Quando abiti (quasi letteralmente) in mezzo alle capre non c'è molto da fare per ammazzare il tempo.
L'apertura di quell'internet point è stato il mio nuovo concetto di "manna dal cielo".Andavamo tutti, ma proprio tutti lì.Io soprattutto, non avendo accesso ad internet a casa.Papà al minimo mio respiro fatto troppo pesantemente cambiava password alla connessione Wi-Fi, ed io rimanevo sconnessa.Piani tariffari telefonici con internet compreso erano da considerarsi fantascienza, per me.Sconnessa dal web, il mio ultimo appiglio era quell'internet point.
Purtroppo o per fortuna, successe che in una delle mie escursioni online, dimenticai di disconnettere il mio account Facebook.
Purtroppo o per fortuna? E' questo il punto.
Qualche giorno dopo, indovinai la password della connessione di casa mia.Mi sentii un'hacker professionista, ma la soddisfazione lasciò il mio viso dopo pochissimo.Aprendo i messaggi su Facebook, notai con orrore che qualcuno si era divertito col mio profilo.Chiamai la mia migliore amica, nel panico."Non puoi capire.Hanno scritto messaggi a, più o meno, tutta la popolazione maschile mondiale."
"Come sei tragica.Che hanno scritto?"
"Cose che io non direi mai neanche sotto tortura.Hai presente Mister B?Gli hanno chiesto di uscire.Con un occhiolino.Ti rendi conto? Un fottuto occhiolino."
"Wow.Audace, la ragazza."
"Audace?CHE FIGURA DI MERDA."
"Ma no.So che a certi ragazzi piace molto quando è lei a fare la prima mossa."
"Sarebbe un'ipotesi interessante, se la mossa l'avessi fatta effettivamente io."
"Ha risposto?"
"No.E spero non gli salti mai in mente di farlo.Forse ha capito che non sono stata io a scrivergli ed è così gentile da rispettare il mio sconforto."
"Dici?"
"Spero."
"Beh, siccome non ha risposto, per non creare fraintendimenti, scrivigli subito che non sei stata tu a scriverglielo."
<Oddio, scusa, non l'ho scritto io.Non lo farei mai.Non così.Voglio dire, un occhiolino?Ma dai.Vabbè.Scusami.Per favore.>
Pochi minuti dopo, la risposta.
<Hahahahah, che stupidi, ti sono entrati nel profilo?>
<Eh, più o meno.Scusa, veramente.>
<Tranquilla.Però, ecco...>
<Cosa?>
<No, nulla.Pensavo...se vuoi usciamo davvero una volta.Solo se ti va, intendo.>
Panico.Ecco il panico, quello vero.Aiuto. Che dico?No?Sì?Forse?Chiedo l'aiuto del pubblico?Cinquanta e cinquanta?
Aiuto del pubblico, chiamo la mia manager...uhm, migliore amica.
"Senti, questa storia sta diventando strana.E' finita che mi ha, tra virgolette, chiesto di uscire."
"Scherzi?"
"No, mi ha chiesto se mi va di "uscire davvero".Non so che rispondergli."
"Ti va?"
"Non lo so.Cioè, so che esce un po' con tutte."
"Ti ricordo che è il mio primo bacio."
"Non me lo ricordare.Mi fa senso in questo momento."
"Non è rilevante.Comunque, secondo me dovresti uscirci."
"Ho paura di rimanerci male un'altra volta."
"Penso che ogni volta tu ci sia rimasta male perché ti aspettavi troppo dal ragazzo.Prendila come la vede lui.Uscite, limonate, ciao.Smettila di cercare l'amore in tutti quelli con cui esci...non abbiamo nemmeno 13 anni, per quello c'è tempo.Divertiti e basta, per una volta."<Beh, non saprei...sì, dai.Non ho molto da fare ultimamente.>
<Allora ci vediamo martedì alle quattro e mezza, al parco.>Aprile, tempo stranissimo.Cosa accidenti mi potevo mettere per un appuntamento ad Aprile?
Pantaloni lunghi=caldo di Satana, pantaloni corti=freddo polare.Feci un post su Facebook a proposito di questo disagio e, qualche minuto dopo, mi arrivò un messaggio da Mister B.<Beh, io ti suggerirei di venire nuda, hahahahah.>
C O S A.
<...ovviamente scherzo.>C O S A lo stesso.Ero a metà tra l'imbarazzato e il lusingato.Non eravamo neanche usciti ed ero già in confusione.
"Io non ci voglio più andare.Ho cambiato idea.No, davvero, no, io torno a casa."
"Non ho mentito ai tuoi genitori per nulla.Vai, forza."
"Mi fa male lo stomaco...finirò per vomitargli sulle scarpe."
"Poco male, sono orride."
"Ok, allora io vado, eh...senza impegno."
"Muoviti."
Abbracciai la mia amica-manager-consigliera-palo personale e mi avviai con passo incerto verso di lui, che mi salutò frettolosamente, continuando a camminare.
Parlava tantissimo, era abbastanza difficile restargli dietro.Difficile, ma divertente.
Arrivammo sulle scale d'emergenza della nostra scuola e ci mettemmo a sedere.Parlammo del più e del meno, ridendo delle mie amiche che ci spiavano da lontano e cercavano di scattarci delle foto.
Poi, all'improvviso, in un momento di silenzio, mentre constatavo che le ciocche rosse dei miei capelli avessero bisogno di una ripassata, mi scostò la mano e mi baciò.Mi baciò.
Mi baciò.
Mi baciò.
Ancora e ancora e ancora.
45 minuti di lungo, passionale bacio.Nessun intervallo, neanche per respirare.
Mi staccai prima io, sopraffatta.
Lui continuò a parlare come se non fosse successo nulla, io ero in un altro mondo."Sai, mi sono appena ricordato che mezz'ora fa sarei dovuto essere DENTRO alla scuola e non ACCANTO.Oggi avevo il rientro individuale di musica."
"Oddio, mi dispiace.Scusami."
"Tu chiedi troppe scuse.Ne è valsa la pena.Non sei d'accordo?"
"D'accordissimo.Beh, forse dovrei tornare a casa, è tardi."
"Aspetta."Era quasi buio quando smettemmo di baciarci come se non l'avessimo mai fatto.
Arrivati all'incrocio dove ci saremmo separati, mi sentii un po' triste.Ero pronta all'idea che sarebbe finita lì, un'uscita e via, come faceva con tutte...e non mi piaceva.Avrei voluto rivederlo, ma lui era fatto così e non serviva sperare che facesse un'eccezione per me.
Lo salutai distrattamente e mi voltai.Mi prese per un braccio e mi fece fare una piroetta, concludendo il balletto con un bacio.L'ultimo, forse?
"Ciao, bellissima.Ti chiamo io."
"Sì.Immagino."
Rise beffardo.
Mi chiamò davvero.
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La teoria del nulla
ChickLitQuesta opera è un completo salto nel buio. Ogni parte è un mondo a sè.Vietato saltare parti od andare avanti troppo velocemente:piano piano, tutto colliderà. Raccolta tragicomica, ispirata completamente da fatti realmente accaduti.