Mi guardai attorno mentre Francesco mi conduceva ad un tavolo in un angolo del locale: aveva un arredamento estroso, ovunque mi girassi vedevo piume bianche e decorazioni dorate.
Non era proprio il mio stile e a pensarci nemmeno quello di Katoo, perchè mi aveva portato lì?
Ci sedemmo su un divanetto nero in pelle dove le luci rosa e blu poste al centro del locale arrivavano tenui delinenado il nostro viso con un colore violastro; mi voltai ad osservarlo e sembrava a suo agio. I suoi lineamentierano erano ben scanditi come in un busto greco, una luce rosa creava un chiaro scuro duro sul suo volto.
Ebbi giusto il tempo di imprimere nella memoria quell'immagine di lui che subito venimmo richiamati dal cameriere che prese le nostre ordinazioni o per meglio dire le ordinazioni di Katoo che senza sapere le mie preferenze ordinò per tutti e due un cocktail strano dal nome impossibile da ricordare.
"Hai ordinato per tutti e due?" chiesi ironico ma la sua risposta fu secca: "Si, qualcosa in contrario?". Io rimasi spiazzato dal suo tono di voce e scossi la testa ributtandomi con la schiena sul divanetto.
Lui si mise al cellulare e io, non riuscendo a trovare un argomento interessante su cui discutere, rimasi in silenzio a guardare le altre persone che parlavano, accennavano passi di danza, ridevano e ci rimasi fino a quando il cameriere non ci portò da bere. Con la coda dell'occhio vidi Francesco fare l'occhiolino al barista quindi presi la palla al balzo e gli chiesi: "Vi conoscete?", lui mi guardò dritto negli occhi, bevve un sorso e mi rispose "Si ma non bene come vorrei".
Non avevo idea di come interpretare la sua frase allora mi limitai ad annuire e a bere a mia volta: sentii dapprima un sapore amaro sulla lingua che aumentò la mia salivazione a mille e subito dopo la gola iniziò ad andarmi a fuoco sotto al veloce passaggio dell'alcool.
Tossii un paio di volte con nonchalanche per tenere un contegno davanti a Francesco che si girò e commentò con la risata sotto al naso: "Troppo forte per te stellina?".
Scossi la testa cercando di nascondergli i miei occhi lucidi e mandai giù la saliva forzatamente. Allontanai il bicchiere portandolo al centro del tavolino azzardando un "Sono apposto così".
Non lo ripetei ma Katoo comprese al volo e si mise a ridere: bevve alla goccia il suo drink manco fosse acqua, si alzo e mi disse all'orecchio: " Prima finisci quello e poi ti aspetto in pista"; detto questo mi morse il lobo dell'orecchio e corse tra la folla che si muoveva a tempo di musica.Che fosse già ubriaco? Non mi è mai sembrato tipo da ubriacatura dopo solo un bicchiere.
Ci pensai qualche secondo poi alzai le spalle e lo imitai.
Francesco no sarà stato tipo da un drink e via ma io sì soprattutto se quel drink è un qualcosa di estremamente forte come lo era quello.
Appena mi alzai dal divanetto una botta ai polmoni mi fece pentire di ciò che avevo appena fatto facendomi tossire come un dannato. Noncurante mi diressi anche io verso la pista da ballo con un principio di mal di testa cercando disperatamente il mio uomo.
Si avete letto bene: il mio uomo. Perchè proprio quello pensai mentre spingevo e mi facevo largo tra la gente, dovevo cercare il mio uomo.
In quel momento non ci pensai, mi venne in mente più tardi, ma seriamente lo avevo appellato in quel modo e ancora oggi mi fa strano dirlo.Non lo trovai, fu lui a trovare me.
Sentii la sua man premere sul mio fianco facendomi ondeggiare lievemente, il suo mento posato sulla mia spalla, il respiro caldo sul mio collo e un nuovo bicchiere di vetro premuto sul mio petto.
Avevo iniziato ed ero già sulla buona strada, perchè non continuare?
Presi il bicchiere, mi girai verso di lui e lo bevvi in tre grandi sorsi: lui per tutta risposta mi prese la mano e ballando mi portò fino al bancone.
Iniziava già a girarmi tutto intorno, vedevo la folla ma non distinguevo le singole persone.
Era tutto classificato come caos.Un altro bicchiere, e poi un altro ancora, e ancora, e ancora, e ancora.
Per quanto rimasi lì a bere e a ridere con Katoo questo non lo so; da quel momento i miei ricordi sono offuscati ma uno straccio di serata è rimasto impresso bei miei sensi come un fulmine a ciel sereno.Una forte presa sui fianchi, un contatto quasi possessivo schiacciato ad un muro ruvido.
Un tocco di seta sul mio collo sudato.
Un forte calore sulle labbra dal gusto intenso, mi riempiva la bocca il sapore del desiderio misto a quello dell'alcool.
Il mento stuzzicato dal passaggio di una barba incolta, pungente come il profumo del suo detentore.
Il tempo di realizzare fu il tempo della durata che mi lasció la bocca secca e quel reiterante volerne ancora, e ancora, e ancora come quei drink che mi avevano ovattato i sensi.Immagini veloci e sfocate in un film senza sonoro furono le seguenti fino al mattino quando mi svegliai tra brividi e candide lenzuola, non di sicuro le mie.
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The Other Riverbend #mikatoo
ФанфикIn bilico tra bianco e nero, tra luce e oscurità, tra dolcezza e passione.