VESTITO BLU

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Furono soltanto due giorni dopo che mi resi conto di ciò che mi stava accadendo. Avevo avuto tempo di assimilare la notizia improvvisa ed ora riuscivo a capire. Non nego di aver pianto, anzi. Il clima in famiglia non era più bianco, era ghiaccio. Non una parola, non un sorriso.
La notte sentivo mamma che piangeva. Papà era sempre arrabbiato.

24 novembre 1999
Oggi ho il mio primo ciclo di chemioterapia. Ho molta paura. Ne ho sentito parlare qualche volta ma fortunatamente non avevo mai avuto modo di testarla. Ma ora dovevo affrontare quel momento. Ero abbastanza grande da poterlo fare...

L'infermiera mi passò un panno umido sulla fronte. Il sudore mi percorreva la schiena. Stavo male, molto. Quella flebo sembrava non finire mai. Avevo paura di un sacchetto di plastica. Il mio cervello mi convinceva a mantenere la calma ma il mio istinto vinceva e la paura mi assaliva in continuazione.
Mi guardai attorno. Persone pelate erano nella mia stessa posizione in quel momento, lo sguardo sofferente, gli occhi di chi ha passato l'inferno...
Finalmente finii il ciclo e mi portarono in una stanza da sola.
Tutto era bianco e triste. Le lenzuola bianche, il muro bianco, il monitor bianco...ero avvolta dalla tristezza.
C'era solo una cosa che saltava all'occhio in quel bianco immenso.
Il mio vestitino blu che mi aveva portato la mamma era appoggiato su una sedia. Quel forte colore sprizzava in mezzo a tutto quel bianco monotono. Restai a fissarlo per ore...non so il perché ma so che mi faceva stare bene

la bambina dal vestito bluDove le storie prendono vita. Scoprilo ora