15 capitolo

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Pov Ally

Oggi devo uscire dall'ospedale e David sarà qui a momenti, finalmente posso uscire da questa stanza.
"Ally sei pronta?" Dice David spalancando la porta.
"Si, un attimo che mi infilo la felpa e sono pronta, sai, è scomodo vestirsi da seduti, ci ho messo troppo tempo, il medico mi ha detto che non posso alzarmi da sola, almeno per adesso" sbuffo.
"Mia madre è già a casa?" Chiedo infilandomi la felpa.
"Si, è con i miei a casa tua, andiamo?"
"Si" rispondo e mi metto sul bordo del letto intenta a scendere.
"Aspetta ti aiuto" dice David venendomi vicino e aiutandomi a scendere dal letto.
Inciampo non appena tocco il pavimento con un piede, per fortuna a sorreggermi è David.
"Grazie" gli dico, siamo ad un centimetro di distanza.
"Visto che non puoi camminare mi toccherà prenderti in braccio" dice sfiorando quasi le mie labbra.
"Non dirai sul serio" dico inarcando un sopracciglio.
"Piccola sono serissimo" dice e in un secondo sono tra le sue braccia, gli metto le mani dietro la nuca accarezzandogli i capelli.
Percorriamo il corridoio con tutti gli infermieri e dottori che ci guardano, che vergogna.
"David, posso camminare" sussurro al suo orecchio.
"Il medico ha detto che non ti devi affaticare, potrebbe capitarti di nuovo e io non ce la faccio a stare senza di te, anzi senza di voi" dice camminando a passo spedito verso il parcheggio.
"Ma come fai a camminare così facilmente, sono una balena, sono ingrassata di almeno 5 chili, non so perché continui a stare con me"
"Sei leggerissima, dovresti mangiare di più e sto con te perché ti amo e non mi importa se sei ingrassata, dentro quella pancia c'è la nostra bambina" gli porto una mano dietro la nuca e lo bacio.
"Ti amo" gli dico
"Ti amo anche io"

Oggi per noi sarà di nuovo Natale visto che quando lo era davvero io ero in coma. Festeggeremo con 2 giorni di ritardo, che sarà mai, mia madre è ai fornelli con Hanna, Ben apparecchia la tavola io e David siamo sul divano, mi hanno ordinato di rimanere qui ferma.
"David mi da fastidio che tuo padre debba fare la tavola da solo, vado ad aiutarlo" dico mettendomi in piedi.
"Tu non vai da nessuna parte, resti qui seduta a guardare un po' di TV, vado ad aiutarlo io" David si alza dal divano dandomi un bacio veloce sulle labbra.

"Questo è per te" dico passando uno scatolino a David. Siamo tutti seduti vicini, chi sul divano chi sulla poltrona.
Ho regalato a David un bracciale con sopra incisa la frase che mi ha detto quando io ero in coma ovvero: without you I'm nothing (senza di te non sono niente) spero gli piaccia.
Mi sporgo verso di lui e gli metto tra le mani il pacchettino incartato con una piccola coccardina rossa sul davanti.
"È per me?" Mi chiede con occhi sognanti.
"Si" rispondo quasi in imbarazzo. David inizia a togliere la carta dalla scatolina.
"Ma com'è possibile?" Mi chiede.
"Che cosa?"
"Questa è la frase che ti ho ripetuto più volte quando eri in coma, ma come hai fatto a sapere che te l'ho detta?"
"Io non lo so ce l'ho in mente da troppo tempo, ti piace?"
"Amore mio è ovvio che mi piace, non so che dire, ti amo così tanto" mi prende il viso tra le mani e mi bacia. Un colpo di tosse ci interrompe.
"Ragazzi se avete finito io salirei sopra a fare un riposino" dichiara mia madre.
"No aspetta un attimo, devo dire una cosa importante ad Ally e vorrei che ci fossi anche tu" Mamma si siede di nuovo in silenzio.
"Ally io aspetto questo momento da un po', lo sai non sono stato mai bravo a fare discorsi ma adesso ci provo, è vero la nostra storia non è una di quelle più semplici e proprio questo la rende unica, forse non te l'ho mai detto ma dalla prima volta che ti ho vista, dal primo momento in cui mi hai rivolto uno sguardo io mi sono innamorato di te ed è la prima volta che mi innamoro di una persona, tu mi hai cambiato la vita, tu mi hai reso felice. Grazie a te sono una persona migliore, tra un po' nascerà la nostra bambina, nostra e io non ci posso credere che stia accadendo davvero. Non sono mai stato più felice di adesso, così io ci ho pensato e ripensato e alla fine ho deciso: Allyson Christine Brown vuoi sposarmi?" David si inginocchia davanti a me aprendo un piccolo cofanetto blu contenente un anello magnifico. Lo guardo stupita, non so che dire, sono emozionata ho le lacrime agli occhi. Guardo mia madre che si asciuga le lacrime, poi torno a concentrarmi su David, lo prendo per mano facendo in modo che si alzi e lo bacio, un bacio pieno d'amore, pieno di desiderio, mi ha fatto una proposta di matrimonio, non ci posso credere. Poi Lui di colpo si allontana.
"Non mi hai ancora risposto" sussurra con un sorrisetto.
"Certo che voglio" dico con un sorriso stampato in faccia.
"Ti amo" sussurra ad un centimetro dalle mie labbra.
"Ti amo anche io".

"Buongiorno" mormora David di fianco a me accarezzandomi una guancia. Sbatto le palpebre un paio di volte e poi sorrido. È passato un mese circa da quando mi ha fatto la proposta, vogliamo sposarci prima che nasca la bambina e siamo super emozionati.
"Buongiorno" dico avvicinandomi a lui.
"Per caso oggi qualcuno compie 19 anni?" Sussurra lui al mio orecchio.
"O mio Dio si, me ne ero dimenticata, oggi è il mio compleanno" dico saltando giù dal letto.
"Dove vai? Ti ho preparato la colazione" mi volto e trovo sul letto un vassoio con una rosa rossa, 2 cornetti, una spremuta di arancia, un caffè e una macedonia di frutta. Come ho fatto a non accorgermene?
"Vieni a sederti" mi dice David e io obbedisco.
"Grazie, ti amo" dico voltandomi verso di lui e baciandolo.
"Voglio solo renderti felice" sorrido a quelle parole.
"Che ti va di fare oggi?"
"Voglio solo stare con te" ho un sorriso da ebete stampato in faccia.
"Ahia" dico piano portandomi una mano alla pancia.
"Ally che succede? Chiamo tua madre? L'ambulanza? L'ospedale? Dimmi qualcosa" Quasi urla David entrando in panico, prendo la sua mano e la porto alla mia pancia.
"La senti?" Gli chiedo sorridendo.
"O mio Dio si, è mia figlia, sta scalciando, fa male?" Mi chiede un po' preoccupato.
"No, è la sensazione più bella che avessi mai provato" David si gira verso di me e mi passa il pollice sulla guancia per asciugarmi una lacrima.
"Dobbiamo iniziare a pensare ai nomi"
"Si è vero, io in realtà avevo già pensato a qualcosa"
"Che cosa?"
"Mi piacerebbe Aria, ho in testa questo nome da un paio di giorni"
"Aria Johnson" sospiro.
"È bellissimo" dico infine.

"Dai così stai benissimo" dice David
"Si, e l'hai ripetuto con gli altri 3 vestiti precedenti, la verità è che non mi sta bene niente" mi sto preparando per stasera, David mi porta a cena fuori.
"Amore questo vestito è perfetto, tu sei perfetta, dai sbrigati che facciamo tardi"
"Tardi a cosa? Abbiamo un appuntamento?" Chiedo
"No ehm... volevo dire che se non ti sbrighi troveremo traffico e poi non ci sarà più posto al ristorante" spiega lui insicuro
"Sul serio? Di mercoledì sera?"
"Dai preparati ti aspetto giù" dice sbrigativo
"Va bene" rispondo.
Opto per un vestitino blu a maniche lunghe morbido sulla pancia e poi aderente, delle scarpe nere alte, ma non troppo. I capelli li lascio sciolti.

Siamo in macchina da più o meno mezz'ora, ho visto dal finestrino dell'auto più di dieci ristoranti ma secondo David nessuno faceva al caso nostro.
"Mi spieghi dove stiamo andando? Siamo in macchina da un sacco di tempo, potevamo fermarci in uno dei dieci ristoranti che hai scartato" dico sbuffando.
"Ecco siamo arrivati ma devo fare una cosa" in che senso siamo arrivati? Non c'è niente di fronte a noi! Dove mi ha portata?! Prende dalla tasca dei suoi jeans una benda.
"A cosa serve quella?" Dico indicando il pezzo di stoffa che tiene fra le mani.
"Hai già visto abbastanza" dice facendomi scivolare la benda davanti agli occhi e legandola con un nodo.
"Vedi qualcosa?" Mi chiede, riesco a percepire un ghigno sul suo viso.
"No" rispondo seccata.
Sento che apre la portiera della macchina, poi viene a spalancare anche la mia, mi prende per mano e mi fa alzare.
"Dove stiamo andando?"
"Ti fidi di me?" Ovvio che mi fido, lo amo.
"Si, certo" fa intrecciare la mia mano nella sua.
"Ci sono due gradini" mi raccomanda David.
"Uno e due, okay adesso camminiamo siamo quasi arrivati" percorriamo un lungo corridoio, credo. Dove mi sta portando?
"Ecco siamo arrivati" dice togliendomi la benda. Siamo davanti ad una porta chiusa, cerco di ascoltare per capire cosa c'è dietro di essa ma non sento niente.
"Adesso apri la porta" giro la maniglia poco convinta della cosa.
"Sorpresaaaaa" urlano in coro delle persone riunite tutte in una sala enorme. Oddio che emozione, Mi giro verso David con aria di spiegazioni
"È una sorpresa per te, per il tuo compleanno, sei contenta?" Mi avvicino a lui e lo bacio.
"Grazie" sussurro sulle sue labbra terminato il bacio.
"Ally auguri" si avvicinano i genitori di David
"Grazie" li abbraccio.

La serata prosegue splendidamente, non potrei desiderare di meglio, David mi ha lasciata letteralmente a bocca aperta, adesso lo so è l'uomo per me, per noi.
"Ehi a che pensi?" Compare David al mio fianco.
"A quanto tu sia meraviglioso, grazie per stasera"
"Piccola, non c'è di che, ti amo"
"Ti amo anche io"
Se ne sono andati tutti più o meno e io inizio ad essere parecchio stanca, sono stata tutta la giornata in piedi, ho bisogno di sdraiarmi.
"David puoi portarmi a casa?" Gli chiedo gentilmente.
"Si certo, stai bene?"
"Si sono solo un po' stanca"
"Va bene un minuto e ce ne andiamo"
Arriviamo a casa, salgo le scale e mi butto letteralmente a peso morto sul letto. David mi segue a ruota.
"Grazie per oggi e per tutto quello che fai per me, non sono mai stata innamorata così di una persona nella mia vita, io adesso so che tu sei l'uomo della mia vita"
"Anche a me non è mai successo, saranno le responsabilità che mi devo prendere ma io non sono mai stato così felice e tu sei la donna della mia vita".

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