare quella soddisfazione. Riconobbi quella frase da subito.
-Ti ha mandato Stan vero?- girandomi e allontanandolo di colpo, e poi giurare di sentirlo sogghignare.
-Esatto, sai mi chiedo se quando hai raccontato a mio fratello la storia di Stan l'hai raccontata tutto nei MINIMI dettagli o hai omesso qualche parte.- disse accarezzandomi il cavallo dei pantaloni e concluse: -Chissà cosa direbbero i servizi sociali se sapessero la verità.. forse quella bambina innocente non sarebbe nemmeno in questa casa-


Mi svegliai con BooBear in faccia con il profumo di Darcy che mi inondava le narici e delle braccia a stringermi forte e lui. Aprii gli occhi e come sempre sapevo che mi stava fissando allora li richiusi.
-Devi vietarmi ancora per molto di guardare i tuoi occhi? - disse fintamente offeso.
-Si, fino a quando non la smetterai di fissarmi dormire- dissi rispondendo anche io fingendomi offeso, mi bacio dolcemente e subito mi incupii.
-So perché ci hanno portato via Darcy, è per colpa mia.- dissi giocando con il lenzuolo tenendo il viso basso, non volevo che mi guardasse. Soprattutto non volevo che mi guardasse negli occhi perché nella mia mente Harry era come una fotografia: lo avevo immortalato mentre mi guardava orgoglioso e nei suoi occhi potevo specchiarmi.
-Non è colpa tua, Nanì da quando è qui ci ha causato solo problemi. Ci riprenderemo la nostra principessa, sono sicuro. Sarà stato un errore, vedrai.- disse Harry speranzoso e per un attimo mi sentii il lupo cattivo che spezzava le illusioni di salvezza di cappuccetto rosso.
Singhiozzai ormai e lui mi raccolse le mie lacrime: -No devo raccontarti la verità. La VERITA' che Stan ti ha promesso. Ti ho raccontato la storia di Stan, la mia storia mia e di Stan, il realtà ti ho detto solo una parte della storia.- dissi ormai piangendo. Dopo quello che stavo per dire sapevo che non sarebbe stato più lo stesso. Nemmeno io.
Continuai sentendo il silenzio di Harry: -Sono nato in una famiglia povera, una famiglia che sin da subito non ha mai accettato il fatto che volessi fare il pittore. Mio padre mi diceva sempre che al giorno d'oggi non si campa di arte, ma io ero testardo. Volevo indietro la mia infanzia. Cominciai a dipingere, ma ben presto i miei genitori mi dissero che dovevo cavarmela solo. Non puoi immaginare quanto può costare una tela, pennelli, i diluenti e una intera confezione di colori della migliore qualità. Non sapevo come fare, così mi misi a mendicare per le strade ma a fine giornata riuscivo a racimolare solo pochi centesimi. Mentre dipingevo con i pochi colori rimasti un uomo, sulla quarantina, si fermò a guardarmi.-
-A guardarti?- disse Harry sorpreso, -Guardava te non la tua tela?- disse Harry possessivo nonostante parlassi di eventi passati.
-Si guardava me, passò tutto il giorno ad osservarmi. Mi sentivo in imbarazzo, si avvicinò e mi sussurrò nell'orecchio che avevo molto talento. Potevo sfondare nel mondo dell'arte a patto che fossi andato a letto con lui.- dissi tutto ad un fiato.
-Dimmi che non lo hai fatto Lou- mi disse Harry quasi come una supplica.
-Cedetti, desideravo tanto essere un artista ed essere riconosciuto come tale, amo i colori e i pennelli. Cedetti ancora.- dissi lasciandomi cadere le lacrime sulle guance.
-Quante volte è successo Louis?- mi disse freddo, mi arresi alla verità e come un macigno me ne liberai:
-Una sola volta con lui, infinite altre volte con critici d'arte e galleristi. Avevo perso il conto. Avevo perso la mia dignità e la proprietà sul mio corpo- dissi ormai piangendo. Harry si alzò, lo percepii dal peso che non sentivo più al mio fianco; e ripresi a raccontare: -Volevo riappropriarmi della mia vita, ma ben presto appena non andai a letto con nessuno di loro finii nuovamente nel dimenticatoio. A quel punto della mia vita incontrai Stan. Mi feci usare anche da lui e da un suo amico, a volte anche contemporaneamente.- dissi come un sussurro.
-Smettila, smetti di raccontare non voglio più ascoltarti.- disse Harry sbattendo l'anta del comodino e aggiunse: -Sapevo che io non ero l'unico, ma non credevo nemmeno tutto questo. Mi hai deluso Louis Tomlinson. Ci vediamo direttamente al tribunale minorile per la sentenza definitiva. – disse uscendo e sbattendo la porta.

Il colore dell'anima (BOOK4)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora