Brian era molto di fretta quella mattina. Era in ritardo, come al solito non si era ricordato di puntare la sveglia quella maledetta compagna di vita che non lo lasciava mai solo. Avrebbe dovuto essere dall'altra parte della città alle 10:00 e venti minuti erano molto scarsi. La radio borbottava i soliti radiogiornali di cui nessuno realmente ha interesse ma li si ascolta lo stesso, bisogna "tenersi informati". Bisogna sapere quanto il mondo sia un luogo triste e desolato, quanto il mondo sia apatico, quanto il mondo non aspetti nessuno.
La macchina lamentava il folle cambio marcia delle continue frenate-accelerazioni-frenate, a tal punto che Brian pregava affinché non rimanesse a piedi. Era importante arrivare a destinazione in orario, era un giorno davvero importante. il più importante. Si mise a ricordare, molto bene, molto nitidamente. Stesso giorno, 5 anni prima, solita colazione con Annabelle. Dio quanto le piaceva Annabelle, era veramente preso da lei. Quanto amava i suoi capelli biondi e i suoi occhi verdi come uno smeraldo,quelle lentiggini che la facevano sembrare sempre una ragazzina di 16 anni. Quanto amava quel carattere sincero, quella voce dolce e vera che le sussurrava all'orecchio parole che nessun umano oserebbe mai dire. Quelle emozioni che nessuno oserebbe tirare fuori dal proprio scrigno, e che lei tranquillamente condivideva con lui. Anche dopo 8 anni, nulla era invariato, nessuna litigata seria, nessun periodo di pausa, tutto felice. Era la storia perfetta in tutto e per tutto. Dio quanto la amava.
Però quel giorno, quel fatidico 3 Dicembre 2011, Brian imparò a sue spese che nella vita la parola "perfetto" non può esistere. Lo imparò nel momento stesso in cui il camion investì Annabelle, uccidendola sul colpo. Imparò a sue spese che il mondo è una merda, che non si riceve mai tanto quanto dai. L'unica cosa che la vita ti dona è feccia. In un momento capì che niente è per sempre. In un pianto soffocato, inginocchiato su quel corpo ormai privo di vita, imparò che Dio non esiste. Guardando quegli occhi ormai spenti, capì che nulla poteva più essere lo stesso, che nulla sarebbe più andato avanti, che non avrebbe più vissuto. Guardando quel lago di sangue, capì che la specie umana era peggio degli animali.
Il pensiero fece trascorrere veloce il tempo e la strada. Brian parcheggiò finalmente, e piano piano si avvicinò al cortile interno con un sacchetto in mano. Il quel momento non pensava, o meglio, non voleva pensare. Non voleva contaminare quei ricordi con futili pensieri della giornata, su quanto fosse duro il lavoro di operaio, di quanto fosse difficile arrivare a fine mese, di quanto fosse deprimente la sua vita da un anno a questa parte. non voleva contaminare quel pensiero dalla tristezza che il mondo crea per i suoi figli, e di quanto questi, per ripicca, cercano di ucciderlo, lentamente, come quando un cuoco cucina uno stufato. Non voleva essere il solito esemplare di uomo che si lascia andare alla propria negatività, che si fa trasportare da tutto il Male che lo colpisce, ogni giorno, sempre più male, sempre più sleale, lasciandolo completamente solo, privo di provare emozioni di conforto verso le altre persone. Non voleva tornare di nuovo alla sua vita normale nella sua testa per quei cinque minuti. Voleva, almeno in quel momento, essere libero da tutto e rivivere quel suo Ricordo indelebile, che ormai era l'unica cosa certa e vera che gli rimaneva.
Cercò per qualche minuto ancora, e terminata la ricerca, si sedette per terra. Era umidiccia e si sentiva stranamente a casa, anche se così non doveva essere, almeno non lì. Ma ormai non gli importava. Era giunto il Momento che lui aspettava.
Aprì il sacchetto e tirò fuori due dolcetti alla cannella e due caffè lunghi. I ricordi in Brian stavano bruciando come non mai, tant'è che scoppiò a piangere. Un pianto liberatorio che non faceva da molti mesi ormai. Un pianto triste che sapeva di amarezza, ma che quasi era dolce. Quasi lo faceva sentire più felice. Prese uno dei due dolcetti e un caffè insieme ad una salvietta, e li appoggiò sopra alla tomba.
"Tieni Annabelle, ti ho portato quella alla cannella oggi, la tua preferita..."
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Storia di vite non vissute
Cerita PendekIn questa raccolta racconterò storie, puramente di fantasia, in cui le persone potranno (spero) prova forti emozioni contrastanti. Buona lettura.