Tнє ¢ιя¢ℓє.

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Alex si preparò in fretta e furia quella sera.
Non pensava minimamente di esserne capace, fare tutto velocemente era una delle cose che odiava di più al mondo.
Per l'occasione speciale aveva deciso di indossare un vestito elegante, uno di quelli che ti mette in risalto tutte le forme; guardandosi allo specchio le sue gote si arrossarono per la vergogna.
Forse era davvero un po' troppo, anche per un fisico statuario come quello di Nicole.
Gli occhi di Alex ancora dovevano abituarsi all'idea che la sua immagine riflettesse una realtà ben diversa da quella a cui era abituata.
Era davvero strano trovarsi nei panni di un'altra persona.
Tante volte aveva visto il film "quel pazzo venerdì", cercando in ogni modo di immedesimarsi in quella situazione e di sforzarsi ad immaginare una sua ipotetica reazione, così , per gioco.
Ora invece non doveva sforzarsi per capire cosa realmente si provasse: era come se ti strappassero via un pezzo della tua essenza, un segno indelebile e personale che riusciva a farti sentire te stessa al cento per cento.
Un fischio si fece eco nel silenzio di quella stanza, interrompendo quel vortice di pensieri che la testa della ragazza stava elaborando.
Era Floyd che, poggiato sullo stipite della porta, fissava Alex con occhi scintillanti.
-Bene bene, stenderai tutti stasera con questo vestito! -disse il ragazzo entrando nella stanza e gettandosi sul letto della sua amica Freya.
Prese il cuscino che si trovava sotto quella trapunta bianca e velocemente lo pose sotto la sua testa.
-Non pensi sia un tantino...esagerato? -Alex gli chiese questo guardandosi allo specchio e inclinando la testa di lato.
-Sembri Madonna nei suoi anni d'oro. Smettila di farti paranoie e vieni con me, è arrivato finalmente IL momento! -Floyd si alzò dal letto con un balzo e si avvicinò ad Alex.
-Prima che mi dimentichi...Io e Freya volevamo darti una cosa. Potrà sembrarti strano perché ancora non ci conosciamo del tutto, ma io mi fido di lei e delle sue sensazioni.
Per noi sei una a posto, Nicole. Ricordati che potrai contare su di noi quando vorrai. Questo è il pensierino di benvenuto. -Floyd cacciò dalla tasca della sua giacca una specie di collana argentata con un piccolo ciondolo raffigurante una lettera greca.
Alexandra era un'appassionata di letteratura, amava tutto ciò che riguardasse la mitologia, per questo sapeva benissimo di che lettera si trattasse.
Omega.
Il ragazzo le avvolse il collo con quella catenina e dopo un attimo chiuse quel minuscolo gancetto.
Gli occhi della ragazza emanavano un'abbagliante luce.
Si guardò nello specchio e iniziò a strofinare quel ciondolo-quasi come se lo stesse accarezzando-persa in chissà quale meandro della sua mente.
Il cuore le batteva forte; le sembrava davvero strano che due ragazzi da poco conosciuti potessero essere così gentili e disponibili.
Forse perché quasi mai aveva incontrato persone altruiste e buone, forse perché proprio lei era un tipo di persona che riusciva molto più facilmente a vedere il bicchiere mezzo vuoto che mezzo pieno.
Questa volta però voleva vederlo mezzo pieno, voleva abbandonarsi a quella sensazione di calore e pace interiore che quasi mai aveva sentito in vita sua.
Questa volta voleva fidarsi.
E lo avrebbe fatto.
-E'... è bellissimo. -Alex si girò e strinse Floyd in un abbraccio.
Floyd arrossì, abbassò lo sguardo e si scompigliò i capelli.
-E' il simbolo portafortuna di questo orfanotrofio. Spero porti tanta fortuna anche a te. - finalmente il ragazzo si spostò un passo indietro e le sorrise.
-Grazie Floyd, davvero. Ringrazierò anche Freya appena la vedrò. E' stato un gesto meraviglioso. -.
-Non devi ringraziarci, è stato un piacere! Ah, a proposito di Freya...Evitiamo i particolari "abbraccio, arrossire, scompigliamento dei capelli" perché potrebbe fraintendere. -.
Alex sorrise sotto i baffi.
-E tu non vuoi che fraintenda perché...-La ragazza iniziò a gesticolare guardando Floyd con sguardo accusatorio e provocatore.
-E' inutile che fai quella faccia, non è niente di quel che pensi. Freya è come se fosse mia sorella, siamo arrivati insieme qui. E'...ridicolo. Semplicemente ridicolo.-il suo sguardo era buffo. Gli sembrava così assurdo ciò che la ragazza gli stesse dicendo, anche se quella gocciolina di sudore che stava scivolando giù dalla sua tempia faceva pensare ad Alex tutt'altro.
-Ridicolo, certo. -Alex lo disse sorridendo, mentre Floyd fece una smorfia e arricciò il naso.
-Andiamo, oh vostra maestà. Non siate scortese, ormai tutti vi stanno aspettando. La regina non può arrivare in ritardo alla sua festa, no? Prego, si sbrighi! - Floyd fece un mezzo inchino e incominciò a ridere mentre Alex gli diede una piccola spintarella.
-Che idota. -.

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