Io

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Questa sottospecie di presentazione l'ho scritta per un tema fatto a scuola. Mi piaceva troppo, quindi ho deciso di metterla anche qui.



Se non trovo la storia perfetta, non mi resta che inventarla. È per questo che, se mi pongono la domanda: "Ma tu, cosa vuoi fare da grande?" rispondo: "La scrittrice". Le reazioni alla mia risposta, poi, sono differenti. Qualcuno esclama, incredulo: "La scrittrice?", qualcun altro ridacchia sommessamente, altri ancora mi rivolgono uno sguardo compassionevole. In ogni caso, le reazioni non sono le più incoraggianti. Chi prova a convincermi ad abbandonare il mio sogno cerca di spiegarmi che si difficile diventare famosi, ma nessuno sembra capire che io non voglio diventare la futura Johanne Rowling. Sono tutti così desiderosi di avere fama e gloria, di comseguenza pensano che pure io debba essere come loro. Perché dovrei cambiare desiderio, se scrivere è una delle cose che mi viene meglio? A parlare sono un disastro, ma datemi una penna e solleverò il mondo!

Scrivere mi piace perché, come tutte le arti, è liberatorio. È l'anima che viene liberata dalla prigione del corpo. Posso creare il mio mondo felice di cui sono la regina indiscussa, lascio vagare il pensiero e lo traduco in segni d'inchiostro sulla carta. È quasi una magia, forse l'unica magia in un mondo come questo. È un viaggio nei meandri più reconditi del mio spirito, con l'unica compagnia di me stessa, ma allo stesso tempo con la compagnia  degli esseri umani che ho creato, a cui ho dato pensiero e respiro, carattere e desideri, la frenesia della vita. Ho un esercito di gente pronta a combattere a un mio solo gesto. Persona perfette a cui affido alcune mie caratteristiche, marionette con vita propria che recitano l'assurda tragedia della vita in un teatro dai sipari di carta. Mondi alternativi che sono sempre esistiti ma che nessuno ha mai saputo toccare, raggiungere, abitare. Così, mentre gli astronauti cercano di arrivare su Marte, io viaggio su questi pianeti che agli altri sembrano invisibili, ma che in realtà sono tangibili, con i contorni composti da parole. Viviamo in un mondo troppo attaccato alla realtà e non ci rendiamo conto che la realtà non è quella in cui viviamo. Ognuno di noi ha una realtà in cui vivere, che non sempre è questa. O, almeno, questa non è la mia. Mi rifiuto di vivere in un mondo in cui si sono persi i veri valori degli esseri umani. Non abbiamo poiché la capacità di capire l'altro, chissà se l'abbiamo mai avuta, e ridiamo mentre gli altri piangono. Dobbiamo rincorrere la perfezione, essere tutti uguali, ma la perfezione è così noiosa. Rincorriamo l'eccellenza con il solo risultato di peggiorare. Non possiamo raggiungere il massimo in questa realtà, ma nella nostra mente sì. Ognuno di noi nella mente ha un mondo in cui tutto è infinitamente meglio di quello in cui siamo costretti a vivere. Tutto quello di cui siamo capaci, però, è di giudicare pazzo chi preferisce la fantasia, perché siamo troppo di fretta, troppo in ritardo, non ragioniamo, non pensiamo, ci affidiamo alla corrente in voga in questo momento e ci facciamo trasportare come naufraghi in una marea. Io non voglio vivere qui, voglio di meglio, ne ho bisogno. Per questo scrivo, per questo leggo, per questo guardo dalla finestra sperando di vedere uno spettacolo straordinario mentre è il solito scenario. Sorrido lo stesso, però, perché anche dentro la solita casa dei vicino può nascondersi un altro universo, basta solo saperlo vedere. È questa la differenza tra la fantasia e la realizzazione: puoi immaginare tutto, ma la realtà è un cerchio più ristretto. Ha confini precisi, in cui tutto deve rientrare, è regolata dalla logica, ma se la logica ti porta da A a B, la fantasia ti porta dappertutto. È più ampia dell'universo.

Rido quando qualcuno mi dice che la fantasia è per bambini, che dovrei vivere nel mondo reale. Non potere impormi dove vivere. Questo non è il mondo per me, fatto di stereotipi e pregiudizi, di persone vuote e tutte uguali. Non mi merito questo.

Ammetto di avere un'immaginazione così febbrile da nascondere il buonsenso, quasi sfiora la follia. Siamo tutti un po' pazzi, anche se cerchiamo di nasconderlo. Ma non è opprimente essere diversi da quello che siamo davvero? Costruire una facciata che difendiamo disperatamente? Abbiamo così tanta paura di non piacere agli altri, di rimanere da soli. È questo che vogliamo essere, diversi per piacere a un gruppo di gente? Perdonatemi se mi fate ridere. Non ci sono cose più importanti di essere accettari? Pensate che sia questo tutto ciò che ci serve! Non vi accorgete nemmeno che siete così noiosi. Ci sono delle volte in cui non ne posso più. Davvero è questo il mondo? Ditemi di no, vi prego. Ditemi che c'è qualcosa di più. Se devo vivere incatenata qui, non sorprendetevi se scelgo il mondo della mia mente.

È questo quello che sono: una guerriera la cui unica arma è l'immaginazione.

È questo quello che sono: una guerriera la cui unica arma è l'immaginazione

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