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Ultimamente il vizio di fumare mi sta fuggendo di mano. Il fatto è che non ci posso fare nulla, dannata nicotina.
Mi giro e mi rigiro. Questa notte proprio non riesco a dormire. Non è molto tardi, sono le due, ma domani ho scuola. Mi giro per l'ennesima volta e noto un libro sul comodino. Chi ce l'ha messo lì?
Mi siedo sul letto e lo prendo, 'Bianca come il latte rossa come il sangue', il titolo non mi ispira per nulla. Però magari è così noioso che mi addormento.
Chiudo il libro, mi asciugo le lacrime, era così commovente.
Mi giro per controllare l'ora, non dovrebbe essere passato molto tempo.
Le cinque?! Siamo seri? Io tra un'ora e mezza ho la sveglia. Salto scuola, per un giorno non succede niente.
Mi sveglio. Sono le nove, ho fatto un incubo. Non mi piacciono gli incubi, lo so che tutti li odiano. Il fatto è che io li faccio raramente e quando li faccio sono molto brutti, mi sveglio con il cuore a mille e molto sudato. I miei incubi sono come una tortura. Anche lì non posso parlare, è davvero brutto. Mi alzo dal letto e senza nemmeno mettermi gli occhiali, scendo le scale. Sono tutti svegli, perché?
Torno in camera e prendo gli occhiali. Mi dirigo in bagno e mi sistemo un po', giusto per non essere in condizioni pietose.
Vado in cucina. Potrei riconoscere quella chioma rossa ovunque. Michael. Non avevo mai parlato di lui? Forse perché lo odio. È mio fratello, il preferito dei miei genitori.
Stacco il telefono dal carica e mi siedo.
"Fratellino, non si saluta più?" Chiede il ragazzo.
Fratellino, ma ti prego.
Sforzo un sorriso e lo saluto con la mano.
"Come va?" Chiede. Lo so che non gli frega nulla della risposta, non importa.
Prendo il primo pezzo di carta che mi capita fra le mani e rispondo, senza ricambiare.
"Non fare l'arrabbiato, non è mica colpa mia se mamma e papà mi preferiscono. Sono il migliore. Tu sei solo un bimbo muto. Sei lontano dall'arrivare ai miei livelli." Bisbiglia il rosso.
Lo ignoro, miglior risposta.
Ritorno nel mio rifugio e mi ci chiudo dentro.
Apro la porta-finestra e arrivò sul balcone. Aria sana. "Sana", che parolone. Sarà piena di inquinamento.
Prendo la sigaretta e inizio a fumarla. Sono consapevole di quanto faccia male. Quattromila sostanze nocive su una singola sigaretta. Wow.
Messaggio. Rachel.

Rachel

So che sei a scuola
Ma dovevo scrivere a
qualcuno

Non sono a scuola
Sono andato a letto
tardi

Ci possiamo trovare?

Certo
Così non vedo mio
fratello...

Mh?
Dove ci troviamo?

A casa mia?
Mi sono appena
ricordato che sono
troppo pigro
E anche se mi vedi
in pigiama, non
importa

Hahaha okay

Devo anche smettere di essere così pigro.
Dimenticavo che ora il mio alito sa di fumo, e non voglio che nessuno sappia del mio orribile vizio.
Vado a lavarmi i denti. Due volte in nemmeno un'ora. Troppo bravo.
Campanello.
Gli ultimi due gradini li faccio in modo diverso, infatti sono caduto.
Mi alzo e apro la porta, ancora con la faccia dolorante.
"Tutto okay?" Chiede la ragazza.
Prendo il mio quaderno e la penna.
"Sono appena caduto, ma va tutto bene."
"Vieni in camera mia?" Le sorrido.
Annuisce e saliamo le scale.
Arriviamo in camera mia. È davvero un disastro.
"Sei ordinato vedo." Ironizza lei.
"Di cosa dovevi parlarmi."  Rompo il ghiaccio. Si mette precisamente di fronte a me.
Abbassa lo sguardo. Mh?

Wattpad non mi pubblicava il capitolo :| e e e niente non sono morta :3

Mute// Stefano LepriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora