«Dovresti davvero spiegarmi cosa fai tutto questo tempo in bagno.»
Disse Kageyama, lasciandosi scappare una piccola risata.
«Non faccio nulla di strano. Rimango qui.»
«Quindi tu passi metà della tua giornata chiuso al cesso. Continua così e diventerai cieco.»
«Huh? Cieco?»Il rosso inclinò confuso il capo, non capendo cosa intendesse il suo amico.
Perché mai rimanere in bagno avrebbe dovuto farlo diventare cieco?«Dicono che se passi troppo tempo a masturbarti lo diventi, sai, leggende metropolitane.»
Nell'udire quelle parole, il viso di Shoyo prese quasi fuoco.
«Io non- non vengo qui per masturbarmi! Dio, come puoi pensare una cosa del genere?!»
sbottò Hinata, guardando male il più alto.
«Sei comunque un ragazzo, avrai anche tu i tuoi bisogni da soddisfare.»
«Possiamo non parlare di questo? non sono cose che ti riguardano.»borbottò un Hinata imbarazzato e ancora rosso come un peperone.
«Di cosa vuoi parlare? Delle mie seghe?»
«Assolutamente no.»Il più piccolo vide Kageyama alzare gli occhi al cielo.
«E va bene, niente seghe.»
«Ecco, grazie.»Il rosso prese a torturarsi un labbro, spostando lo sguardo un po' ovunque in quella stanzetta.
Tra loro si venne a creare un silenzio imbarazzante, che venne spezzato dal corvino.«Andiamo in camera mia? Non voglio rimanere nel bagno.»
Affermò con una smorfia, per poi uscire dalle toilettes quando Hinata annuì.
Entrambi si diressero verso la stanza del maggiore.
Trascorsero l'intero pomeriggio a conoscersi meglio, parlando. Ci furono diversi attimi un po' più intimi, in cui le loro mani si sfioravano o tutti e due si prendevano qualche secondo per guardarsi.
Ad ogni sguardo ricambiato, tra loro si creò una certa complicità.
Erano qualcosa di speciale.
Così Hinata definiva la sua relazione con Tobio, speciale.
Non erano amici, c'era qualcosa di più sotto, ma non erano amanti, fidanzati o attratti fisicamente. Erano speciali, tutto qui.Un pomeriggio si ritrovarono insieme nella mensa, entrambi seduti ai tavoli, con il capo chino sui libri.
«Non riesco a fare questo, tu l'hai risolto?»
Domandò il più piccolo con uno sbuffo, la matematica non era mai stata il suo forte.
Tobio alzò lo sguardo per distoglierlo dagli esercizi di algebra, sbirciando sul quaderno di Hinata.
Annuì alla domanda del ragazzo, avvicinandosi più a lui per potergli spiegare i suoi errori.
In un primo momento il rosso ascoltò attentamente le sue istruzioni, ma dopo poco si perse a guardare il viso del suo amico. Si incantò così, dimenticando le espressioni e la scuola. In quel momento nella sua testa c'era solo la bellissima figura di Kageyama.
Dopo poco, il suo sguardo venne ricambiato, ed anche il maggiore scordò della matematica.
Sul viso del più piccolo si allargò un tenero sorriso, che fece perdere un battito a Tobio.
Quest'ultimo posò la penna sulla superficie del tavolo, portando la mano alla guancia di Hinata. Prese ad accarezzarla delicatamente, sfiorandola quasi.
Tutta quella dolcezza fece arrossire il minore, che però non smise di sorridere, si sentiva troppo bene per farlo in quel momento.
Il nasino di Shoyo venne sfiorato da quello di Kageyama, mentre lo sguardo di quest'ultimo passò dai suoi occhi alle sue labbra.
Inumidì le proprie, provando ad immaginare quanto morbide fossero.
Dopo poco, le labbra del più grande si posarono sull'angolo della bocca del rosso.
Si spostarono poi sulla guancia, baciandola e accarezzandola, per poi tornare dove erano prima.
Lentamente si fecero strada verso quelle schiuse di Hinata.
Ormai a pochi millimetri di distanza, Shoyo si arrese. Si mosse in avanti, facendo così incontrare le loro bocche in un bacio.
Anche a Kageyama sfuggì un piccolo sorriso quando ciò successe.
Le goti del più piccolo acquistarono una sfumatura rosea, mentre vennero accarezzate dai polpastrelli dell'altro.
Il corvino ricambiò il bacio, posando entrambe le mani sul viso del minore.
Aveva aspettato tanto per quel contatto, troppo, ora che lo aveva finalmente ricevuto si sentì dipendere da quello, non voleva interrompere quel momento magico.
Approfondì il bacio, chiedendo di più. Insinuò la lingua tra le labbra di Hinata, cercando la sua.
Il rosso si lasciò scappare un mugolio, ma acconsentì a tutto quello, d'altronde anche lui non desiderava altro.
Fecero incontrare le loro lingue, cogliendo quanto si stessero cercando da tempo.
Quando il maggiore interruppe il bacio ormai erano entrambi senza fiato.
Le labbra di Shoyo erano rosse come le sue guance, così come quelle del suo amico.
Passarono il resto del pomeriggio a guardarsi, scambiandosi sguardi pieni di sentimento, e così iniziò la loro vita di coppia.
Passavano i mesi e i due erano felici come non mai, sempre più uniti, sempre più complici.
Nessuno dei due aveva osato dire quelle due paroline magiche, entrambi sapevano che si amavano e ne erano consapevoli e a loro andava bene così, bastava qualche sguardo a far sorridere entrambi.
Erano davvero qualcosa di unico, quei due.
Ma si sa, nulla è eterno, nulla è per sempre, nemmeno la strana relazione di Shoyo e Tobio.