How the story began

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Novembre,2008 Sicilia

Soffiava leggero un dolce e freddo vento di Novembre, intenti a scompigliate i folti codini neri di una bimba di soli 8 anni, che stringeva la grande mano del padre mentre camminavano in un parco poco distante dal centro.

Dopo qualche minuto di camminata gli occhi della piccola, avvistarono un'altalena, chee una ragazzina dai mossi capelli castani occupava, andando avanti e indietro grazie alla spinta della zia.

Mio padre riconobbe la giovane donna, intenta a spingere la bambina, e le andò incontro con passo felpato.

<<Ciao, che piacere rivederti dopo tutto questo tempo.>> disse mio padre abbracciando la donna

<<È bello anche per me>> rispose sorridendo e al contempo mi rivolse un dolce sguardo.

<<Ciao Ada, come stai? Penso che tu non abbia mai incontrato mia nipote!>> disse indicando la bambina ormai scesa dall'altalena che avvistai qualche minuto prima.

Ci fu un minuto di imbarazzante silenzio, prima di suscitare una reazione da parte della bambina ancora con occhi interrogativi.

<<Piacere, io sono Agnese>>disse porgendomi la mano che afferrai dopo aver ricambiato il saluto.

Con un dito poggiato sul labbro inferiore, Agnese mi chiese, con un po' di timidezza se volessi giocare con lei, allora esitai leggermente, ma trovando sicurezza nello sguardo di mio padre che mi incitava ad andare,la seguì.

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Dopo il nostro primo incontro, ci vedemmo altre volte, ma con il passare del tempo perdemmo ogni contatto.
Il ricordo di quella bambina però, rimase impresso nella mia mente per diversi anni.

Il che mi porta qui, 10 anni dopo in una cittadina di Londra.
Come ogni mattina mi svegliai presto, per non tardare a lavoro.
Appena alzata mi recai in cucina, cercando di infilare alla meno peggio la mia fedele felpa grigia, e dopo aver bevuto il solito caffè uscì di casa in tutta fretta.
Collegai gli auricolari al cellulare, facendo partire la playlist mattutina, accompagnata dalla mia solita sigaretta.
Arrivata nel locale, legai la mia folta chioma nera in una coda e mi misi subito a lavoro.

<<Hey Ada tutto bene?>> chiese Frank, guardando il mio occhio sinistro ormai gonfio e violaceo.
Sorrisi appena indicando l'occhio <<Tranquillo tutto normale, solo un pugno schivato male>>
Eh già, nel tempo libero mi allenavo. Tanto che non facevo più caso alle spalle diventate sempre più larghe e le innumerevoli ferite su volto e mani, che mostravano lo sport che praticavo fin da ragazzina, il pugilato.
Sono sempre stata tranquilla e amorevole con tutti, perciò questo sport non poteva modificare per niente la mia personalità disponibile e gentile, così come non infieriva sulla mia passione per la musica.

Per quanto mi riguarda con l'amore ero una frana o forse non avevo trovato qualcuno adatto alla mia personalità o al mio modo di fare.
Amavo le lunghe passeggiate, le notti passate a guardare serie TV, le lunghissime partite alla play, ero diversa e mi piacevo così.
Non avevo concluso gli studi, preferivo lavorare e stare a contatto con la gente così da poter mettere in pratica ciò che sapevo di Psicologia, l'amata materia in cui mi specializzati durante la mia adolescenza, non molto facile.
Grazie a ciò, riuscivo a guardare le persone dritte negli occhi e capirle subito.
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Stavo lavando le tazzine sporche, che i primi due clienti aveva usato per bere il proprio caffè, finché Frank non ritornò.
<< Dovresti coprirti quell'occhio nero, anche con un po' di trucco, l'aspetto in questo lavoro conta! >> disse toccandomi la guancia destra
<< Faccio subito>> dissi frenando l'istinto di insultarlo.
Odiavo la gente che mi toccava il viso, mi irritavano.
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Asciugai velocemente le mani e mi diressi verso il bagno, dove con tanta cura truccai il mio occhio malconcio, in modo da farlo sembrare solo un po' assonnato.
Non amavo guardami allo specchio perché non mi ero mai piaciuta, anzi, a parer mio l'unica cosa che mi stava bene addosso erano le mie ferite, le ferite di chi rincorre un sogno e riesce a realizzarlo.

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// AGNESE //

Dio quanto odiavo il rumore mattutino provocato dai miei coinquilini, sono tutte brave persone, ma la mattina non riescono a non fare rumore infatti per lavorare mi tocca sempre andare ad un bar alla fine della strada... lì si che si sta bene! E inoltre è li che ho conosciuto la mia dolce metà.
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Costretta ad alzarmi mi recai in cucina dove Jade, la ragazza di George, stava preparando degli ottimi pancakes.
<< Agnese, fai colazione al bar? >> chiese
<< Penso di sì, inoltre devo incontrarmi con Connor per il nostro progetto musicale. >> sbuffai
<< Beh, allora ciao! Ma sopratutto prima di uscire copriti quei succhiotti, svergognata! >> disse indicando il mio collo mettendomi completamente in imbarazzo.
Ritornata in camera aprì le ante del mio armadio quasi tutte rotte e scelsi i vestiti da indossare. Una maglietta rossa stretta in vita che finiva con varie balze, skinny jeans neri e delle ballerine abbinate alla maglia.
Entrata in bagno sistemai leggermente i miei lunghi capelli castani cercando di dargli un senso senza utilizzare ferro e piastra; dopodiché mi truccai coprendo le occhiaie della sera precedente.
Non appena finì uscì di casa e mi recai al bar.
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<< Connor, buongiorno! >> dissi lasciando un leggero bacio a stampo sulle sue labbra
<< Buongiorno principessa! >> sorrise
<< Uff, quante volte devo dirti che non sono una principessa? >>
<< Beh, sei dolce, gentile, caritatevole, divertente, forse un po' troppo ribelle ma per il resto perfetta! >>
Arrossì alle si dolci parole. Aveva pienamente ragione. Sono una ragazza dolce e gentile con grandi e piccini, mi piace aiutare il prossimo in tutti i modi possibili, cerco sempre di far ridere sempre tutti con le mie figure di merda e per quanto riguarda il mio lato ribelle, beh quello è un po' nascosto tanto che solo Connor ne è a conoscenza. Mi piace fumare occasionalmente e non quotidianamente, mi piace bere, e inoltre mi piace fare musica tanto che lavoro in una radio, che però nessuno di caga.
Quanto sarebbe bello essere notata da qualcuno come i 5SOS, ma ciò non accadrà mai. Non voglio che la mia vita sia noiosa in eterno, se mai avrò la possibilità vorrei dei figli a cui raccontare le mie innumerevoli azioni, ma ciò non accadrà mai, è questo che tocca ad una ragazza invisibile.

-Spazio autrice-
Hey bella gente che leggerà questo capitolo/storia, siamo Ada e Agnese che parlano! Sconfiggendo la distanza che ci separa stiamo cercando di scrivere una storia insieme e speriamo tanto di riuscire a raggiungere i nostri obbiettivi che ci siamo imposte per questa storia! Perciò vi chiediamo di aiutarci anche voi, con un voto o un commento, a dire finalmente che la distanza è solo un fottuto numero!

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