La campanella suonò segnando la fine delle lezioni.
I ragazzi corsero fuori in massa, ansiosi di tornare a casa.
Tranne quelli che dovevano partecipare alle attività di qualche club nel pomeriggio.Naku Kofuku era uno di loro.
Nel pomeriggio infatti frequentava il club di musica insieme ad altri cinque ragazzi. Suonava il pianoforte ed era anche piuttosto bravo, ma non era mai in classe con gli altri ad esercitarsi.
Agli altri ragazzi del club non importava più di tanto, quindi neanche gli avevano mai chiesto dove andasse ogni giorno con tanta urgenza anziché stare lì a suonare.
Il professore che doveva tenerli d'occhio, invece, non aveva mai fatto neanche caso a queste sue continue assenze, un po' perché era spesso distratto e un po' perché Naku era un ragazzo che passava facilmente inosservato.
Aveva i capelli e gli occhi castani, come tanti altri, indossava degli occhiali grandi e neri e mai maglie troppo appariscenti, di solito non avevano neanche delle stampe.
Questo suo aspetto così ordinario, unito al fatto che era particolarmente taciturno, lo rendeva praticamente invisibile alla maggior parte delle persone.- Kofuku, dove stai andando? - Chiese il professore mentre sfogliava distrattamente una vecchia rivista di musica.
- In bagno. - Rispose il ragazzo.
- Ok, ma torna in fretta, oggi abbiamo l'esercitazione di gruppo. -
Gli altri cinque ragazzi osservarono la conversazione tra i due, sapevano tutti che Naku, come minimo, sarebbe tornato entro mezz'ora.
Una volta arrivato a destinazione, il ragazzo tirò un sospiro di sollievo.
I bagni del terzo piano erano sempre così deserti e silenziosi, gli infondevano quasi un senso di pace.
Naku chiuse la porta che dava sul corridoio e si diresse a uno dei lavandini. Scostò i capelli dalla guancia e ciò che vide quasi gli fece venire il voltastomaco: era tutta scorticata.
Il ragazzo si chinò e prese la cassetta del pronto soccorso che aveva nascosto lì sotto ormai da mesi. Tirò fuori disinfettante, cotone e qualche cerotto, poi iniziò a medicarsi.
Strinse i denti dal dolore quando l'alcol entrò in contatto con la ferita, non si ricordava di aver mai sentito dolore quando era Subaro a farlo, lui trovava sempre il modo di distrarlo in quelle situazioni, così che non sentisse nulla.
Calde lacrime scesero lentamente lungo il viso del ragazzo. Naku non provò a fermare, tanto lo sapeva che era inutile, più provava a ricacciarle indietro, più ne uscivano.
Un quarto d'ora dopo la ferita fu disinfettata e il ragazzo rimise la cassetta nel suo nascondiglio.
- Ecco fatto! - Esclamò tra sé e sé aggiustandosi meglio il cerotto.
Allora, dal riflesso sullo specchio, notò di trovarsi esattamente davanti al terzo bagno. La porta della cabina in questione era chiusa e Naku, pur sapendo che era una totale assurdità, non riuscì a resistere.
Si avvicinò e bussò con le nocche per tre volte per poi chiedere:
- Hanako-san, ci sei? -Non aveva paura che una ragazzina potesse spalancare la porta di scatto e portarlo via con sé, in parte perché lo aveva fatto almeno mille volte e nessuno gli aveva mai risposto, e in parte perché, se anche fosse uscita, a lui non sarebbe affatto dispiaciuto venire portato via. Ovunque Hanako-san lo avesse condotto, sarebbe stato sicuramente meglio che rimanere lì.
Stava per andare via, sempre con questi pensieri per la mente, quando sentì un mugugno indistinto venire da dentro la cabina.
- Hanako-san? Sei tu? - Chiese bussano nuovamente, le sopracciglia aggrottate.
Stava per darsi dell'idiota da solo, convincendosi che i rumori appena sentiti fossero solo quelli dello scarico, quando udì una voce, bassa e flebile.
- Sì, sono io. Che vuoi? -
Un brivido percorse la schiena del ragazzo e, nonostante ogni cellula del suo corpo gli stesse gridando di darsela a gambe levate, lui si costrinse a rimanere. Dopotutto era da sette anni che sperava di incontrare Hanako-san e, finché la porta fosse rimasta chiusa, non avrebbe corso pericoli.
- Hanako-san, vieni spesso in questo bagno? - Domandò chiedendosi se il fantasma fosse davvero lì o se invece fisse impazzito e si stesse immaginando tutto.
- Abbastanza spesso, sì. - Confermò Hanako-san. - Perché? -
- Tanto per sapere - Rispose Naku.
Non si sarebbe mai immaginato di poter intrattenere una conversazione con uno spirito.
- Hai la voce un po' strana. - Notò poi.- Sarà a causa del groppo in gola. - Rise nervosamente il fantasma.
- Stavi piangendo? - Chiese Naku sorpreso.
- Si nota così tanto? - Ribatté Hanako tirando su con il naso.
- Un po'. - Rispose il ragazzo. - Ma perché stavi piangendo? - Chiese poi sedendosi a terra, la schiena poggiata contro la porta della cabina.
- Bella domanda. - Rispose Hanako e il ragazzo sentì un rumore, come se anche lo spirito si fosse appoggiato con la schiena contro quella porta. - Ormai quasi l'ho dimenticato, ogni giorno è per un motivo diverso. -
- Anche io vengo spesso qui a piangere. - Confessò il ragazzo.
- Come mai? -
- Ogni giorno per un motivo diverso. - Disse ridendo a sua volta. - Una volta per un ginocchio sbucciato, una volta per una guancia scorticata... Ieri mi hanno calciato così forte che il livido mi rimarrà almeno per una settimana. -
- Se dei bulli ti danno fastidio devi dirlo a qualcuno. -
- Ci ho provato, ma a nessuno sembra importare. -
- Proprio a nessuno? -
Il ragazzo stava per rispondere con un'affermazione quando di nuovo le lacrime iniziarono a uscire. Già, un tempo una persona c'era... peccato che ora non ci fosse più...
- Scusa per avertelo chiesto. - Disse Hanako-san intuendo che l'altro doveva aver iniziato a piangere.
- Non ti preoccupare... Ormai sono passati sette anni... -
- Il tempo non guarisce tutte le ferite. -
- Puoi dirlo forte, Hanako-san. - Concordò il ragazzo sospirando.
- Senti, com'è che tu sai chi sono, mentre io non ho la più pallida idea di chi sei tu? -
- Oh, non lo sai? Sei molto famo... -
Ma non ebbe neanche il tempo di finire la frase che un ragazzo del club di musica entrò in bagno.
Aggrottò la fronte perplesso nel vedere dove stesse Naku, ma poi decise che non aveva senso starci troppo a pensare e si ricordò invece del motivo per cui era andato lì.
- Kofuku, il prof ti vuole in classe, questa volta non puoi saltare le esercitazioni di gruppo. -
- Un attimo e arrivo. - Rispose il ragazzo.
L'altro lo guardò stranito per una seconda volta, ma poi se ne andò, decidendo di farsi i fatti propri.
- Sei in un club? - Chiese Hanako-san.
- Sì, quello di musica. - Rispose il ragazzo. - Ora scusami, ma, come hai sentito anche tu, devo proprio andare. -
- Aspetta! - Lo fermò lo spirito. - Che giorni hai il club? -
- Il lunedì, il mercoledì e il venerdì. - Rispose Naku alzandosi.
- La tua classe è su questo piano? -
- No, in quello di sotto. - Rispose il ragazzo avviandosi verso l'uscita. - Ora devo proprio andare. A presto, Hanako-san! -
E ora una domanda antipatica: voi cosa farete oggi? 😆
Io ho un vasto programma per oggi: tra poco uscirò con i miei cari amici Yuri e Victor, poi a noi si unirà anche Loveless e forse, se non sono occupati a fare altro, anche Usagi e Misaki.
(In poche parole passerò la giornata a finire Yuri on Ice, Loveless e a rivedere alcuni episodi di Junjou Romantica😂)
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Aka Manto & Hanako-san //Yaoi//
Romansa//terza storia della mia "saga" 'Per Sempre Arcobaleni e Contenti'// Avete mai sentito parlare di Aka Manto e Hanako-san? Uno è uno spirito che infesta tutte le ultime cabine dei bagni pubblici, l'altro è il fantasma di una bambina, che invece risi...