Scherzi e..conseguenze?

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I mesi successivi furono assolutamente tranquilli. Hermione era riuscita a ritornare alla propria routine, dividendo il tempo tra studio-amici-Lucius.
Nonostante quel ritorno alla normalità, Hermione non era piú riuscita ad andare a letto con Lucius.
Era fragile, sotto quel punto di vista.

Una delle sere poco dopo la dimissione dell'uomo dall'infermeria, invitó Hermione nei suoi alloggi, dopocena.
Lei si presentó puntuale. Sul suo viso si leggeva la voglia di vederlo e di stare con lui.
Dopo essersi guardati negli occhi, si baciarono prima in modo casto, dolce, successivamente indugiando sempre di più. Era diventata una danza di lingue.
Le mani di Lucius scorrevano dai capelli sino ad arrivare alle natiche della ragazza, premendole con un certo fare possessivo.
Hermione, invece, aveva congiunto le mani dietro la nuca dell'uomo, per attirarlo più verso di se.
I loro corpi erano in contatto, l'unica barriera che li separava erano i vestiti.
L'erezione dell'uomo premeva prepotentemente contro il tessuto dei pantaloni.
Lucius, a quel punto, cominció a sbottonare la camicetta della ragazza, mentre lei faceva altrettanto. Quando entrambi si tolsero le camicie, e Lucius aveva portato sul letto la ragazza mettendosi sopra, lei aprì gli occhi di scatto, allontanandolo ed alzandosi in fretta.
Incroció le braccia davanti al petto, con respiro affannoso. "Io..io non mi sento.."
non riusciva a dirglielo, tanta era la vergogna e la paura di una sua reazione.
Lui rimase fermo per qualche minuto, sul letto. Poi si alzó raggiungendola e possndole le mani sui fianchi. "Va tutto bene" cercó di rassicurarla con un sorriso.
"No, non va bene." Aveva gli occhi lucidi "io ho voglia di te, ma per ora...non riesco ad essere sciolta. Perdonami" stava guardando il caminetto acceso.
Lui le alzó il mento con un dito "non c'è problema, seriamente. Aspettiamo"
Lei sbarró gli occhi "veramente?"
"Veramente" annuì "ti aspetterei altri 1000 anni"
Si diedero un piccolo bacio stampo. Si staccarono e si rivestirono.
Hermione lo fece intenta a guardare le spalle ampie dell'uomo, le braccia muscolose. Le davano un senso di protezione, peccato che lei non riuscisse ancora a fidarsi, nonostante la colpa non fosse di lui.

I caldi raggi del sole fecero capolino sul castello con l'arrivo dei mesi estivi. Si respirava aria di vacanza ma allo stesso tempo di esami.
Mancavano pochi giorni all'inizio dei M.A.G.O. ed Hermione aveva trovato, assieme ai suoi amici, un compromesso per studiare in modo divertente e diverso dal solito: in riva al lago nero, sotto le fronde degli alberi.
Così fecero ogni giorno, dato che le lezioni erano finite da più di una settimana.
Se Hermione trovava gli esami rilassanti, non si poteva dire lo stesso per i suoi amici, che disperati sfogliavano le pagine di quei tomi con fare esasperato. Un Ron piuttosto agitato di tanto in tanto piagnucolava nel non riuscire a capire un argomento.
Hermione, quindi, si metteva a disposizione per chiarire gli eventuali dubbi dei ragazzi.

In un pomeriggio piuttosto accaldato, verso le 18, Harry chiuse di botto un tomo.
"Basta, non ne posso più di studiare!" E sbuffó.
"Dai Harry, mancano solo due capitoli, finiscili e poi stacchiamo" rispose la riccia.
Lui annuì e caló nuovamente il silenzio. Hermione aveva ripreso a studiare, immersa nel suo libro.
Senza che la riccia si accorse, Harry prese con la bacchetta un secchio d'acqua dal lago nero e la portó esattamente sopra la testa di Hermione.
Sentendo uno strano rumore Ginny alzó la testa, vedendo cosa stava accadendo. Fece solo in tempo a strabuzzare gli occhi, perché l'acqua piombó addosso ad Hermione.
Questa emise un urlo sconvolto, alzandosi in piedi frettolosamente.
La prima cosa che fece, per assurdo, fu di controllare che i suoi amati libri non si fossero bagnati. Dopo essersi accertata che fossero salvi scattó lo sguardo sui ragazzi. Vedeva Ginny shockata, Ron interrogativo ed Harry che si stava trattenendo dal scoppiarle a ridere in faccia.
Lei si irrigidì, i pugni chiusi "Harry James Potter, sei un maledetto malandrino!"
"Scusami Herm!" Disse ridendo, seguito a ruota dagli altri due "avevo bisogno assolutamente di staccare dalla noia dello studio"
"E dovevo essere proprio io la vittima del tuo divertimento?!" Lo sguardo di Hermione, per quanto irato, era buffo.
Si vedeva che non era realmente arrabbiata, nonostante fosse fradicia da testa a piedi. La camicetta bianca era diventata oramai trasparente.
Harry stava per rispondere ma, una voce che sconvolse e mise in silenzio i presenti, si intromise "Signorina Granger, la credevo con un po più di pudore" era Lucius.
Hermione non capiva. Guardó lui, che soffermava lo sguardo all'altezza del suo seno, fasciato da un reggiseno in pizzo color crema. Hermone quindi guardó verso il basso.
Le gote si arrossirono un po. Rimase in silenzio.
"Venga nel mio ufficio, ora"
Lei annuì con sguardo basso ed imbarazzato.
L'uomo si giró cominciando a camminare verso il castello e lei lo seguì. Si voltó solo per un momento verso il prescelto, con sguardo astioso.
"Scusa" mimó in labbiale Harry.
La sola risposta della riccia fu la seguente, sempre mimandola con le labbra "questa me la paghi."

Livelli di amore (HermionexLucius) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora