Ending Earthquake

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Questa storia è scritta per il monthshot di settembre di WP_Advisor


4 luglio 2157 - Italia

Caro diario,

oggi in America dovrebbe essere il Giorno dell'indipendenza, festa nazionale, peccato che non sia rimasto più nessuno a festeggiarlo.

Sai, oggi morirò. Le scosse si susseguono e ne ho già superate parecchie, ma oggi morirò, oggi moriremo tutti. Quanti siamo ormai sulla terra? Duecento? Dieci? Non ha importanza, nessuno ci ricorderà come le ultime persone sopravvissute perché non ci sarà più nessuno vivo. Mi diverto a pensare dove finiranno queste pagine una volta che sarò morta, non ci sarà più nessuno che potrà leggerle.

Tu eri il mio vecchio diario di quando ero bambina e ieri mi sono divertita a rileggere le pagine della mia infanzia: ti ricordi quando avevo undici anni e mi piaceva Giovanni? Beh, oggi Giovanni è morto. Non fa ridere? Io la trovo una cosa molto divertente. La gente della Baracca dice che sono pazza ma io non penso di esserlo, credo di essere l'unica che ha conservato un briciolo di cervello. Qui tutti hanno paura, io sono l'unica che non ne ha e quando la gente mi chiede "ma tu non hai paura di morire?" io ridacchio: trovo molto divertente che qualcuno abbia paura di morire.

Sono passati ventitré anni da quando ne avevo undici e ti racconto cos'è successo: un anno fa sono iniziate le scosse. All'inizio erano di magnitudo 7, poi sono aumentate sempre di più. Ora gli scienziati sono morti tutti e nessuno registra più le scosse, ma secondo me sono arrivate a 13. Sono partite dall'Africa, in un paesino poverissimo, poi si sono ripresentate in ogni continente. Ora avvengono quasi settimanalmente in posti diversi, ma continuano a concentrarsi in Asia dove sono morti tutti. Anche in America sono morti tutti, o almeno così dicono. Io non ci credo.

Sai cos'è una Baracca? È un ammasso di edifici distrutti nelle zone dove i terremoti sono più rari che la gente usa per vivere. Io vivo in una Baracca, ma non mi trovo bene: con me sono tutti molto scortesi e hanno tutti paura, alcuni sono persino depressi. Mi fanno ridere le persone depresse. Un anno fa per la depressione c'erano dei farmaci ma ora non più. È difficile trovare del cibo e moriamo tutti di fame. In pochi riescono a dormire di notte per paura di morire. Non è una bella vita e piacerebbe a tutti essere morti, chissà perché siamo ancora qui. Credo che più desideri di morire, più sopravvivi. Ora non c'è da stupirsi se siamo tutti pazzi, depressi o impauriti.

Alla Baracca ci sono anche dei bambini che piangono tutto il tempo e coppie sposate che cercano di farsi forza. Una volta anch'io ero sposata, ma Luca è morto alla quarta scossa. Ho urlato tantissimo e poi ho smesso, è da allora che non ho più paura. Prima ero una guida turistica, dipingevo e  giocavo a tennis. Facevo tante cose prima, ora invece morirò. È un cambiamento abbastanza radicale in un anno, ma così va la vita.
Non posso lamentarmi di come è andata la mia, oggi raggiungerò Luca dovunque si vada una volta che si muore. Cos'altro posso dire? Sto ridacchiando mentre lo scrivo: addio.

4 luglio 2157 - Utah

Caro diario,

stamattina mi sono svegliata con un orribile pensiero in testa: non arriverò a fine giornata. Non credo di essere stata l'unica a intuirlo, nell'accampamento c'è più attività del solito.

Cercherò di riassumerti come mi sento: ti ricordi quando dovevo suonare al concorso di pianoforte, quello a livello nazionale? Ti ricordi l'ansia? Moltiplica questa sensazione per un miliardo. È terribile, non voglio morire. Non voglio morire. Non voglio morire. Forse ripeterlo cento volte cambierà qualcosa e non morirò. La disperazione in questo momento è parte di me come se non fosse mai esistito altro. Vorrei alzarmi dalla sedia, rompere tutto, piangere ininterrottamente, urlare fino a perdere la voce.

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