(11)

121 15 13
                                    

Rachel's pov

Aprii gli occhi in quella strana mattina, non ero nel mio solito letto e per un'attimo la sensazione di essere a casa mi riempì la mente. Riguardai meglio la stanza in cui ero e mi girai dall'altra parte del letto.
Spalancai gli occhi.
Che ci faceva nel mio letto? O meglio, che ci facevo io nel suo letto.
An si, la storia della nostra piccola 'ubriacata'.
Mi vergognavo un po' di averlo fatto bere, ma tanto bene non stavamo se eravamo in un manicomio, quindi non cambiava nulla.

Nella stanza si sentiva un odore di vodka assurdo, e la mia bocca risentiva di tutto questo. Avevo il gusto di fumo e alcool, probabilmente avevo gli occhi rossi, ma poco importava in quel momento.

"Buongiorno" mi disse Logan svegliandomi dai pensieri.
"Giorno"
"Come stai?"
"Somma... Ma abbiamo fumato ieri sera?"
"Solo una cicca verso le 5.00 di mattina, ne avevi voglia" mi disse con molta svogliatezza
"Dobbiamo alzarci"

Debolmente mi alzai dal letto e ci dirigemmo alla mensa.
Quando entrammo, tutte le persone presenti cominciarono a guardarci e a bisbigliare tra solo.
Non me ne fregava molto, e neanche ci pensai. Da lontano vidi Sara avvicinarsi a me è le corsi incontro con il sorriso

"Koriiiiii, come stai?" Le dissi mentre l'abbracciai stretta
"Tutto bene dai, i medici hanno detto che stasera esco di qui e me ne torno a casa, sono stata dimessa. Quindi probabilmente sarà l'ultimo giorno che stiamo insieme"
"ODDIO sono felicissima per te! Finemente vedrai la lucee haha, comuque ti prometto che ci rivedremo fosse anche l'ultima volta dopo questa, ma non voglio ricordarti in un manicomio"
"Te lo prometto anche io, vuoi passare una giornata con me? Visto che stasera me ne vado" fece un sorrisino timido. Non faceva molti sorrisi ma se succedeva, era la cosa più bella del mondo.
"Siii!"
"Perfetto, verso le 11.00 in sala comune così decidiamo cosa fare"
"Perfetto, a dopo" ero molto felice di poter passare una giornata con lei, dopo tanto tempo. Era quello che mi mancava.1

Verso le 11.00 mi incamminai verso la sala comune e incontrai kori proprio nel corridoio che portava alla sala.
"Allora? Hai idee su cosa fare?" Le chiesi con molta curiosità
"In realtà si, è una specie di nascondino in giro per il manicomio però non vale nascondersi nelle camere"
"Okay ci sto"

Detto questo lei inizio a contare fino a 50 e io cercai un posto per nascondermi. Notai una piccola stanzina vicino alla sala comune e mi ci infilai dentro come un serpente, passati i primi 50 secondi Kori uscì dalla sala e inzió a cercare nelle prime stanze, la cosa però mi sconvolse.
Prese una motosega da uno sgabuzzino e la accese.
"Vieni fuori piccola Rachel, non ti faccio del male! HAHA"
'È una delle mie solite visioni' dissi a me stessa, ma sembrava reale, troppo reale per essere immaginazione. Pultroppo la mia coscienza sbaglió; Kori mentre camminava si incontró con un agente del luogo, ma invece di lasciarlo passare, lo taglió letteralmente a metà.
Gli organi che fuori uscivano e il cervello che saltellava dalla botta. L'uomo era diventato una poltiglia di sangue e organi sparsi qua e la. A quella visione rabbrividii e svenni.6

Mi svegliai dentro lo stesso sgabuzzino, avevo sonno ed avevo pure paura. Dov'era finita la mia amica che mi aiutava sempre? Ora era una psicopatica che si aggirava con la motosega, che vita di merda.8

Uscii fuori dallo sgabuzzino e fui subito immersa di un'odore da morto allucinante, corsi velocemente verso la mia stanza sperando che non ci fosse stato nessuno. Ma il destino non mi ascoltó, nella camera c'era Garfield che dormiva beatamente con un po' di saliva che scendeva dalla bocca, ma nonostante quello, era bello vederlo dormire. Nella sveglia lessi l'ora, erano le 23.59.
Entrai piano e presi dall'armadio un'asciugamano, avevo intenzione di farmi una doccia anche se probabilmente non si poteva, ma dopo quella brutta esperienza, ne avevo il bisogno.
Andai verso il bagno delle ragazze stando attenta a non beccare nessuna delle guardie del manicomio.
Misi l'asciugamano nell'attaccapanni e mi infilai direttamente nella doccia con un sospiro di sollievo. La chiamavo 'doccia dei pensieri' perché mi aiutava a pensare senza essere stressata, era una sorta di anti-stress.
Dopo aver passato un bel quarto d'ora nella doccia, cercai l'asciugamano con le mani, ma non lo trovai, era magicamente sparito. Ma non era possibile, io ero sicura di averlo portato con me.

"C'è nessuno?" Dissi tremante e con la voce spezzata
"Mi avete rubato l'asciugamano?" 'Sicuramente di diranno di si' pensai tra me e me.

Qualcuno mi aveva fatto uno scherzo, un brutto scherzo.
Dopo qualche secondo sentii dei passi che si avvicinavano a me, sempre più profondi. Guardai dalla porta della doccia ma non c'era nessuno.
Guardai nella doccia che c'era vicino a me, c'era del sangue che scorgeva dal tubo per scaricare l'acqua. 'È tutta un'illusione' pensai decisa, ma questi segni non smettevano, ero in trappola nella paura più grande che possa avere un umano; la paura che quello che sia irreale diventi reale. La paura vera, di far parte di qualche maledizione detta anche psicopatia, la malattia che non volevo assolutamente sentire, ma la avevo e non me ne rendevo conto.
Mi fecero impazzire, non vedevo chi faceva quei passi ma li potevo sentire.
Mi sedetti per terra, con le lacrime agli occhi e mi aggomitolai, mi sentivo uno straccio e questi passi, questo sangue, non finivano.

Domande del giorno:

-storia o geografia?

-avete una crush?

byee                                                                                                                 -ExBbraeFangirl

Insane//Bbrae VersionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora