« Che cazzo ci fai qui? » una voce maschile mi strappò bruscamente dalle braccia di Morfeo.
Merda.
Mi tirai su di scatto appena ripresi conoscenza, il cuore che iniziava a battere impazzito nella cassa toracica mentre prendevo coscienza della situazione, la testa catturata da un capogiro improvviso.
« Gabi! » quasi strillai, la voce ancora roca per il sonno.
Se ne stava appoggiato allo stipite della porta usando l'avambraccio, il busto leggermente piegato in avanti, sembrava faticare a stare in piedi.
Era ubriaco.
Fantastico...
« Cosa ci fai tu qui? » chiese di nuovo scandendo bene le parole.
« E-Ecco... io... » balbettai senza sapere cosa rispondere, nemmeno io lo sapevo il perché ero stata là tutto quel tempo. O meglio lo sapevo più o meno ma non potevo dirglielo e in quel momento lasciai le note di IDFC di Blackbear a riempire il mio silenzio.
Non potevo nemmeno inventarmi che ero lì di passaggio perché tra lo stereo ancora acceso e la mia borsa per terra non avrebbe proprio retto come scusa.
E adesso?
Vedendo che non rispondevo mosse qualche passo all'interno della stanza, chiudendo la porta dietro di sé, gesto che aumentò tragicamente la mia ansia.
Volevo, dovevo, uscire di lì e subito.
Scesi dal letto ostentando calma, paragonandolo ad un animale feroce, un passo falso e mi avrebbe aggredita.
Pensa in fretta Angelique, coraggio.
« Si sono rotti i riscaldamenti in camera mia e fa freddo, così mi sono spostata qua a studiare e mi sono addormentata. » risposi debolmente infine, con tutta la sincerità che riuscii a fingere.
Come scusa anche quella faceva un po' acqua da tutte le parti, ma non mi era venuto in mente niente di meglio.
Rise sommessamente facendomi rabbrividire.
« Mi toccherà far finta di crederti insomma. » concluse sarcastico mentre appoggiava il portafoglio e il cellulare sul comodino poi si spostò verso il cassetto in cerca forse di una maglia pulita.
Come prego?
Feci una smorfia, indispettita, e non riuscii a frenare la lingua.
« Senti la casa è dei nostri e nessuno mi ha vietato di entrare in questa stanza, non ti devo alcuna spiegazione. » sbottai.
Vidi un sorrisetto su quel viso da stronzo mentre tirava fuori una tuta e la buttava sul letto.
« Mi pare che fosse implicito il fatto che non voglio che ci entri. » alzò un sopracciglio e chiuse il cassetto con aria divertita, poi si portò le braccia sopra la testa per stiracchiarsi, totalmente indifferente del fatto che io fossi lì.
Aveva ragione certo ma tra il suo modo di fare e la mia stanchezza iniziai ad innervosirmi sul serio, raccolsi la mia borsa da terra con tanta forza da far quasi rovesciare i libri a terra.
« Avrò mancato la clausola, grazie per avermela fatta notare. » ribattei girandomi proprio mentre stava per togliersi la maglietta, arrossendo mio malgrado.
Era mio fratello, lo sapevo, ma ero anche consapevole che non eravamo più bambini ormai.
Diedi una sbirciata alla sveglia, segnava le tre e un quarto: fra nemmeno tre ore avrei dovuto svegliarmi per andare a scuola.
Dovevo farla finita.
Mi incamminai verso la porta, ancora irritata, ma una mano decisamente più grande della mia afferrò la maniglia prima di me impedendomi di aprirla ed io mi voltai, pronta a vomitargli addosso tutti gli insulti che mi venivano in mente, ma il suo corpo schiacciò il mio impedendomi di muovermi e rilasciai l'aria che avevo nei polmoni.
Okay... questa non me l'aspettavo, non l'avevo nemmeno sentito arrivare.
Ad aggravare la cosa c'era il fatto che lui non era riuscito a rimettersi la maglietta in tempo, costringendomi a guardarlo negli occhi per evitare di guardare giù, aumentando il mio disagio. Le sue pupille erano talmente dilatate dall'alcool e dal buio da coprire quasi tutto l'azzurro dell'iride ed eravamo talmente vicini che riuscivo a vedergli le leggere efelidi, uguali alle mie.
Dio se qualcuno mi avesse detto che sarei finita in questa situazione con lui mi sarei congratulata con il suo spacciatore.
« Hai preso qualcosa? » indagò lui, trafiggendomi con lo sguardo da parte a parte.
« Cosa? No! » mormorai, iniziavo a sentirmi in soggezione.
Non sembrava convinto.
« Lasciami andare Babi, sono stanca e domani dobbiamo andare a scuola. » mi lamentai, momentaneamente senza accorgermi di averlo chiamato con il nomignolo con cui lo chiamavo da bambina, quando non riuscivo a dire la "G" e la trasformavo in "B". Feci pressione con le mani sul suo petto ma non sembrò muoversi di un centimetro e notai con sconcerto che era molto più caldo del normale.
Ma me ne dimenticai subito quando mi sorrise... e non c'era né cinismo né sarcasmo, era uno di quei sorrisi sinceri che mi regalava da piccola... e per un attimo, un dannatissimo attimo, rividi mio fratello.
Smisi di fare resistenza e in un impeto di malinconia e disperazione lo abbracciai, quasi con violenza, il respiro bloccato in gola.
« Nìke...? » mormorò confuso e un po' sorpreso.
« Mi manchi cristo, mi manca avere un fratello. Perché mi hai tagliata fuori? Perché tagli fuori tutti? » mormorai e credetemi se vi dico di averci messo tutto il mio coraggio per dirlo.
Sentii il suo corpo irrigidirsi, come se stesse costruendo un muro tra lui e le mie parole.
« Lascia andare il passato Nìke, vivi nel presente. » si rabbuiò e mise un po' di distanza tra noi, lasciandomi l'occasione di aprire la porta.
« E questa dove l'hai presa? Su Tumblr? Le persone non cambiano di punto in bianco senza motivo. » ribattei amaramente guadagnando da parte sua una risata appena accennata, e feci per andarmene in camera mia.
« E il riscaldamento? » mi scimmiottò lui ridacchiando ancora.
« Sopporterò. » gli mormorai, imbronciata, entrando in camera.
« Buonanotte Bestiolina! »
Gli mostrai elegantemente il dito medio, ridendo insieme a lui nonostante tutto e chiusi la porta.
Sapevo già che non sarei riuscita a chiudere occhio quella notte.
E nulla rieccoci qua ai ringraziamenti!❤️
Un bacione di ultra gratitudine a:
Spero di non aver dimenticato nessuno e un grande abbraccio anche a chi ha semplicemente letto, al prossimo aggiornamento!❤️💎
Ƥsүcнε ஐ
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D.N.A #Wattys2017
Romance« Angelique Madden. Alzai la mano. « Il tuo cognome non mi è nuovo... » commentò il prof aggrottando la fronte come se stesse cercando di ricordare qualcosa «... hai un fratello per caso? » « Sì, è all'ultimo anno e si chiama Gabriel. »...
