Sette anni prima

2K 153 116
                                    

- Non piangere, vedrai che si risolverà tutto. – Diceva un ragazzo accarezzando dolcemente il capo del fratellino.

- Fa male. – Piangeva il bambino mentre l’altro gli medicava il taglio sul braccio.

- Quando gli altri ti danno fastidio tu devi dirlo alla maestra, chiaro? – Disse il ragazzo preoccupato per il più piccolo.

- Ho paura. – Si lamentò lui asciugandosi le lacrime con la manica del giacchetta.

- Paura? Ci sono cose ben più spaventose di qualche stupido bullo, sai? – Ribatté il maggiore distendendo il cerotto sulla ferita.

- Ad esempio? – Chiese tirando su con il naso.

- Vediamo… - Mormorò il ragazzo pensieroso. – Aka Manto ad esempio! – Esclamò dopo qualche istante.

- Aka Manto? – Ripeté il bambino incuriosendosi. – E chi è? –

- Ma come? Non l’hai mai sentita nominare? – Domandò sorridendo, felice di essere finalmente riuscito a distrarre il fratellino. – Aka Manto è uno spirito. –

Il piccolo deglutì all’udire quella risposta è incitò il maggiore a continuare.

- Si dice che indossi un mantello rosso e che tenga sempre il viso coperto. Infesti i bagni pubblici, in particolare l’ultima cabina, quella più in profondità. –

- Ora noi siamo in un bagno pubblico! – Esclamò il bambino mentre un brivido gli percorreva la spina dorsale.

- Non ti preoccupare, non siamo nell’ultima cabina. – Lo rassicurò il fratello facendo sedere il bambino sulle sue gambe. – Si dice che Aka Manto vada davanti alla porta dell’ultima cabina dei bagni e chieda allo sventurato di turno: “Vuoi la carta rossa o la carta blu?” –

- E che succede se rispondi? – Chiese il bambino rabbrividendo.

- Se dici che vuoi la carta rossa, verrai ucciso brutalmente, fatto a brandelli, se dici che vuoi quella blu, morirai strangolato e se invece dici un altro colore, allora le mani di Aka Manto compariranno dal terreno e ti agguanteranno! – Esclamò afferrando con uno scatto le caviglie del fratellino.

Il piccolo gridò e iniziò ad agitarsi, si calmò solo quando vide il fratello ridere e fargli segno di calmarsi.

- Sei un vero credulone. – Rise dando qualche pacca sulle spalle del piccolo.

- Non andrò mai più nell’ultima cabina di un bagno pubblico. – Deglutì il bambino tremando nuovamente.

- Guarda che non sono solo le ultime cabine ad essere infestate. – Riprese il ragazzo. – Bisogna stare attenti anche alla terza cabina dei bagni del terzo piano della scuola. –

- Perché? – Chiese il bambino ancora spaventato.

- Bè, perché quello è il bagno di Hanako-san, no? –

- Basta! Non dirmi più nulla! – Lo azzittì il piccolo coprendosi le orecchie con le mani. – Se continui poi non avrò mai più il coraggio di andare in un bagno. –

- Se bussi alla sua cabina e chiedi: “Hanako-san, ci sei?”, sentirai una voce debole e flebile risponderti di sì, poi la porta si aprirà e Hanako-san ti afferrerà portandoti via con sé! – Proseguì però il maggiore ignorando le proteste dell’altro.

- Basta! – Gridò il bambino chiudendo gli occhi con forza e premendo le mani sulle orecchie.

- Visto? Ci sono cose più spaventose di qualche bullo. – Rise il ragazzo accarezzando la schiena del fratello, cercando di calmarlo.

- La prossima volta andiamo dritti a casa. – Lo pregò il fratellino. – Basta fermarci qui ai bagni della metro. -

- Dai, non fare così. Ormai mi sono affezionato a questo bagno. – Solo dopo averlo detto si rese conto di quanto triste fosse quell’affermazione.

- Io sono un problema per te… Vero? – Mormorò chinando leggermente il capo.

- Cosa!? No! Non pensarci nemmeno! – Esclamò il maggiore preso alla sprovvista.

- Tutti i giorni dopo la scuola mi vieni a prendere e mi porti qui per curarmi, quando magari invece vorresti stare con i tuoi amici o fare altro… E anche a casa non fai che aiutarmi… Non riesco a non pensare che senza di me staresti molto meglio… -

- Naku! Non dire mai più una cosa del genere! – Gridò il ragazzo abbracciando il fratellino con forza. – Per me non è affatto un problema prendermi cura di te, è dei bulli che semmai dovrei essermi stancato! – Dichiarò poi facendo scendere il fratello dalle sue gambe per potersi alzare.

- Che vuoi fare, Subaro? – Chiese Naku preoccupato.

- Andrò dritto da quei cretini e gli dirò chiaro e tondo di lasciarti stare! – Disse determinato. – Tu torna a casa. – Gli disse porgendogli un biglietto per la metro. – Tornerò in tempo per la merenda. –

- Non andare! – Lo fermò Naku trattenendolo per la manica della felpa.

- Naku, non di preoccupare per me. – Disse Subaro chinandosi per stare alla sua stessa altezza. – Ho tredici anni, quei bulletti quanti ne hanno? Dieci? –

- Due di loro ne hanno dodici… - Rispose il bambino a bassa voce.

- Visto? Sono tutti più piccoli. – Disse il maggiore prima di assottigliare lo sguardo. – Me la pagheranno, come possono prendersela con uno più piccolo di tre anni! –

- Io sto bene, non devi andare. – Lo supplicò Naku.

- È da un anno che ti stanno addosso, adesso hanno raggiunto il limite! Se loro non vorranno ascoltarmi, allora andrò dai loro genitori o dal preside in persona! – E così dicendo aprì la porta del bagno.

- Non mi lasciare solo! – Lo pregò il bambino.

- Tu non sei solo. – Gli disse Subaro scompigliandogli i capelli. – Aka Manto è qui a due passi e domani a scuola incontrerai Hanako-san. –

- Smettila di farmi paura. – Pianse il bambino.

- Ehi, non piangere. Tornerò presto, ok? Di cosa ti preoccupi? Sono solo dei bambini. –

- Ho un brutto presentimento… - Rivelò il fratellino.

- Non ci pensare! Ora vai a casa e dì a mamma e papà che sono uscito con degli amici. Tornerò per le cinque, te lo prometto! –

Subaro si voltò, pronto ad andarsene, quando Naku gli saltò addosso abbracciandolo con tutta la forza che aveva.

- Ti voglio bene. – Mormorò, il viso sepolto nella felpa del fratello.

- Ti voglio bene anche io, Naku. – Rispose Subaro sorridendogli. - A presto! -

Poi corse via e, vedendolo scomparire dalla sua visuale, Naku senti una morsa stringergli il petto. Una lacrima solitaria solcò lentamente il suo viso.

- Hei, Aka Manto. – Sussurrò il bambino mentre la vista gli veniva pian piano offuscata dalle lacrime. – Subaro non tornerà… Vero? –











Vi sono mancata, vero?

Ma chi voglio prendere in giro, sono letteralmente dipendente dalla scrittura, pensate che mi sono rimessa a scrivere giusto cinque minuti dopo aver finito la scorsa storia…

Allora, come avete potuto vedere, nonostante i miei buoni propositi, anche questa sarà una storia abbastanza deprimente (la comicità non fa proprio per me…).
Un’ultima precisazione: so bene che sia Aka Manto che Hanako-san compaiono solo nei bagni femminili, ma questo è uno yaoi, quindi di personaggi femminili ce ne saranno ben pochi (ma anche nessuno), quindi ho dovuto fare un piccolo cambiamento…

A proposito, qualcuno di voi aveva già sentito parlare di queste due leggende? Io da quando ne sono venuta a conoscenza a scuola non faccio che andare all’ultima cabina o al bagno del terzo piano (ho bisogno di un bravo psicologo, lo so…).

Ok, ora vi lascio, ci vediamo al prossimo capitolo!

Bye Bii!

Aka Manto & Hanako-san //Yaoi//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora