Ho 16 anni e sono ancora vergine, aspetto la persona giusta, che sarà giusta in quel momento ma magari non per tutta la vita, infondo anche le persone che si sposano possono divorziare, quindi come possiamo essere sicuri che sia davvero la persona giusta? Scrivo lettere d'amore ed ho notato che i ragazzi piangono ancora leggendole. Scrivo di sentimenti veri, quelli che ti cambiano le giornate e ti stravolgono la vita; il momento prima piangevi e quello dopo ridi come un bambino. Ascolto le canzoni, quelle vecchie dei cantautori, loro si che ne avevano di cose da dire...Ma chi lo dice che anche noi non possiamo essere così! La società vuole farci credere di essere vuoti, senza sentimenti, privi di emozioni e dipendenti dalle cose materiali, ma la verità è che noi DIPENDIAMO DALLA VITA. Mi emoziono davanti ad un tramonto, piango in riva al mare d'inverno, gioco con la sabbia come se fosse il gioco più costoso del mondo, giocavo a biglie con i miei nonni, so a memoria le canzoni che mi cantava mia nonna, piango, rido rumorosamente, urlo, canto, mi drogo, si lo ammetto, io mi drogo di vita, sono fiera di sputare in un occhio alla società e dirgli che io I SENTIMENTI VERI LI PROVO, LA VITA E' LA MIA DROGA e non c'è nessuna cosa materiale che mi creerà mai così tanta dipendenza tanto quanto LA VITA E L'AMORE. Ci sono lettere scritte e mai lette, lettere d'amore piene di tutto l'amore del mondo. Ci sono lacrime e turbamenti asciugati della carta e impressi con la penna. Ho letto lettere sincere, le lettere d'amore sono le lettere più sincere di tutte le lettere e, d'amore, mi sono riempita anche io. Ridatemi in dietro le lettere d'amore scritte a mano, nel cuore della notte, con le lacrime salate che escono dagli occhi. Ridatemi la voglia frenetica e impaziente di aspettare la risposta. Ridatemi la voglia di andare, ogni giorno, a vedere la posta fuori casa: in estate con il sole, in autunno con le foglie che scricchiolano sotto la suola delle scarpe, in inverno con le mani fredde e il naso ghiacciato e in primavera quando gli uccellini cantano e arriva il momento di fare l'amore. Ridatemi queste dannate lettere d'amore, mai spedite e sempre pensate. Riesco a sentire il profumo del tuo amore sulla mia pelle. Ed è una cosa davvero fantastica. Il tuo sorriso. Oddio, il tuo sorriso. Non mi sono mai accorta di quanto fosse bello. Il tuo modo di accarezzarmi, il modo in cui chiudi gli occhi per baciarmi. Amo tutto questo. Mi hai detto ti amo. E io non ho saputo rispondere. Sono una di quelle che te lo dice solo quando sente il cuore scoppiare. Sono una di quelle che si vergogna a dirlo. Scusa, davvero, ma il mio cuore sta per esplodere. Manca poco e potrai sapere quanto tengo a te, a me, a noi. Sono scappata troppe volte da te. Ma adesso, ti prego, abbracciami e non lasciarmi più. Ti amo. Quando sono triste ci sei tu. Quando sono sola mi basta guardarti per tirarmi su. La tua pelle delicata ed il tuo profumo mi mandano in tilt. Sei sempre così curata, sei sempre così delicata. Mi fai da supporto nei momenti in cui il mio equilibrio è instabile. Sei tu che mi dai la forza di alzarmi la mattina. Sei tu che mi dai la forza di andare avanti. Quando ero piccola ho cominciato a fare la cazzata che fanno in molti di mettere cartoline, bigliettini, lettere, souvenir, biglietti di concerti ecc. dentro una scatola, per conservarli. Oggi mi sono ricordata che aspettavo il momento in cui avrei potuto metterci dentro una lettera d'amore che qualcuno mi aveva scritto. La cosa che mi ha sconvolto è che da piccola, quindi, credevo davvero che la gente scrivesse lettere d'amore. La cosa che mi ha riconsolato però è che, nonostante là dentro non ci sia neanche una lettera d'amore, è comunque una scatola piena. Oggi ho pensato tutto il giorno al tuo viso, perché non me lo ricordavo. Non fraintendere, non mi ero dimenticata del tuo sguardo, delle tue labbra, del tuo naso, delle tue sopracciglia, dei tuoi capelli: conoscevo a memoria ogni singolo elemento, ma non riuscivo a ricreare l'insieme. Eri come un puzzle, ma mi mancava sempre un pezzo. Eri come una canzone della quale conoscevo buona parte della musica e delle parole, ma non il ritornello. Mi sono svegliata e non ti ricordavo, anche se solamente due sere fa ti avevo così vicino, così profumato. Ho passato la mattina, il pomeriggio e poi la sera a pensarti e a disegnarti con la mente, ma senza risultati. Poi improvvisamente sei ritornato, come un'apparizione, proprio nel momento in cui non ci speravo più. E tutto mi è sembrato più pulito e luminoso. Era così naturale e giusto, che non so come ho fatto a dimenticarmi del tuo volto. Eppure è tornato, come torni sempre tu e come vorrei tornare sempre io, ma non posso: ti prometto che arriverà il giorno in cui se dimenticherò un millimetro del tuo viso mi basterà voltarmi per risolvere ogni dubbio. Mi manca il tuo profumo. Mi mancano le tue labbra. Mi mancano i tuoi abbracci. Mi mancano i tuoi poemoni dolci. Mi mancano le tue mani tra le mie. Mi manca. Mi manchi tu. Non potrei chiedere di meglio. L'unica ragione di vita che ad oggi mi porta a sorridere. Per quanto possiamo essere deboli, davanti alla natura possiamo scegliere. All'improvviso ella può toglierci quella vita che lei stessa ci ha dato ma fino a quel momento siamo completamente i padroni di ogni secondo, minuto e giorno di tutto il nostro destino. Scelte su scelte che involontariamente seguono le linee di una ragnatela già scritta e che doveva accadere, ma ignari di tutto. Possiamo illuderci di questo potere dato, ma è grazie a ciò che possiamo dare un senso a tutto. Deboli davanti alle nostre forze, frustrati davanti alle nostre insicurezze e paure, siamo un puzzle. Un puzzle infinito compatto. L'ironia della vita ci disorienta mettendoci in disordine. Pezzi persi, pezzi sostituiti, pezzi rubati. Pezzi mancanti. Mancanze su mancanze che si nutrono dell'assenza, delle nostre cadute e dei nostri sorrisi. Il pezzo fondamentale: l'istinto di sopravvivenza. Il motore vitale, l'essenza, che ogni mattina ci fa svegliare e alzarsi dal letto. E se si perdesse quello? E se si perdesse noi stessi insieme ad esso? Cosa sarebbe la nostra mente? E il nostro corpo che fine farà? Per quanto l'essere umano può usare tutte le proprie forze fisiche non potrà mai sconfiggere la forza della propria mente. Perché essa pur essendo immateriale tiene tutti i fili della nostra vita. La mente decide la fine e l'inizio. Il cuore può essere infatuato da tutto ciò che la mente gli propina. Può cedere o battere. La natura si diverte a guardare l'uomo dimenarsi tra questo labirinto che proprio lei ha creato. Una mancanza così fondamentale della nostra vita può portarci allo smarrimento completo. Un pezzo mancante che portarsi con sé l'istinto di sopravvivenza. Poche vie di uscita ci sono. Basta saper giocar bene le proprie paure.. e pedine. Forse chiedere di essere felice era chiedere troppo. Chiedere che per una volta tutto andasse bene era troppo. Eppure a volte ci penso, forse sono io che mi rovino tutto, forse la mia vita non ha niente che non va, sono io, con le mie paure, le mie paranoie e l'ansia che mi accompagna sempre, che mi rovino tutto. Quando la strada alle tue spalle è più lunga di quella che hai davanti, vedi una cosa che non avevi mai visto prima: la via che hai percorso non era dritta ma piena di bivi, ad ogni passo c'era una freccia che indicava una direzione diversa; da lì si dipartiva un viottolo, da là una stradina erbosa che si perdeva nei boschi. Qualcuna di queste deviazioni l'hai imboccata senza accorgertene, qualcun'altra non l'avevi neanche vista; quelle che hai trascurato non sai dove ti avrebbero condotto, se in un posto migliore o peggiore; non lo sai ma ugualmente provi rimpianto. Potevi fare una cosa e non l'hai fatta, sei tornato indietro invece di andare avanti. Il gioco dell'oca, te lo ricordi? La vita procede pressappoco allo stesso modo. Lungo i bivi della tua strada incontri le altre vite, conoscerle o non conoscerle, viverle o non viverle a fondo o lasciarle perdere dipende soltanto dalla scelta che fai in un attimo; anche se non lo sai, tra proseguire dritto o deviare spesso si gioca la tua esistenza, quella di chi ti sta vicino. Resterò sempre e comunque il peggio del meglio, quello preso di mira, quello preso in giro, quello associale, quello che oltre alla figa nella testa ha un idea filosofica della vita, quello che ha una tipa e quella vuole. Resterò uno sfigato, un "poeta", un artista incompreso, e tutto quello che volete. Ma resterò sulla mia strada, delle vostre idee da presi bene me ne frega un cazzo, continuate a sfottermi e deridermi, io passerò le miei giornate blindato in quello che voi chiamate "buco" e riderò di quanto voi siate ridicoli e miseri. Non ho mai avuto una vita facile, la mia infanzia è stata uno schifo. La mia adolescenza non ne parliamo. Ho raggiunto i trent'anni, e sono ancora batoste. Vorrei solo un po' di tranquillità e di felicità pure io. Niente di più. Non accumulare delusioni e sofferenza. Non chiedo tanto, solo un po' di felicità. Nuova filosofia di vita: basta rincorrere le persone come basta farsi rincorrere. Ti interesso? Bene, procediamo. Non ti interesso? Amen, ciao. Mi interessi? Bene. Non mi interessi? Mi dispiace ma non posso fare l'ipocrita. Sono giorni molto faticosi. Non è successo chissà cosa di particolare, ma io mi sento veramente stanca. Forse perché non riesco più a dormire. Ho sempre sonno, tranne che quando sono a letto. Ho passato letteralmente le giornate a postare su Snapchat perché sapevo che lui avrebbe controllata. E' stato rassicurante vedere la sua visualizzazione. Non è stato bello vedere la sua storia. A volte mi chiedo se guarda la mia solo perché è curioso o se un po' gli mancano i tempi in cui lo prendevo sottobraccio a forza. Comunque ho deciso di essere propositiva, in questa settimana: evviva le cose belle, evviva le gonnelline anche se fa freddo, evviva il trucco pesante anche di mercoledì mattina, evviva il riordinare camera, evviva i pasti riscaldati. Visto che sarà una settimana di merda, evviva tutto. Eheheheheh. Fra pochi giorni avrò i risultati di un esame importante e ho il cuore che mi scoppia. Mille pezzettini. Voglio laurearmi. E' implementassimo questo bisogno da ormai ottobre. Voglio laurearmi. Complimentarmi della mia vita. Ieri ho passato tutta la giornata a scegliere le cose da ordinare dal catalogo Ikea per sistemare camera mia. Voglio laurearmi soprattutto perché voglio un lavoro, e voglio una casa mia. Anche da sola, ma voglio essere padrona del posto dove vivo. Voglio essere quella che sceglie le stoviglie e le tende ed anche l'odore del sapone. Quindi studierò molto, proprio da domani. Più di prima. Per i copriletti, la tappezzeria e le luminarie di qualcosa che in testa mia è bellissima. Che vita sarebbe senza il sogno? Di certo non possiamo giudicare negativamente la vita di chi non sogna, ma la vita fatta di sogni ci aiuta ad affrontare la realtà. Nei sogni ci è concesso di fare tutto e credere in tutto. In fondo a nessuno mai ha fatto male sognare, no? Solo io quando sono per strada vedo la gente etichettata? Ogni passante, ogni autista, ogni ciclista lo adocchio improvvisamene, lo metto a fuoco e spunta un fumetto. O un'etichetta, se siete troppo maturi per una nuvoletta bianca. E così, d'un tratto, ogni essere umano viene categorizzato e riposto in uno dei tanti cassetti dell'archivio del mio cervello. Su ogni etichetta attaccata con scotch isolante (non sono esperta in materia, ma la parola "isolante" mi fa sembrare il materiale abbastanza resistente), appare scritto con inchiostro indelebile: possibile età, stato di salute, stato sociale e tipologia di pensiero. Passa una vecchietta e boom, spunta un fumetto che mi fa pensare "poverina, è già nell'ultima fase della sua vita, chissà cosa ne pensa? Chissà se ha paura della morte? Sarà già vedova? O è la solita vecchia zitella di cui tanto si parla in paese?". Ed ecco che la mia coscienza si intromette tra me e me e mi dice che forse mi sbaglio, magari è solo trasandata e ha solo sessant'anni! Ma no, non può essere, ne sono sicura, le nuvolette non mentono mai. Cosa direbbe il mio ragazzo nerd se dovesse scoprire che i fumetti non gli hanno raccontato altro che menzogne? No, non si può! Ma ecco che svolto l'angolo e vedo sfrecciare una macchina. Ma non una semplice automobile, bensì uno di quei macchinoni dal "guarda come sono figo col Mercedes". Intravedo una sagoma di tutto rispetto sbofonchiare qualcosa di altrettanto rispettoso perché il vecchietto che gli stava davanti era troppo lento per "uno come lui". Che poi, com'è "uno come lui"? Un signore nel fiore degli anni, un quarantenne in carriera che legge il giornale al bar ogni mattina mentre sorseggia il solito caffè rigorosamente espresso, senza zucchero, brontolando che per lui anche la domenica è sempre un lunedì. Intanto non fa una visita medica da almeno cinque anni perché "più sano di me non c'è nessuno". E ogni volta che torna a casa pretende una cena calda e un letto comodo e siccome passa giornate intere a fare calcoli in ufficio, sua moglie non se la calcola più. Insomma, è quel tipo di persona che "il mondo ha bisogno di me, ma mi sto già rompendo un po' le palle". Che poi mi chiedo, io come appaio alla gente? Una ventenne apparentemente sana, ma ipocondriaca fino al midollo (che poi spero almeno che il mio sia sano), solitaria e un po' stravagante, forse perennemente annoiata. Possibilmente pessimista. E perché no, anche un po' ingenua. Secondo me gli altri credono che io pensi agli unicorni. Che tanti piccoli cuccioli di unicorni trottano verso di me cavalcati dagli elfi di Babbo Natale sulla scia di un arcobaleno, ma ad un certo punto il sole picchia talmente forte che l'arcobaleno scompare, gli unicorni si sciolgono e agli elfi rimane in mano solo il piccolo cornetto bianco mentre precipitano irrimediabilmente nell'abisso della mia fantasia. Chissà, magari credono che pensi sempre alla pizza. Che un bel trancio sia l'unico uomo della mia vita degno di essere sposato. E magari si immaginano tante piccole fette di pizza che ci seguono come paperelle mentre io e mio marito passeggiamo mano nella mano verso un tramonto dal sapore speziato. Spero almeno che i nostri figli siano al salame piccante.
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Questa sono io. Questa è la mia storia.
RomanceQuesta è la mia storia, spero vi piaccia. Baci, Martina:)