Deserto

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L'aria era secca e polverosa, la sabbia sembrava aver inondato il mondo intero e Mustang guardando l'orizzonte non vedeva altro se non granelli dorati luccicanti al sole.
Roy Mustang odiava la pioggia, ma in quel momento la desiderava con tutto se stesso.

Una lingua di fuoco partì dalla sua mano sinistra mentre i muscoli del busto ruotavano determinando un movimento elicoidale.
Se avesse continuato ad abbassarsi il fuoco lo avrebbe avvolto e per una trentina di secondi sarebbe stato al sicuro. Doveva pensare in fretta.
Cosa fare contro una decina di uomini armati fino ai denti che non avevano altro scopo se non quello di ucciderlo?
Le spire infuocate si facevano sempre più rade e già vedeva gli occhi rossi dei suoi avversari che lo scrutavano, animati non da odio, ma solo da disperazione.

Mustang non avrebbe voluto combattere quella guerra che sapeva essere iniqua, generata solo dalla sete di potere di un uomo, King Bradley.

Führer dei miei stivali

Lo maledisse mentalmente, vagheggiando voluttuosamente di un futuro lontano in cui il comandante supremo sarebbe stato lui.

<< Mustang non so quanto ti convenga distrarti quando c'è in ballo la tua vita>>-una voce familiare arrivò alle orecchie dell' alchimista mentre venti proiettili oltrepassavano le fiamme sfrecciandogli attorno- << penserai dopo alla tua ultima fiamma >>

Mentre i nemici cadevano uno ad uno, Roy Mustang si girò verso l'amico di una vita

<< Tra tutte le battute terribili che ho sentito, questa è di gran lunga la peggiore Maes>>  sorrise, mentre Hughes lo fissava sogghignando attraverso le spesse lenti degli occhiali da vista che nascondevano uno sguardo devastato e segnato da profonde occhiaie, lo sguardo di un uomo distrutto, lo stesso sguardo che accomunava tutti i soldati.

Gli abitanti della regione invasa ripiegarono, per il momento, e così anche gli alchimisti di stato e i soldati semplici ritornarono ai loro accampamenti; King Bradley aveva cominciato a sciorinare il suo solito sermone dall'alto di un abitazione che sembrava reggersi in piedi per miracolo, sarebbe bastato così poco a farla crollare, così poco.
Una trave, eccola lì, che spuntava dalle fondamenta così come un osso sbuca tra i muscoli in una frattura scomposta.
Per Roy, l'alchimista di fuoco, sarebbe stato un gioco da ragazzi farla bruciare determinando il crollo dell'intera struttura.
Bradley sarebbe morto e la guerra terminata.

<< Non ci pensare nemmeno>>

Una giovane donna bionda aveva raggiunto i due e se ne stava in silenzio, fissando i nuguli di sabbia che salivano in cielo spazzati via dal vento.
Mustang la guardò, incerto su cosa dire o fare; dinanzi a quello sguardo forse era meglio non fare nulla.
Il comandante terminò il suo discorso  e tutti i militari sciamarono via, chi per fare la conta dei danni, chi per dare una mano ai feriti, chi, ancora, per elaborare nuove strategie offensive.
Huges e Mustang erano rimasti soli, anche la giovane si era allontanata, rifugiandosi dietro il muro di un edificio pericolante per pulire la canna del suo inseparabile fucile.

<< Roy...>>

<<Lo so, Maes>>

Il flame Alchemist  avrebbe adempiuto alla promessa che aveva sussurrato anni prima ad una giovane coraggiosa e triste:<<Non ti lascerò sola>>

Prima ancora che Huges potesse dire qualcosa, l'amico stava già seguendo le orme di Hawkeye.
Svoltò l'angolo dopo una strada che affiancava quella che doveva essere una scuola ed entrò nell' edificio.
Fu facile trovare Riza, era nella quarta aula sulla destra, ritta dinanzi alla cattedra. Sotto ad una cartina geografica vi era una foto di classe, i bambini avranno avuto all' incirca sette anni, erano insieme ad una maestra, dinanzi alle rovine di Xerxes.

<< Va via Roy, sto bene>>

Il checchino non alzò lo sguardo verso Mustang il quale vide però delle gocce di pioggia solcare le gote del futuro tenente e cadere sulla scrivania.

Fu in quel momento che Roy Mustang si rese conto di desiderare solo una cosa più della pioggia: non aver mai incontrato Riza Hawkeye

Rain || Royai Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora