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Pov: Sophie

“Allora ci vediamo alle 18.00 al bar Sun&Moon?”

“Vabbene” Risposi velocemente per poi lanciare il telefono sul mio letto.

Ok, mancava solo mezz’ora. Mi ero già cambiata. Avevo un paio di jeans strappati sui ginocchi, una maglietta bianca che lasciava scoperto una piccola fascia della pancia che però era coperta con dei pezzetti di pizzo che rappresentavano dei fiori, ed infine dato che faceva abbastanza fresco, avevo preso una camicia rossa a quadretti neri che mi ero legata in vita.
Presi una borsetta bordeaux, nel cui interno avevo messo il telefono, il portafoglio e le sigarette con l’accendino.
Mi guardai un’ultima volta allo specchio, e non riuscivo a capire come Thomas mi trovasse bella senza trucco, ma se a lui piacevo così, così mi avrebbe vista.
Salutai mia madre e i miei fratelli. Per fortuna il bar era a pochi isolati da casa mia.
Mentre camminavo, continuavo a guardarmi intorno, per la paura che qualcuno mi potesse vedere con lui. Non che pensassi fosse uno sfigato, ma per il semplice fatto che Scott forse avrebbe frainteso. Iniziavo a non sopportare più il suo comportamento.

Ero abbastanza grande per decidermi da sola i miei amici, e comunque io detesto chi mi mette dei limiti. Non riesco ancora a capacitarmi di come abbiamo fatto ad arrivare in questa situazione, all’inizio era tutto per me e io ero tutto per lui.
Adesso è cambiato tutto, è cambiato lui, sono cambiata io.
Tra un pensiero e un altro ero arrivata al bar. Addirittura in anticipo, e infatti Thomas ancora non era arrivato. Mentre aspettavo mi accesi una sigaretta.

“Lo sai che il fumo fa male?” la voce di Thomas mi fece sobbalzare.

Mi girai per rispondergli ma appena lo vidi rimasi a bocca aperta. Aveva i capelli tirati all’indietro dal gel.
Aveva una camicia bianca con i primi tre bottoni sbottonati, lasciando intravedere i muscoli dell’addome, e un tatuaggio con una scritta, che non riuscii a leggere.
Aveva dei pantaloni strappati in più punti e un giubbotto di pelle. Dovetti ammettere che era veramente carino.

“Allora fumi?” mi chiese facendomi ritornare alla conversazione.

“Perspicace il ragazzo” gli risposi.

“Perché?”

“Ma siamo qui per prenderci un caffè o per discutere della mia vita?”

“Direi tutte e due”

“Dai entriamo prima che cambi idea”

“Cos’è, una minaccia?” me lo chiese in tono ironico, ma lo ignorai ed entrai. Ci sedemmo ad un tavolino in disparte. Il locale era praticamente vuoto, a parte un paio di coppiette, e la cosa mi fece sentire a disagio.
Pochi secondi dopo arrivò un cameriere, che mi rivolse un sorriso malizioso, ignorando completamente Thomas.

“Cosa prendi?” mi chiese come se fossi venuta da sola.

“Emh, ci sarei anche io sai” ma come faceva a essere ironico in ogni frase che diceva? Però era veramente buffo.

“Allora amore cosa prendi?” mi chiese Thomas afferrandomi la mano che avevo appoggiato sul tavolo. Ma era impazzito?

“Siete fidanzati?” chiese il cameriere dispiaciuto.

“Sì, problemi amico?” rispose subito Thomas a tono, mentre io stavo osservando la strana scenetta.

“Prendo un cappuccino, e te?” gli dissi rivolgendo un sorriso al cameriere, che sembrò tirarsi su di morale.

“Io invece prendo un milk-shake alla fragola e una fetta di torta al cioccolato. Oh e poi portaci un paio di stuzzichini e due birre, magari quando abbiamo finito la prima parte”

The Thread of LifeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora