La Festa.

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Io non ci volevo andare.Non sono il tipo di persona che si auto-invita alle feste di compleanno.Alle mie amiche, fondamentalmente, della mia indole non fregava un cazzo.Volevano solo trascinarmi all'evento dell'anno.I favolosi, mitici, sorprendenti 14 anni di Mister B.

Chi fosse lo sapevo a malapena.Pieno di cliché.Storia familiare vaga e disastrata, indietro di un anno sulla tabella scolastica, belloccio e popolare.Tristemente, sciupafemmine.Davvero un dettaglio triste.Un individuo da evitare come la peste.Tant'è che pochi giorni prima, quella che sceglieva il regalo per il disgraziato ero, precisamente, io.Le altre giravano ridacchiando per il cenro commerciale comprando eyeliner colorati e orecchini a cerchio.Optai per una maglietta di una nota bevanda gassata marrone ed una cintura.Quest'ultima era una sottile provocazione:portava sempre i jeans sotto alle chiappe.In sua difesa, si può dire che perlomeno aveva la decenza di abbinare i boxer al pantalone che indossava.

In macchina verso casa del festeggiato, mentre firmavo il biglietto d'auguri, mi tremavano le gambe.Come ci si comporta ad un compleanno?Mi rendevo conto che le cose fossero estremamente cambiate dall'ultima volta in cui ero stata invitata ad una festa.Non si giocava più, non c'erano SICURAMENTE buffi clown ed i rassicuranti balli di gruppo erano obsoleti.

La musica si sentiva da lontano.Immaginai, senza margine di errore, che nessuno avrebbe fatto mezzo passo per ballare.Dovettero trascinarmi per farmi entrare nella casa:volevo già tornare indietro.

Mezz'ora più tardi, me ne stavo appoggiata al muro, fantasticando su cosa ci potesse essere al piano di sopra.Fissavo le scale di legno, fantasticando su come potesse essere fatta la camera di Mister B, ed ignorando completamente la penosissima scena di uno strano tizio che ballava con indosso delle mutande imbarazzanti.Solo quelle.Poco dopo, il concetto di "manna dal cielo" mi si presentò sotto forma di bicchierino di carta, riempito fino all'orlo di un mix letale di crema di caffè, Martini, sciroppo alla menta, latte e vino rosso, che la mia amica si ostinava a chiamare "cocktail".Buttai giù tutto in un colpo.Forse mi avrebbe aiutata ad integrarmi e a non trovare imbarazzante la metà delle cose che facevano gli altri- tipo limonare sul divano come fosse il proprio.Buffo detto da una che verso fine serata avrebbe fatto carte false per essere baciata senza pudore dal ragazzo coi capelli rossi che le sedeva accanto.Ancora più buffo detto da una che riesce ad ubriacarsi con un intruglio senza arte né parte.Esilarante al massimo detto da una che ne ha sputato la metà nel lavandino ridendo e cadendo addosso al festeggiato (con il quale, tra l'altro, non ha neanche parlato, se non qualche "Oh, scusami!").All'ora di andarcene, dovettero trascinarmi di nuovo.Fosse stato per me sarei salita al piano di sopra a dormire su qualsiasi cosa assomigliasse ad un letto.Buffo, il destino.Davvero buffo.

Dopo La Festa, non ebbi più contatti con Mister B.Almeno, non direttamente.

Aveva deciso di togliere la verginità alla bocca della mia migliore amica.Lei faceva finta di credere che sarebbe stata un'uscita in amicizia, io come al solito volevo solo essere lasciata in pace a leggere libri in camera mia, ma qualcuno doveva pur reggere il moccolo.E non solo reggerlo, pure accenderlo e tenerlo in vita, visto che la disgraziata non parlava, a malapena lo guardava.E così, finii a parlarci io, con lui.Era più intelligente di quanto credessi.Mentre parlava, mi chiedevo cosa nascondesse sotto a tutta quella sicurezza e a quell'aria spavalda.Non lo era affatto.Interessante chiacchierare, ma il suo scopo era infilare la lingua in bocca alla mia amica, quindi li lasciai camminare in silenzio più avanti e corsi ad attaccarmi ad un muro.Spalle chiuse, finalmente un po' di quiete.

"Ahi! Fai piano! Mi stai infilando la lingua in gola!". A distanza di un muro l'uno dall'altro, io e Mister B scoppiammo a ridere all'unisono.L'esclamazione anti-libido della mia amica segnò la fine del momento intimità tra i due e spuntai fuori dal mio guscio.Le promise che l'avrebbe cercata lui.Non uscirono mai più.


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